Contraffazione

Maxi frode di Zibibbo di Pantelleria. In cinque anni vendute 30mila bottiglie di vino comune come fossero Doc

Scoperto proprio sull'isola di Pantelleria il deposito che faceva capo ad una società con sede in Germania. In sei anni i guadagni hanno superato gli 800mila euro

  • 29 Settembre, 2025

Tutto è partito da un monitoraggio dei siti web e dei social network, dove si vendeva vino Zibibbo di Pantelleria, per di più marchiato a Dop (Denominazione d’origine protetta). Indagini che i Carabinieri per la tutela agroalimentare di Roma e di Messina hanno condotto nei mesi scorsi, fino a scoprire una maxi frode in commercio di livello internazionale. Con una particolarità: il cuore della contraffazione è una società con sede in Germania, specializzata nel commercio di vino, che operava senza autorizzazioni sia per produrre sia per vendere il vino Zibibbo di Pantelleria Dop.

Il deposito era in Sicilia

I militari, sotto la direzione della Procura di Marsala, hanno così sequestrato 5mila litri di vino, di cui 3.500 in fase di trasformazione e circa 1.500 litri già imbottigliati e già etichettati con le false denominazioni Zibibbo di Pantelleria e Terre siciliane Igt. Il deposito era in Sicilia, proprio nell’isola di Pantelleria. E il marchio Dop non poteva essere inserito nelle bottiglie in quanto la società non era accreditata. Il titolare della società tedesca è stato denunciato alla Procura di Marsala con l’accusa di frode in commercio, aggravata per la vendita di prodotto non genuino.

In commercio dal 2019

I carabinieri, infatti, hanno accertato che questo vino con falso marchio Dop, in barba al disciplinare di produzione della denominazione siciliana, veniva commercializzato dal 2019, quindi per ben cinque annate vendemmiali. La società avrebbe commercializzato, in questo arco di tempo, circa 30mila bottiglie di vino comune non certificato, con guadagni che gli inquirenti stimano in oltre 800mila euro. Il prodotto sequestrato, non essendo tracciabile, è stato distrutto secondo quanto prevede la normativa vigente.

Export in più di dieci mercati

Dalle indagini, secondo quanto reso noto dallo stesso Ministero dell’agricoltura, si è scoperto che l’azienda tedesca commercializzava il vino in molti Paesi: Germania, Svizzera, Regno Unito, Norvegia, Canada, Taiwan, Giappone, Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Francia, Russia e Stati Uniti. Una frode internazionale, insomma, scoperta grazie al piano predisposto dalla Cabina di regia per i controlli amministrativi nel settore agroalimentare, creata in seno al Ministero dell’agricoltura, che la scorsa settimana aveva annunciato il sequestro di 12mila litri di vino rosso nel Foggiano e, in quella precedente, un’operazione analoga in provincia di Lecce, riguardante il vino Primitivo.

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