Vino

Ocm Promozione. La grande incognita del 2021

Lโ€™industria vitivinicola europea chiede alla Commissione Ue di applicare misure flessibili e di predisporre ulteriori aiuti alle imprese. Cresce il digital marketing ma non mancano gli intoppi burocratici.ย 

  • 09 Novembre, 2020

In questa fine dโ€™anno, non cโ€™รจ solo il mercato interno e il rapporto con un canale Horeca messo a dura prova da nuove disposizioni anti-Covid a rappresentare unโ€™incognita per le imprese vitivinicole italiane ed europee. Una delle altre preoccupazioni รจ come usare al meglio, e fino in fondo, le risorse europee per la promozione sui mercati extra Ue. Il bando per la campagna 2020-2021 รจ stato lanciato dal Ministero per le politiche agricole a fine settembre e le imprese avranno tempo fino al 23 novembre prossimo per la presentazione dei progetti. Gli oltre cento milioni di euro dellโ€™Ocm vino messi a disposizione (attraverso Mipaaf e Regioni nellโ€™ambito del Piano nazionale di sostegno-Pns al settore vitivinicolo) di cantine, consorzi, associazioni temporanee di impresa dovranno essere spesi, in qualche modo, sui mercati extra europei in un arco di tempo che va da aprile a dicembre 2021. Ma come?

Il bando 2020-2021

I fondi destinati alla misura Ocm promozione sui mercati extra-Ue per lโ€™Italia ammontano a 102 milioni di euro, ripartiti tra Ministero delle politiche agricole (30%) e Regioni e Province autonome (70%). L’avvio delle attivitร  per l’annualitร  20/21 รจ prevista il 1ยฐ aprile 2021. La scadenza per la presentazione dei progetti nazionali รจ fissata al 23 novembre 2020 mentre la scadenza per il termine delle istruttorie da parte del Mipaaf e delle Regioni e Province autonome per i progetti nazionali, regionali e multiregionali รจ fissata al 20 gennaio 2021.

Lโ€™impasse di chi deve elaborare progetti di promozione

La Ministra Teresa Bellanova, a fine settembre, aveva definito le risorse dellโ€™Ocm vino โ€œfondamentali nel post Covidโ€. Ma poichรฉ il tanto agognato post Covid รจ solo un miraggio alla luce dei piรน recenti trend della pandemia tra ottobre e novembre, gli imprenditori si trovano alle prese con una contingenza di mercato quasi identica a quella vissuta nei tre mesi di lockdown in primavera. E mentre sono in corso le azioni promozionali della campagna 2019-2020, si lavora allโ€™elaborazione dei progetti per il prossimo anno.

Lo scenario attuale per il mondo del vino

Lo scenario รจ ben noto: grandi fiere rinviate (lโ€™ultima รจ Wine Paris e Vinexpo Paris, che slitterร  da febbraio a giugno 2021) o trasformate in eventi online, ristorazione in panne, turismo nuovamente fermo, perdita del potere dโ€™acquisto dei consumatori e fenomeni di downgrading della spesa, rallentamento della premiumisation (il percorso di valorizzazione dei vini di alta qualitร ). In questo momento, chi fa attivitร  di promozione si trova in una gabbia, in una sorta di percorso a ostacoli, in cui elaborare un valido progetto sul Made in Italy vitivinicolo รจ come fare terno al lotto. Per questo motivo, il settimanale Tre Bicchieri ha scelto di interpellare alcuni protagonisti di queste attivitร , per testare gli umori e capire come ci si sta organizzando.

Da quanto raccolto, una cosa รจ certa: se lโ€™obiettivo รจ spendere tutte le risorse a disposizione lโ€™Unione europea e, a cascata, il Mipaaf e le Regioni, dovranno dare maggiore flessibilitร  nellโ€™applicazione dei regolamenti sullโ€™Ocm, se non si vuole correre il rischio che le imprese rinuncino a investire.

Digital tasting - Foto di Wokandapix da Pixabay

Foto di Wokandapix da Pixabay

La nuova promozione passa dal web. Il caso Doc Sicilia

Dopo il post-lockdown di primavera, la Commissione europea ha accordato ai Paesi membri un certo grado di flessibilitร  sullโ€™Ocm promozione e ha incrementato le risorse a disposizione, portando dal 50% al 60% la percentuale di contributo pubblico, consentendo variazioni straordinarie ai progetti in corso (possibili fino al 15 dicembre) a causa dellโ€™emergenza sanitaria, abbassando il limite minimo di spesa per progetto, allargando la gamma delle sub azioni al digital marketing.

Un elemento, questโ€™ultimo, decisivo nelle strategie dei beneficiari, come accaduto, ad esempio, al Consorzio Doc Sicilia che ha investito in ambito Ocm poco meno di due milioni di euro in questo 2020 in Usa, Cina e Canada: โ€œLโ€™anno รจ iniziato con tante incertezzeโ€ racconta il consulente Pietro Di Girolamo โ€œe questo ha significato rivedere in corso dโ€™opera tutte le strategie. Il digital รจ diventato lo strumento privilegiato per promuovere il nostro brand e in questi mesi sono state implementate azioni di promozione tramite i canali social ufficiali in questi tre Paesi e verso le fasce di consumatori Millennials e Generation Zโ€.

