Ne sono passati ventuno. Oltre due decadi trascorse a confrontarsi, a volte a discutere animosamente, in alcuni casi (pochi) con degli strascichi. Ma quello che continua a contraddistinguere il Consorzio Vini Veri, fondato da un pugno di vignaioli nel 2004, รจ l’ambizione di fare vino senza stravolgere il territorio dove lo si produce. Di piรน: provando a valorizzare la cultura e la tradizione della zona, privilegiando l’utilizzo dei vitigni autoctoni. Interventi? Quelli necessari, ma minimi. Una storia di follie andata in scena con gli applausi di chi apprezza il copione, e i fischi di chi รจ sempre stato scettico. I loro sono vini che si amano o si odiano, non c’รจ molto altro da aggiungere. Paolo Vodopivec guida l’associazione ormai da alcuni anni (protagonista un anno fa di un dibattito storico organizzato dal nostro giornale), e in vista della prossima edizione all’Arena Exp di Cerea – in programma dal 4 al 6 aprile – racconta al Gambero Rosso i nuovi obiettivi (ยซParlare ai giovani e come i giovaniยป) e le sfide che il vino in generale deve affrontare, tra crisi delle economie occidentali e i nuovi dazi imposti da Donald Trump.
La nuova edizione di ViniVeri parlerร del futuro del vino, un tema difficile tenendo conto che il settore non se la passa benissimo.
Assolutamente sรฌ, la situazione รจ difficile, dobbiamo essere obiettivi. Mentre l’anno scorso, essendo il ventennale dellโassociazione, cโรจ stata una fase celebrativa, quest’anno dobbiamo guardare avanti, cโรจ bisogno di uno sguardo sul futuro.
Anche perchรฉ il presente รจ molto incerto.
Infatti, partiamo dal presente ma vogliamo tenere conto delle aspettative dei giovani. E il tema del convegno di sabato รจ proprio questo,ย “Il vino attraverso gli occhi delle nuove generazioni”.
Come se la sta passando il mondo del vino? ร in buona salute?
Direi di no, non รจ un momento semplice, non solo a livello italiano ma a livello globale.ย Ci sono diversi fattori che influiscono, non c’รจ un unico motivo. E ogni paese ha le sue problematiche.
Quali sono i fattori?
Uno, sicuramente, รจ che con lโaumento dell’inflazione il potere d’acquisto delle persone comuni รจ stato eroso e quindi la gente fa molta piรน attenzione a spendere.
E gli altri?
Sicuramente le nuove generazioni si approcciano al vino in maniera molto diversa.
I numeri suggeriscono che sono disinteressati al vino. Che ne pensa?
ร innegabile, sono meno interessati. Anzi, sono incuriositi da altri tipi di bevande alcoliche, penso ai cocktail, o addirittura non alcoliche. A ViniVeri cercheremo di chiarire meglio questo nuovo tipo di approccio e promuovere un racconto culturale intorno al vino.
Perรฒ per affermare il vino come fattore culturale bisogna cambiare il modo di comunicarloโฆ
A nostro avviso, cโรจ bisogno di puntare su un linguaggio piรน giovane, meno ingessato. Ma come dicevo anche di parlare delle nuove realtร che emergono. Abbiamo pensato a una degustazione –ย โCalici Giovani, Voci Nuoveโ โ piรน dinamica eย coinvolgente proprio per parlare delle cantine condotte da giovani vignaiole e vignaioli.
Per anni il mondo del vino ha parlato, e lo fa tuttโora, un linguaggio che in molti non capiscono. A volte troppo tecnico, a volte barocco.
Cโรจ unโinnegabile necessitร di parlare di vino in un altro modo. Negli anni scorsi abbiamo cercato di mettere un punto, lo abbiamo fatto anche con il Manifesto sottoscritto nel 2022. Lโobiettivo รจ ovviamente avvicinare i giovani e per farlo dobbiamo usare un linguaggio piรน adatto al loro modo di essere. Questโanno abbiamo anche proposto una formula piรน โleggeraโ, con un prezzo agevolato: gli under 25 potranno accedere a 25 euro.
Il mondo dei vini naturali รจ riuscito ad attirare i giovani?ย
Non cโรจ una vera risposta, sicuramente stiamo cercando di dare un messaggio corretto sul mondo naturale. Perchรฉ se negli anni passati c’รจ stato un approccio โapprossimativoโ, a volte troppo, oggi le cose sono cambiate. E devono continuare a cambiare, perchรฉ con i problemi che vive il mondo del vino, spetta a noi dare messaggi chiari, corretti, e definire unโidentitร giusta.
Dicevamo delle sofferenze del settore vino. Anche i vostri iscritti lamentano un calo delle vendite e un aumento dell’invenduto? Ci sono segnali piรน preoccupanti rispetto allo scorso anno?
Sรฌ, le vendite sicuramente hanno rallentato e di conseguenza l’invenduto รจ cresciuto. Ma personalmente penso che questa crisi non รจ venuta fuori nell’ultimo anno. I primi sintomi si sono intravisti giร qualche anno fa.
Quando li colloca?
Il Covid รจ stato l’antipasto, c’รจ stato un brusco rallentamento delle vendite per i motivi che conosciamo. Dopodichรฉ il mercato รจ ripartito, ma di fatto il rallentamento รจ stato lento ma costante. Non รจ un fatto degli ultimi nove-dodici mesi, sono giร due anni che le coseย hanno iniziato a cambiare.
