Aveva compiuto 94 anni lo scorso giugno, Giacomo Bulleri, che oggi pomeriggio, presso la chiesa di Santa Maria della Passione โ designata per i funerali โ raccoglierร l’affetto di una cittร che ha contribuito a rendere celebre nel mondo. E infatti il suo nome, a Milano, continueranno a ricordarlo tutti, per sempre legato a un gruppo di ristorazione cresciuto in (e con) la cittร , orientandone i gusti e anticipando tendenze, come racconta il libro edito da Elisabetta Sgarbi nel 2013 โ Ricette di vita โ che del mondo di Giacomo condensa luoghi, memorie, pensieri.
Nato a Collodi nel 1925, Bulleri si trasferรฌ giovanissimo a Torino, per imparare il lavoro di โbottegaโ e studiare l’universo della ristorazione dall’interno. A 11 anni, impiegato come lavapiatti, per iniziare una gavetta che l’avrebbe portato in alto: โDopo pochi anni hanno iniziato a darmi un poโ di spazio in cucina, perchรฉ hanno capito che ero sveglioโ raccontava Bulleri qualche mese fa al Giornale โLa gavetta serve, ma serve anche lโindoleโ. Infatti nel 1958, a Milano, esordisce con il primo ristorante di proprietร , la Trattoria da Giacomo a via Donizetti, non distante dalla Camera del Lavoro. Sarร questa, per i decenni a venire, l’insegna che consacrerร la professionalitร e l’intuito di Bulleri, non certo l’unico tra i toscani di grande fiuto imprenditoriale โemigratiโ in cittร in cerca di fortuna, ma indubbiamente uno dei piรน longevi e rappresentativi: votata a rappresentare la buona cucina di tradizione italiana (di matrice toscana), la tavola di Giacomo diventerร presto ritrovo preferito della Milano bene, per pranzi di lavoro e cene in famiglia, tra un risotto e un carrello dei bolliti. Ospitando sovente anche personalitร del panorama artistico e culturale internazionale, dalla Callas a Kissinger, passando per Montanelli, Versace e Mondadori. E piรน tardi, col boom della Milano della moda alla fine degli anni Ottanta, Madonna, Maradona, Franca Sozzani, Woody Allen. Icone internazionali in cerca di un rifugio diventato pop pur continuando a perseguire un’eleganza senza tempo.
Cosรฌ l’attivitร ha finito per diventare un’impresa a gestione familiare (in casa lo considerano il segreto del successo), sotto la guida di Tiziana Bulleri e Marco Monti – rispettivamente figlia e genero del patron – e conta oggi 7 locali in cittร , cui si รจ aggiunto, dall’estate 2018, l’avamposto di Pietrasanta, in Versilia, dove l’imprenditore toscano aveva celebrato, in occasione del suo 93esimo compleanno, un ritorno a casa particolarmente gradito, prima occasione per esportare la โgriffeโ Giacomo fuori da Milano. Quasi un sigillo alla lunga carriera spesa ad accudire i suoi ristoranti.
Pur non avendo mai tentato la via dell’estero, la fama di Giacomo รจ cresciuta col tempo fino a meritare, nel 2017, l’attenzione del New York Times, che allora titolava, a proposito del ristoratore meneghino, โThe man who cooked for Italyโ, ricordando le numerose personalitร conquistate dalla piacevolezza del ristorante di via Donizetti (dagli anni Novanta nel nuovo locale di via Sottocorno, firmato dall’architetto Mongiardino, che sancรฌ il passaggio da trattoria a ristorante), poi replicata in tutte le insegne inaugurate a partire dal 2009 per diversificare l’offerta del gruppo. L’ultima arrivata รจ la Rosticceria aperta nel 2017, che con il ristorante, il bistrot, la pasticceria e la โtabaccheriaโ ha fatto di via Sottocorno un polo gastronomico firmato Giacomo (gli altri due locali, invece, sempre in pieno centro cittadino, sono Giacomo Arengario al Museo del Novecento e il caffรจ Giacomo di Palazzo Reale). Un gruppo solido (nel 2018 il giro d’affari ammontava a 13,5 milioni di euro, frutto anche della linea di prodotti a marchio Giacomo), dunque, capace di non accusare il peso degli anni pur mantenendo l’identitร rassicurante e ordinata che il suo patron ha voluto imprimere sin dai primi anni di attivitร , con l’idea di offrire un ritrovo piacevole – per cucina e ambiente, informale ma curato nei minimi dettagli โ alla Milano in cerca di figure e luoghi di riferimento, per presentarsi al mondo col suo abito piรน bello.
Non a caso il ristorante รจ oggi annoverato nell’elenco dei Negozi Storici della Regione Lombardia, e nel 2015 l’impegno di Bulleri per valorizzare l’immagine della cittร gli รจ valso il riconoscimento dell’Ambrogino d’Oro. Lui, perรฒ, ha sempre preferito gestire la notorietร con discrezione, fino all’ultimo vivendo in prima persona i suoi ristoranti: โLa sala e il ristorante sono il mio palcoscenico, la mia televisioneโ diceva condensando in una frase il suo pensiero โIl mio regno รจ la cucina, il mio pubblico sono i clientiโ.
a cura di Livia Montagnoli
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