La Cina, in particolare, รจ stata la prima a ripartire grazie al contenimento dei contagi: sono state 22 le masterclass in presenza in 21 cittร  e โ€œsono in programma sei appuntamenti entro fine annoโ€. Diverso il discorso negli Usa, dove รจ in corso una campagna digital da qui a fine anno โ€œgrazie al lavoro di influencer e brand ambassadorโ€. Totalmente rivista la strategia verso il Canada, dove entro il primo trimestre 2021 sono in calendario una serie di webinar e azioni di comunicazione. In tale contesto, rimane aperto il nodo della flessibilitร  delle norme in vigore: โ€œPiรน flessibilitร  significherebbe, ad esempio, poter gestire le risorse tra i mercati target senza dover richiedere una variante, ma semplicemente tramite lโ€™invio di una comunicazione con posta Pec. รˆ quanto auspichiamo per tutto il 2021 e per gli anni futuriโ€, sottolinea Di Girolamo, ricordando come dalla Regione Sicilia stiano fortunatamente arrivando segnali di attenzione alle imprese.

Italia del vino: โ€œPotenziare azioni su web e in Gdoโ€

Periodo complicato anche per il Consorzio Italia del vino, secondo cui lโ€™impossibilitร  di viaggiare e di incontrare i partner commerciali internazionali da oltre nove mesi, e lโ€™incertezza su quanto accadrร  nei prossimi mesi, sta creando โ€œmolti problemi a chi si appresta a presentare i piani di investimento Ocm vino per il 2021. Dal nostro osservatorioโ€ sottolinea il presidente Andrea Sartori โ€œnotiamo due esigenze: la prima รจ potenziare lโ€™azione di promozione sui punti vendita delle Gdo internazionali, unico canale che ha sempre tenuto alte le vendite di vino, mentre la seconda รจ esplorare maggiormente il canale online, aderendo alle tante iniziative digitali a disposizione degli operatori internazionali comprese le web fairโ€. E anche se appare un poโ€™ presto per parlare di deroghe, secondo Sartori, il 2021 non sarร  un anno facile almeno nel primo semestre: โ€œSicuramente, sarร  necessario un alleggerimento delle regole e soprattutto delle sanzioniโ€.

Lโ€™appello del Chianti: โ€œRivedere il decreto Mipaafโ€

Il coinvolgimento delle Regioni sarร  importante anche per il Consorzio vino Chianti, che nei giorni scorsi ha lanciato un appello per la revisione del decreto Mipaaf, con lโ€™inserimento di criteri di elasticitร  e deroghe, come avvenuto per lโ€™annualitร  2019-2020. Senza questi, ha fatto notare il presidente Giovanni Busi, nonostante lโ€™ok alle attivitร  online cโ€™รจ il โ€œconcreto rischio che i fondi non vengano spesi per scarsa adesione delle impreseโ€, penalizzate dalla totale incertezza legata allโ€™evoluzione della pandemia: โ€œPer questo occorre adeguare subito il decreto Mipaaf al periodo storico che stiamo vivendoโ€.

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Business strategies: โ€œSnellire le procedureโ€

Non nasconde le difficoltร  del momento Silvana Ballotta, ceo di Business strategies, societร  italiana di consulenza nei processi di internazionalizzazione: โ€œQuesto 2020 ci ha colti tutti un poโ€™ impreparati e ora siamo al lavoro sui progetti 2021. In questo scenario, da un lato, voglio sottolineare che gli imprenditori non si sono voluti fermare, stanno ponderando i propri investimenti e stanno dimostrando, anche con la decisa virata sul mondo digital, quanto la promozione sia fondamentale per lo sviluppo del vino italiano allโ€™estero. Da un altro lato, invece, sono inchiodati dalla burocraziaโ€.

Ad esempio, nel caso degli investimenti digital, non solo le imprese italiane devono esibire agli organismi di controllo italiani la fattura dei lavori affidati a fornitori esteri (pubbliche relazioni, brand ambassador, etc.), ma anche questi ultimi devono fornire, a loro volta, le prove fiscali del lavoro svolto. โ€œSpesso queste operazioni di rendicontazione eccessivamente rigide rischiano di complicare lโ€™esito dei progetti stessiโ€, evidenzia Ballotta, che rileva come bisognerebbe snellire le procedure anche di presentazione dei progetti: al Mipaaf โ€“ lo ricordiamo โ€“ ancora arrivano in formato cartaceo e tramite corriere espresso. โ€œNonostante tutto, le imprese stanno cercando nuove modalitร  di approcciare i consumatori. Lโ€™Ue dovrebbe certamente facilitare il lavoro dellโ€™industria vinicola cercando accordi bilaterali di libero scambio. Stati Uniti, Canada e Uk, che diventerร  un Paese extra Ue dopo la Brexit, restano i piรน promettenti e a questiโ€ conclude Ballotta โ€œaggiungiamo la Cina, che ha appena bandito i vini australiani nellโ€™ambito della nota guerra commerciale: potrebbero aprirsi spazi interessantiโ€.

