I bizantini per centinaia di anni hanno avuto due figure di pesce assieme ai ritratti dei re sulle loro monete: una balena e due palamite, sempre a coppia. La palamita, un pesce migratore della famiglia dei tonni, era il pesce che fino a poco fa colorava il Bosforo durante il periodo della migrazione. Le battute di pesca erano sempre generose e hanno regalato unโimmensa letteratura e una grande quantitร di ricette alla tradizione culinaria di Istanbul. Il buongustaio Archestrato di Gela, poeta e scrittore del IV secolo avanti Cristo, definisce la palamita (o palamide) โun pesce che non puoi rovinare anche se volessiโ e riteneva che il miglior piatto si potesse mangiare a Bisanzio: nella sua ricetta preferita consiglia di avvolgere il pesce nella foglia di fico e tuffarlo nella cenere calda. Tra le tante ricette della tradizione turca, perรฒ, ce nโรจ una che piรน Istanbul di quella non cโรจ niente: Lakerdaโฆ ร un modo particolarissimo di scegliere e lavorare il pesce, salarlo e metterlo in salamoia a fermentare.
Per chi abita allโestero (come chi scrive) avere nostalgia della lakerda รจ sinonimo di avere nostalgia di Istanbul. Sono talmente intrecciate le due storie โ quella della Istanbul profonda e popolare e quella della lakerda โ che non si puรฒ dire quale sia lโuovo e quale la gallina. Fino a poco tempo fa si credeva che questa preparazione lโavessero portata a Istanbul i Sefarditi immigrati dalla Spagna e che la parola si riferisse a โla queridaโ, in spagnolo. Invece ora sappiamo che รจ una tradizione plurimillenaria e appartiene al passato greco antico della zona, come sarebbe anche il famoso garum degli antichi romani.
Lo studioso e scrittore di pesce Tan Morgรผl crede che la parola lakerda derivi dal genovese e non dallo spagnolo. Nel dialetto genovese, lacerare รจ infatti un modo di tagliare e rispecchia il taglio della lakerda. Come si racconta nella Trilogia di Istanbul di Ferzan รzpetek, la migliore lakerda si fa dal torik non dalla palamita. Nel secondo film della trilogia il regista sottolinea la sua appartenenza a Istanbul proprio attraverso questo riferimento: la lakerda, che รจ un โsalva stomacoโ perfetto per bere raki, il distillato che accompagna le tavole turche; che รจ una cultura e ti definisce. La migliore lakerda, quindi, si fa con la palamita o con il torik? In realtร non si tratta di pesci diversi: la palamita รจ un pesce che cambia nome a seconda della sua etร e grandezza. Il piรน piccolo si chiama Kestane (in italiano: castagna), un pochino piรน grande Gaco (si legge gagio), poi รingene (zingara), Palamut (palamita, allโetร di un anno), poi Torik, Zindan Delen (il โforacarcereโ), Sivri (appuntito), Altiparmak (sei dita) e Peรงutaโฆ
Una volta compagno dei re sulle monete bizantine, la lakerda adesso ha trovato la sua regina, a Istanbul: Aylin รrnek. Lei, urbanista che si รจ occupata dei diritti dei cittadini e delle donne in organizzazioni onlus praticamente per tutta la vita, a un certo punto si stanca e apre un locale, un caffรจ-bistrot nel suo quartiere Kuzguncuk: uno dei quartieri storici di Istanbul nella parte asiatica, vicino a Scudari (รskรผdar), sulla riva del mare, una delle zone che รจ rimasta piรน fedele alle sue origini e dove si respira unโaria da quartiere, un villaggio di pescatori dentro la cittร . Il Caffรจ di Aylin, famosissimo per la sua colazione (il pasto piรน godereccio della tradizione istanbuliota) diventa un luogo di abitudine per architetti, artisti, intellettuali, tutta la gente che Aylin incontrava e frequentava nella sua vita precedente. Nel locale non si mangia solo, si parla anche: si parla di urbanistica, di come cambia la cittร , di come cambiano le tradizioni culinarie e di come si puรฒ lottare assieme per difendere uno degli ultimi orti storici della cittร che una volta era famosa per i suoi giardini e vigneti, prima di venire soffocata dai grattaceli. Tra gli argomenti piรน vivi cโรจ la lakerda: il cibo simbolo della cittร , il simbolo dellโamore per Istanbul e anche il suo sapore perduto.
