
Non vengono messi in vendita, dal momento che lo stop arriva prima, ma stanno aumentando sensibilmente in numero. I vini fake premono sulle aste online, per trovare spazio e mercato ma agli occhi e alle analisi degli esperti i problemi di autenticità emergono abbastanza chiaramente. Nei nuovi dati sulla contraffazione diffusi da Catawiki, marketplace olandese che ogni mese mette all’asta 100mila oggetti dei più svariati settori (arte, gioielleria, design, collezionismo), il vino si sta distinguendo per essere uno tra i prodotti maggiormente vittima dei falsi.
Nel solo 2024, centinaia di bottiglie di vino non sono andate all’asta perché ritenute non autentiche. L’aumento rispetto all’anno precedente è stato del 28 per cento. Diversamente da quanto può accadere per una borsa griffata o per un oggetto come un orologio, una bottiglia di vino deve essere analizzata molto attentamente dagli esperti prima di essere messa all’asta. Come spiega Mattia Garon, che si occupa di vini per Catawiki, l’evoluzione della contraffazione nel vino riflette quella del mercato dei fine wines. «Oggi, i falsi si trovano soprattutto tra i vini di fascia media, con prezzi sopra i 200 euro. Sono più facili da far passare – sottolinea – e meno soggetti a sospetti. E non si tratta di un’ondata costante. Le contraffazioni seguono le mode del mercato: aumentano quando una regione o un produttore diventano improvvisamente popolari».
Capsule di vino Tignanello – a sinistra quella vera, a destra quella falsa – foto Catawiki
Alto valore, produzione limitata e forte desiderabilità collezionistica sono le caratteristiche chiave dei vini più contraffatti nel corso del 2024. E se si guarda alle zone vitivinicole più colpite, Catawiki (che sottopone i prodotti a una complessa revisione digitale) segnala nell’ordine Borgogna e Bordeaux; Toscana e Champagne; Rioja e Ribera del Duero; Napa Valley. I prezzi riguardano, come detto, le fasce medie: sopra i 200 euro a bottiglia, per via della maggiore accessibilità e del buon margine di profitto.
Quali sono i criteri per scoprire se una bottiglia di vino è un fake. Tra i primi indizi, ma anche tra i più sofisticati, ci sono le etichette. A un primo sguardo possono apparire autentiche, ma alcuni dettagli sbagliati o grafiche imperfette svelano il problema. I più comuni errori includono il posizionamento scorretto delle informazioni sul grado alcolico, i caratteri non coerenti e i loghi disallineati rispetto al layout originale. C’è poi la tecnica del riutilizzo, spesso usata nei vini d’annata: i falsari riempiono bottiglie autentiche vuote con un vino diverso, le sigillano e riconfezionano. A un occhio esperto, l’anomalia riguarda la forma della bottiglia, come uno stampo in vetro degli anni ’50 usato per simulare una bottiglia degli anni ’80. Oppure, a far sorgere i dubbi sono peso, colore del vetro, marcature. infine, c’è la manomissione del tappo: a fronte di una bottiglia intatta, il tappo dice altro. I falsari rimuovono i tappi originali, riempiono la bottiglia e inseriscono un nuovo tappo con dati fasulli.
Il suggerimento per gli utenti che non vogliono rischiare è quello di evitare piattaforme e venditori privati non verificati.
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