E ora c’รจ una Spada di Damocle aggiuntiva con i dazi al 20 per cento annunciati da Donald Trump.ย
Per chi lavora con gli Stati Uniti, chiaramente non รจ una notizia positiva. Gli stessi importatori lamentano che sarร piรน difficile collocare i vini sul mercato americano, quindi c’รจ sicuramente preoccupazione. E ovviamente questa preoccupazione ricade sui produttori che possono risentirne giร a breve e medio termine.
Se da una parte i dazi fanno paura, dall’altra negli ultimi due-tre anni l’Unione europea non รจ stata gentile con il vino, soprattutto con la proposta di introdurre etichette che mettano in guardia i consumatori sui rischi per l’alcol, come per le sigarette.ย
Non ci aiutano, questo รจ certo. Passano messaggi non proprio benevoli nei confronti del vino. E il fatto che venga messo alla stregua di prodotti cancerogeni รจ sbagliato, il messaggio non puรฒ essere quello di condannarlo, ma di un consumo consapevole. La mia preoccupazione, cosรฌ come quella del nostro Consorzio, che rappresenta molti piccoli produttori artigiani, che tra mille difficoltร , tra mille lacci e cavilli, cerca di sopravvivere, รจ che questa sia l’ammazzata finale.
C’รจ un attacco al vino?
Non so come chiamarlo, ma di certo ci sono altre cose di cui l’Unione europea dovrebbe tenere conto. Chi sta sul territorio, ad esempio, e cerca di proteggere l’ambiente dove lavora, o chi valorizza i vitigni autoctoni, andrebbe valorizzato. Entrambe sono forme di tutela e di salvaguardia dei territori.
Bevande no e low alcol continuano a diffondersi. Il neo-salutismo รจ arrivato per restare, ha delle responsabilitร ?ย
ร difficile attribuire delle responsabilitร , รจ chiaro che negli ultimi anni la sensibilitร delle persone รจ cambiata, si presta piรน attenzione a certe cose, alla salute in particolare. Ma non si puรฒ dare la colpa al salutismo, semmai รจ sbagliato demonizzare il vino.
C’รจ anche un importante dibattito intorno ai dealcolati. Dalla fine del 2024, l’Italia puรฒ produrli.ย
Innanzitutto, difficilmente puรฒ essere chiamato vino. Si tolgono tanti aspetti legati alla cultura, alla tradizione e all’essenza del vino stesso.
Puรฒ essere una soluzione nel caso di invenduto?ย
In realtร no, ha un costo notevole sia per quanto riguarda le attrezzature sia per il processo. Le nostre realtร sono piccole, producono da duemila a trentamila bottiglie. Non facciamo grandi numeri, sono realtร artigianali che hanno a cuore la preservazione della tradizione, della cultura e dell’espressione territoriale. Dealcolare non puรฒ essere la soluzione per questo tipo di aziende.
Sarebbe surreale un giorno leggere “vino dealcolato naturale”?
Totalmente, subisce un processo industriale.
Li ha assaggiati?ย
Ancora no.
Qual รจ la vostra posizione sui Piwi? In molti iniziano a considerarli un’opportunitร , anche tenendo conto dei forti cambiamenti climatici e alla possibilitร di avere viti piรน resistenti agli agenti esterni.ย
Anche i Piwi presentano dei problemi, non sono tutte rose e fiori.
Ovvero?ย
Non รจ vero che in vigna non si fanno trattamenti. Ma il tema vero รจ che dobbiamo valorizzare i vitigni autoctoni. Abbiamo un bagaglio enorme, in parte del quale sconosciuto e che invece dovremmo valorizzarlo.
A proposito di cambiamento climatico. Il mondo naturale teme che col tempo si debba per forza intervenire in vigna per salvaguardare la produzione?ย
C’รจ ed รจ sotto gli occhi di tutti. Le ultime sono state annate estreme da molti punti di vista, caldo terribile o grandi piogge. Le pratiche agronomiche devono essere adattate al tipo di cambiamento, ma questo non vuol dire che dobbiamo essere interventisti.
Il Brett รจ il lievito piรน controverso, amato da certi, tollerato da altri, detestato dalla maggior parte. Alcune realtร di vino naturale hanno cercato di normalizzarlo. Voi da che parte state?
Il Brett per noi รจ un difetto, non รจ un pregio. Su questo c’รจ sempre stato un confronto per far sรฌ che vini con il Brett non siano presenti. In passato, alcuni difetti venivano associati come caratteristica del vino naturale, ma non รจ vero, significa togliere dignitร al vino stesso. C’รจ stata una tendenza a portare sul mercato prodotti non accettabili, ma per questo abbiamo firmato il Manifesto, abbiamo preso posizione.
Alice Feiring, sei anni fa, scrisse sul New York Times che il vino naturale delle origini era minacciato dalle grandi aziende statunitensi che volevano metterci le mani. E in Italia?ย
Vent’anni fa ViniVeri รจ stato rivoluzionario, ha aperto agli occhi a molti piccoli produttori che hanno capito che potevano pensare in maniera diversa e lo hanno fatto. Altre aziende, piรน grandi, capendo la potenzialitร di questa fetta di mercato, hanno ammiccato al mondo naturale anche se avevano una sensibilitร diversa. Certo รจ che usare meno chimica in vigna e non intervenire in cantina รจ una cosa buona per tutti, anche per i grandi.
Nomi?ย
Non ne faccio. Ma teniamo conto che l’ammiccamento lascia il tempo che trova, il consumatore รจ molto piรน preparato rispetto a diversi anni fa. Non lo freghi.
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