Dopo due anni molto difficili, la vendemmia 2025 in Sicilia potrebbe essere in netta controtendenza, con un ritorno alla normalità nei tempi di raccolta, una quantità più alta rispetto al 2024, una qualità che già dalle prime stime degli agronomi si preannuncia ottima e in alcuni casi eccellente. Il quadro lo fornisce l’Assovini Sicilia, associazione che riunisce 101 imprese vitivinicole regionali. Nel territorio dove la vendemmia dura ben cento giorni, per alcuni areali la ripresa produttiva potrebbe essere anche del 20% in più rispetto a un anno fa.
Il clima è stato favorevole già dall’inverno 2024/25, con piogge regolari e una primavera mite che hanno favorito uno sviluppo vegetativo più gestibile, accompagnando al meglio la maturazione delle uve e consentendo un calendario di raccolta più allineato ai periodi consueti. Le vigne, fa sapere Assovini, sono in un «buono stato fitosanitario, con una minore incidenza delle criticità osservate in passato, sebbene alcune aree abbiano dovuto gestire sfide specifiche legate all’umidità». Sul fronte volumi, ci sarà una maggiore produzione di uve e con buona probabilità di andrà oltre i 2,74 milioni di ettolitri di vino prodotti nel 2024 (secondo i dati Agea). I tecnici, tuttavia, restano prudenti in attesa dell’andamento di agosto.
«La Sicilia – è il commento della presidente Mariangela Cambria – mostra resilienza e capacità di gestire le difficoltà legate al cambiamento climatico, con l’obiettivo di tutelare e garantire la qualità del raccolto».
Mariangela Cambria – presidente Assovini Sicilia
Nell’area ovest, la più produttiva in quantità, le aspettative sono ottime, grazie a un equilibrio climatico, un’integrità fitosanitaria delle uve. Filippo Buttafuoco (agronomo per Settesoli) parla di sviluppo vegeto-produttivo eccellente per le viti. Una combinazione ideale che ha garantito che i vigneti e le uve si presentassero in un ottimo stato fitosanitario, senza particolari criticità». Quantità nella media, sebbene il 2024 avesse lasciato intravedere un aumento sul 2023.
A sud-est dell’isola, ci si attende un riscatto dopo le difficoltà del 2024 legate alla siccità. «Si respira un’aria di maggiore equilibrio – scrive Assovini – grazie a un inverno piovoso e una primavera mite che hanno favorito uno sviluppo vegetativo ottimale delle piante». Incoraggianti le stime quantitative, con incrementi del 20% nella quantità di uva raccolta, secondo Marco Parisi, enologo di Feudi del Pisciotto. Particolarmente positive le attese sulle uve frappato: «Se l’andamento attuale dovesse persistere, la vendemmia 2025 potrebbe essere ricordata come la migliore degli ultimi quattro anni».
Alle Eolie, raccolta in anticipo di una settimana sul 2024, per fattori climatici e per volontà dei produttori che puntano a vini meno strutturati, più freschi, minerali e acidi. Peronospora contenuta in primavera, ma lavori straordinari per limitare l’oidio nei vigneti. «La carenza idrica ha impattato – spiega l’enologo Pietro Colosi, azienda Colosi – e si stima un calo del 15% sulla quantità di uva, per la dimensione ridotta degli acini». La speranza è in un agosto più piovoso. In generale, l’annata 2025 si presenta bene dal punto di vista qualitativo, ma «la vera incognita – conclude – rimane il mercato: offerta elevata e domanda in calo».
A Pantelleria, clima buono, con regolare ciclo vegeto-produttivo, uve sane e ben mature. Il raccolto inizierà dalle contrade precoci, come Punta Karace, dai terrazzamenti più vicini al mare, come spiega commenta Antonio Rallo, amministratore delegato e winemaker di Donnafugata. Vendemmia dello zibibbo nel vivo dopo Ferragosto fino a metà settembre. «Quantità attesa inferiore alla media aziendale – conclude – ma in recupero rispetto all’annata 2024. La qualità è molto promettente».
Pantelleria – uve zibibbo
Sicuramente l’areale più atteso e sotto i riflettori della critica enologica ormai da diversi anni. L’Etna raccoglierà le uve da metà settembre. Le previsioni sono buone, secondo Assovini, con ottima riserva idrica in inverno e una primavera ed estate regolari, con qualche picco di caldo nel mese di luglio che ha accelerato l’accrescimento dei grappoli. «Al momento lo stato sanitario appare perfetto – è il commento dell’enologa di Tenute Nicosia, Maria Carella, che prevede un periodo di raccolta regolare e di «ottima qualità, se si mantengono queste condizioni climatiche. La quantità si stima maggiore delle precedenti annate, circa un +10 per cento, grazie all’ accumulo idrico che permesso un ciclo regolare».
Doc Etna – vigneti
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