Meat sounding

Mentre la ricerca mondiale avanza, in Italia la carne coltivata fa stupidamente paura

Continua in Italia la crociata contro la carne coltivata, mentre nel mondo la ricerca avanza. Si ricorre al mantra della "naturalitร ", ma si rischia di confondere la natura con l'allevamento industriale

  • 12 Novembre, 2023

Di sentir parlare di carne coltivata non se ne puรฒ piรน. Perlomeno in Italia, dove qualsiasi tentativo di andare avanti con la ricerca รจ stato ostacolato. Dal governo e dalle associazioni di categoria, Coldiretti in primis: chi non ricorda quel volantino iniziato a circolare a inizio anno? Due sezioni a confronto, da un lato immagini di mucche al pascolo (questa sรฌ ingannevole come rappresentazione della realtร ) e dallโ€™altro la vignetta di un laboratorio chimico: cibo naturale o cibo sintetico – da che parte stai? – chiedeva al consumatore Coldiretti.

carne coltivata

Il mantra della naturalitร 

Del resto, quel mantra della” naturalitร ” รจ il punto di forza dellโ€™attuale governo, che punta a fare leva sulla presunta โ€œgenuinitร โ€ del cibo per conquistare la pancia degli italiani. Missione: contrastare il fenomeno del meat sounding, ovvero vegetali dai nomi โ€œfuorviantiโ€. Niente salsicce o cotolette plant-based. Primo firmatario della proposta di legge รจ il deputato della Lega e presidente della Commissione Agricoltura Mirco Carloni, che dice di battersi per la tutela del consumatore. Ma veramente i consumatori sono cosรฌ ingenui? Di fronte alla scritta โ€œ100% vegetaleโ€ una persona non capisce che non si tratta di una salsiccia di maiale? Forse, dietro la lotta al meat sounding si nasconde la necessitร  di tenere alta la guerra ideologica contro quello che continua erroneamente a definire cibo โ€œsinteticoโ€ (in realtร  non รจ frutto di nessuna sintesi).

Nel mondo la ricerca avanza

Intanto, nel resto del mondo, la ricerca va avanti: a maggio in Israele รจ nato il primo latte coltivato, bevanda che riproduce le proteine del latte attraverso un processo di fermentazione a base di lievito (che il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, ha definito cibo Frankenstein). Prima ancora, a febbraio, la Food and Drug Administration ha dato il via libera alle aziende per etichettare come โ€œlatteโ€ le bevande vegetali in vendita negli Stati Uniti, spiegando che il nome non รจ tale da ingannare i consumatori. Del resto, per esempio, spesso il nome di un prodotto si riferisce alla preparazione e non allโ€™ingrediente: la polpetta puรฒ essere di carne o di melanzane, e allora perchรฉ non di soia? E perchรฉ a fronte di etichette davvero incomprensibili e su cui raramente si assiste a battaglie politiche, sul fronte “carne” invece ci si preoccupa cosรฌ tanto della ingenuitร  del consumatore ignaro di cosa mette nel carrello?

allevamento maiali

L’allevamento industriale รจ naturale?

Non sarร  che per “naturale”, nella Fattoria Italia, si intende l’allevamento intensivo industriale che – secondo le ultime stime di Assocarni – per la filiera del bovino (che in Italia rappresenta piรน del 4.5% dellโ€™agroalimentare) vale 9,3 miliardi di euro? Questo alla faccia della sostenibilitร  sia ambientale – con elevatissimi costi, consumi e inquinamento – che etica (negando ogni idea di tutela degli animali considerati solo beni economici e produttivi).

In Italia continua la crociata

Intanto, mentre in Italia si allunga la lista delle occasioni mancate sul fronte della ricerca e della innovazione (opportunitร  di rinnovamento anche per i nostri agricoltori), in Olanda si allunga invece la lista di attesa di chi vuole assaggiare nel piatto i risultati dei laboratori, e pure un bistrot virtuale dove provare lโ€™esperienza di un ipotetico menu a base di carne coltivata; mentre la Cina sta lavorando per entrare da protagonista nel mercato globale della carne coltivata. E lโ€™Italia? Behโ€ฆ qui continua la crociata contro la bresaola vegana.

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