Le associazioni chiedono flessibilitร 

Ma quali sono le richieste delle associazioni di categoria alle istituzioni? Lโ€™Unione italiana vini ribadisce la necessitร  di incrementare da 100 a 150 milioni di euro il budget annuo, rimodulando le risorse: โ€œFare promozione รจ piรน importante in questo momento che ristrutturare i vigneti e dopo lโ€™apertura della Ministra Bellanova continueremo a insistereโ€, rileva il segretario generale, Paolo Castelletti. โ€œCi auguriamo che, come per lโ€™Ocm promozione in corso, lo slittamento delle attivitร  sia concesso fino a marzo 2022; occorre, inoltre, piรน flessibilitร  sulle azioni online per agevolare le imprese; mentre le penalitร  sui limiti di spesa non vanno eliminate, almeno in fase progettuale, per evitare che il budget sia occupato da progetti troppo grandi poi difficili da realizzareโ€.

Infine, lโ€™Uiv รจ critica sulla modifica al Decreto promozione che รจ stato appena modificato dalla Conferenza Stato-Regioni del 5 novembre che abbassa (da 500 a 250 mila euro e da 250 a 120 mila, a seconda che si tratti di uno o piรน mercati target) lโ€™importo minimo ammissibile di un progetto: โ€œNon cโ€™รจ stato confronto con le organizzazioni della filiera vino e si rischia un eccesso di progetti sul bando nazionale, che ha solo il 30% dei 100 milioni di euro totaliโ€.

La proposta di Federdoc

Chi si attende segnali da Bruxelles sullโ€™Ocm รจ la Federdoc: โ€œLโ€™uso del digitale, dei webinar e degli incontri in streaming ha cambiato il panorama del tipo di attivitร  che abbiamo sempre fatto in materia di promozione dei vini. I numeri indicano una crescita e tutto questoโ€ osserva il presidente Riccardo Ricci Curbastro โ€œavrร  inevitabili riflessi. Spenderemo meno per biglietti aerei e piรน per organizzare i tasting a distanza. Guardando al futuro, รจ chiaro che dobbiamo attenderci che la Commissione Ue conceda analoga flessibilitร  anche per la campagna 2020-21. In particolare, mi aspetterei lโ€™annullamento delle penali in caso di mancata spesa, la possibilitร  di spostare gli investimenti da un capitolo allโ€™altro, una riduzione dei budget di accesso nei progetti regionali. Avremo davanti 9 mesi e non 12 per realizzare i progetti e qualcuno potrebbe anche decidere di non affrontare lโ€™investimento. E ciรฒ non รจ positivoโ€.

Quello attuale, secondo la Federdoc, รจ un periodo in cui lโ€™Europa dovrebbe offrire alle imprese del vino piรน alternative possibili per sopravvivere, compresa la vendita a distanza tra Paesi membri. Tema spinoso, delicato, che coinvolge ambiti che vanno dal fisco (oggi i regolamenti sulle accise non rendono conveniente lo scambio di beni tra azienda e consumatore) a quelli sanitari correlati alla vendita di alcolici in alcuni Stati del Nord Europa: โ€œSia come Federdoc sia come Efow (lโ€™associazione europea delle denominazioni dโ€™origine; ndr) abbiamo posto il problema negli anni passati. Lโ€™impossibilitร  di vendere vino a distanza in questo modo รจ una barriera al mercato interno. Non pensiamo certo a una liberalizzazione totale, ma Bruxelles potrebbe studiare una soluzione intermedia: offrire una franchigia minima per ogni cantina, che potrebbe vendere un certo numero di bottiglie direttamente al consumatore in tutta Europaโ€.

Le richieste del Ceev alla Ue

La sollecitazione sulle vendite intra-Ue viene raccolta sia dallโ€™Unione italiana vini sia dalla piรน grande associazione europea delle imprese vitivinicole, il Ceev-Comitรฉ vins (oltre 7 mila le aziende per il 90% del fatturato export di vino europeo), come dichiara il segretario generale Ignacio Sanchez Recarte, interpellato dal settimanale Tre Bicchieri: โ€œLa Commissione Ue dovrebbe prevedere un nuovo pacchetti di aiuti al settore vino, confermare le misure straordinarie giร  introdotte in primavera. Infine, oltre a dare la necessaria flessibilitร  alle imprese per la nuova campagna Ocm, dovrebbe accelerare il lavoro di semplificazione del sistema del distance selling del vinoโ€. Sarebbe ossigeno per il sistema vitivinicolo, in un momento in cui il Coronavirus lo sta togliendo un poโ€™ a tutti.

a cura di Gianluca Atzeni

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