Le lakerda non sono piรน quello che erano: chi li produce, si sbriga. Si lavorano con le palamite invece che con i piรน grandi torik, come richiede la tradizione. I pescatori sono diventati avidi e oggi cโรจ meno pesce: la palamita non si vede piรน nella sua forma adulta, da quando prende il nome di Zindan Delen in poiโฆ
Si parlava talmente tanto di quella tradizione, nel caffรจ di Aylin, che lei stessa ha deciso di diventare lakerderara. Riportando in vita a Istanbul quella tradizione radicata e identitaria della sua cittadina di origine, Sinop (la vecchia Sinope cittร Greca-Romana-Seljuka-ottomana fondata dalle Amazzoni secondo la leggenda) che rappresenta lโaltra fortezza della cultura della Lakerda accanto a Istanbul. Cosรฌ, quando dice a sua mamma: โMi metterรฒ a fare la lakerda!โ, la povera donna si deprime per la follia della figliaโฆ ma poi le dร il suo consiglio: โUna volta avvolgevamo la lakerda nella foglia di cavolo nero (pianta quintessenziale del Mar Nero) e la immergevamo nella cenere caldaโ. Sรฌ, proprio come raccomandava Archestratoโฆ
Cosi Aylin, comincia imparare da Merdol Karaman uno degli ultimi maestri di una catena ininterrotta nel ventre popolare di Istanbul, che passa il suo sapere alla donna. E meno male che lo fa: perchรฉ il grande maestro, poco dopo aver insegnato il lavoro alla sua discepola, si spegne. Cosรฌ oggi รจ lei, Aylin Ornek, la piรน grande maestra della lakerda alla istanbuliota. Oltre a essere anche lโunica donna che fa questo lavoro.
La preparazione di Aylin รจ considerata al top da tutti i connoisseur amanti di questa tradizione marinara. Ma come nasce la lakerda perfetta? ยซInnanzitutto, bisogna scelgliere un Torik (palamita di taglia 4, ndr) e lavorarlo da ottobre fino a Capodanno, al massimoยป. La buona lakerda รจ il punto di incontro tra il posto giusto e il momento giusto. Non basta infatti seguire il calendario, ma il pesce deve essere pescato tra Sinop (la cittร -penisola sul Mar Nero) e il Faro di Leandro, nel quartiere รskรผdar dโIstanbul. Non solo: trovato il pesce della giusta dimensione e dal posto giusto, cโรจ ancora da fareโฆ Ci sono infatti altri due criteri da soddisfare: il pesce non deve essere nรฉ Yemli nรฉ Haslak e cioรจ deve essere pescato affamato oppure con una digestione completata; e deve aver viaggiato nelle correnti fredde in modo che la sua carne non sia โcottaโ (rilassata) ma soda. Come si fa a capire se il pesce della giusta grandezza non sia anche yemli? Ce lo spiega sempre Aylin: ยซSi apre la bocca del pesce e si guarda se ci sono residui di cibo. Poi si guarda lโano del pesce e si controlla se presenta delle perdite viscose. Il terzo controllo รจ al naso: una volta schiacciato, dal naso non deve fuoriuscire sangueยป. Se viene usato il pesce โsazioโ, la sua carne rimane morbida e fragile durante lavorazioni: gli enzimi della digestione creano un tessuto mucoso sulle pareti dello stomaco, e alla fine la lakerda sarร molliccia, poco soda. ยซPer caritร !ยป, si schermisce Aylin.
