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Strategie

"Fase delicata per il vino: necessario contenere la produzione". La Valpolicella blocca gli impianti e taglia le rese

In un momento di incertezza di mercato, il Consorzio guidato da Christian Marchesini sceglie la linea della prudenza con lo stop ai nuovi vigneti fino al 2028

  • 20 Maggio, 2025

Parola d’ordine: contenimento produttivo. La Valpolicella sceglie la strategia della prudenza in un mercato molto incerto. Il Consorzio di tutela presieduto da Christian Marchesini, che ha approvato i dati del bilancio di esercizio 2024, ha preso alcune decisioni strategiche per il futuro della denominazione. L’assemblea dei soci riunita il 15 maggio, a Sant’Ambrogio di Valpolicella, ha conferito il mandato al presidente di formulare l’istanza e gestire l’iter burocratico, che compete alla Regione Veneto, per formalizzare per il raccolto del 2025 la riduzione a dieci tonnellate per ettaro (dalle 12 previste) della resa totale massima di uva ammessa per produrre i vini Valpolicella, Valpolicella Ripasso, Amarone e Recioto. Inoltre, per tre vendemmie consecutive, il Consiglio di amministrazione ha approvato il blocco degli impianti per tutte le denominazioni tra il primo agosto 2025 e il 31 luglio 2028, confermando una linea già applicata negli anni precedenti.

Equilibrio e redditività

«Lo scenario globale ci impone pragmatismo e capacità di reazione strategica – ha spiegato il presidente Marchesini – per mantenere la denominazione in equilibrio e garantire reddittività a tutta la filiera della Valpolicella. Per questo, occorre uscire da logiche autoreferenziali o da personalismi che, in un contesto così mutevole e insidioso, possono minare la crescita di tutta la denominazione alle prese con una sfida di posizionamento. che deve essere salvaguardato con una visione coesa, anche attraverso lungimiranti politiche di contenimento produttivo».

Bilancio con oltre 4 milioni di euro di ricavi

L’ente di tutela ha chiuso il bilancio 2024 con ricavi superiori a 4 milioni di euro, in aumento del 6,3% su un 2023 chiuso, a sua volta, a circa 3,8 mln di euro (+20% sul 2022). Il 75,5% degli incassi è stato reinvestito nelle attività di promozione e posizionamento della denominazione in Italia e all’estero. L’utile di bilancio reso noto dal Consorzio è di 11.500 euro. Marchesini ha parlato di impegno sul fronte della promozione «in un anno complesso per il vino italiano e, in particolare, per le denominazioni rossiste». Circa 70 le iniziative e le attività complementari messe in campo, in 18 destinazioni internazionali.

I nuovi ingressi tra i soci

Il 2024 è stato, per il Consorzio vini Valpolicella, un anno di incrementi della base associativa, così come lo era stato il 2023 (con 38 nuovi associati). Gli ingressi delle nuove aziende imbottigliatrici sono 11 mentre sono 29 quelli dei produttori, per circa 107 ettari vitati complessivi, fa sapere il Consorzio. In questo 2025, invece, i primi mesi sono stati particolarmente movimentati, con l’uscita dal Consorzio di grandi brand come Bertani, che ha scelto di entrare nell’associazione delle Famiglie Storiche, rinfocolando la ormai storica diatriba tra alcune imprese e l’ente di tutela, emersa anche nell’edizione 2025 di Anteprima Amarone.

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Italian sounding: 16 le cause vinte

La tutela della denominazione è stato un altro focus discusso nell’assemblea consortile del 15 maggio scorso. Durante il 2024, l’ente ha aperto 27 contradditori, di cui 16 già conclusi positivamente, soprattutto in Cina e nei Paesi scandinavi, dove le cause archiviate con successo «costituiscono giurisprudenza nella disciplina che tutela il Made in Italy agroalimentare». Il vino più imitato col maggior numero di casi di italian sounding è stato l’Amarone: 20 casi nel 2024.

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