tradizioni

Roma e la sindrome di Nerone. Nella Capitale piace mangiare tutto bruciacchiato

Una delle passioni meno note dei romani รจ quella per la cottura spinta, tirata o piรน propriamente โ€˜gnorante. E sulla pizza il fenomeno assume dimensioni di proporzioni bibliche

  • 08 Novembre, 2023

Fumata nera. Una delle passioni meno note dei romani รจ quella per la cottura spinta, tirata o piรน propriamente โ€˜gnorante. Sulla pizza il fenomeno assume dimensioni di proporzioni bibliche, allโ€™interno del Grande Raccordo Anulare non si segnalano differenze tra lโ€™aspetto scrocchiarella e lโ€™effetto carbonella, tutta lโ€™attenzione รจ su quel piacevolissimo rumore sotto i denti. Sulle tonde, invece, spopola il bordo fiammante, diventato vero e proprio marchio di fabbrica di una Dop fantasma. Nemmeno lo chiedesse lโ€™Europa. Addirittura, Brucio รจ anche una insegna capitolina che ha aperto di recente la terza location in pieno centro, in piazza delle Coppelle, dedicato proprio alla cucina romana: nomen omen?

forchetta con amatriciana

Non solo di pizza parliamo…

Ma non รจ una questione solo di lievitati. Di recente, tra un assaggio e lโ€™altro, ci siamo spinti tra i sampietrini del centro storico per tornare a testare une delle piรน celebri amatriciane allโ€™ombra del Cupolone, quella della Matricianella, ristorante fondato nel lontano 1957. Sarebbe fin troppo facile addossare la cottura prolungata, per non dire scotta, alle flotte di turisti che da tutto il mondo vivacizzano questi vicoli, in realtร  siamo in un filone tutto romano di tirare anche la pasta, senza particolari distinzioni tra fresca secca. Non รจ un caso che il New York Times abbia ripreso la ricetta della cacio e pepe di Roscioli, consigliando una pasta โ€˜fully cookedโ€™. Stiamo esagerando o forse no, nei ristoranti del centro di Roma, ma possiamo estendere anche il filtro ai centri delle principali cittร  italiane, la decantata consistenza al dente รจ un lontano miraggio. E non solo per il turismo di massa. Torniamo sul nostro bucatino allโ€™amatriciana, il sottofondo รจ bruciato โ€“ anche qui – e incrocia lโ€™affumicatura del guanciale. โ€œIl 99% della clientela lโ€™adora cosรฌโ€, ci dice la proprietaria, attenta e cortese.

E il caffรจ?

Crediamo nel pranzo storto, anche se segnaliamo sommessamente lโ€™esistenza della possibile botta di culo, e ci rifacciamo con la carta dei vini: tante scelte classiche e ricarichi che per fortuna non sembrano allineati allโ€™inflazione. Quindi, ringraziamo e ci regaliamo un caffรจ. Qui noi romani siamo a dir poco intransigenti: deve essere bruciato, non ci sono vie di mezzo. Ci รจ capitato piรน volte di assistere a clienti, anche amici, inferociti per non aver trovato nella tazzina quel rassicurante sapore arso capace di distillare e prolungare il piacere della sosta. Quella scossa รจ cosรฌ utile per ripartire nel corso della giornata. Scovare un buon espresso nella Capitale รจ come pescare un buon Nebbiolo in California. Passeggiamo sulle sponde del Tevere, tra platani che iniziano a perdere le foglie e onde di motorini, siamo talmente abituati a immergerci nel flusso da sentircela addosso questa sensazione capitolina. E forse forse nemmeno ci dispiace del tutto.

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