Effettuati questi controlli, รจ il momento di verificare quale sia stato il tragitto del pesce: se abbia cioรจ viaggiato in correnti fredde o in acque calde e se la sua carne non si sia quindi โcottaโ. Un poโ come il nostro corpo si rilassa nei vapori di unโฆ bagno turco! Per capire questo, si prende il pesce dalla coda e si alza leggermente sulla testa: bisogna sentire una resistenza nel corso di questa manovra. Se il pesce si piega su se stesso troppo facilmente, vuol dire che ha avuto un effetto bagno turco nel mare e il lakerda verrร troppo morbido. E non va bene.
Il pesce, poi si deve pulire. E anche questo richiede cura, attenzione e conoscenza. Come ci mostra Aylin, prima si tagliano le pinne si tagliano, poi tocca alla testa. Un colpo secco eโฆ un bagno di sangue! Aylin, con i suoi guanti e grembiule di plastica, sembra la Dexter del mare. Dopo, fa un taglio sotto lโano e tutti gli organi interni vengono tirati via. Poi, mette il dito dalla parte della testa e tira fuori tutta la โcoratellaโ. Non tutto il corpo della palamita รจ adatto a diventare lakerda: si taglia un pezzo da tre dita dalla parte della testa e se ne ricava un altro lungo cinque dita dalla parte della coda: sono gli โscartiโ. Poi si taglia un pezzo grande come una mano. E poi un altro. Da ogni pesce di 4-5 chili si possono ricavare in genere 4 pezzi detti takoz. Inoltre, non bisogna mai tagliare il pesce tirando il coltello in avanti e indietro: pochi movimenti e in unโunica direzione, cosรฌ da non rovinare il tessuto della carne.
Dopo la carne, tocca ai rognoni: una delle parti piรน interessanti di questo lavoro. Con un coltello sottile Aylin entra nella cavitร dove si trova il rognone e, tenendo fisso il coltello, ruota il trancio del pesce con la lama ne ricava lโorgano. Il risultato รจ un takoz con un buco in mezzo, una parte piena di sangue che Aylin pulisce con movimenti gentili del coltello. Dopo una attenta operazione abrasiva, Aylin mette il takoz in acqua e continua a nettare le pareti del buco sanguinolento. Ma ancora non รจ tutto: con un acciaio sottile si tolgono i grumi e i residui rimasti attaccati allโosso centrale. A questo punto occorre tirar fuori il midollo che si trova sopra lโosso: Aylin lo fa con estrema precisione e con un movimento secco.
ยซLa pulizia maniacale del pesce รจ un elemento molto importante per un prodotto di qualitร ยป, spiega Aylin. La lakerda deve essere di un bianco rosaceo che richiama il colore di un bel marmo: paragone che va bene anche per la durezza che deve avere la carne.
Una volta pulito, il pesce rimane in acqua per una notte, al freddo. Il giorno dopo abbiamo la questione del sale! Sale di mare o di roccia? ยซIo utilizzo quello di roccia โ spiega Aylin โ Il sale deve penetrare perfettamente nel pesce: perciรฒ non puรฒ essere troppo grosso ma neanche troppo fino, altrimenti si cementa con lโumiditร del pesce. Per questo lโideale รจ un sale non marino, mediamente macinatoยป. Cosรฌ, avvolto per bene nel sale, i tranci ci palamita restano in frigo tra i 10 e i 12 giorni. A questo punto i takoz sono diventati di un color marroncino per niente accattivante. Cosรฌ, prima si lava e poi si fa riposare ancora in salamoia per una decina di giorni: ora sono belli. E anche pronti da mangiare: il codice del vero lakerdaro richiede infatti che venga consumato appena pronto e senza condimenti nรฉ accompagnamenti. Unici abbinamenti accettabile per una buona lakerda sono una fetta di cipolla rossa e l’mmancabile raki, ovviamente…
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