L’occasione per incontrarsi e conoscersi c’è stata il 24 giugno scorso quando, presso il Gotham Hall di New York, si è tenuta una cena di gala alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida, per supportare al meglio il percorso della cucina italiana, ufficialmente candidata a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità dell’Unesco da marzo. Una cena incentrata su varie proposte della cucina nostrana e firmata da Alessandro Borghese, Enrico Derflingher, Gianni Tarabini e – appunto – Andrea Zanin, pastry chef di stanza negli Usa. È arrivata l’ultimo giorno di luglio la notizia della sua nomina ad ambasciatore, voluta per rendere più efficace la candidatura della cucina italiana a Patrimonio Unesco, un’iniziativa supportata dal MASAF che punta a valorizzare il nostro patrimonio enogastronomico e la tradizione culinaria italiana.
“Oggi celebriamo il Sistema Italia e la consapevolezza delle potenzialità dell’essere italiani per le nostre imprese e per il nostro sviluppo. Lanciamo nella serata di oggi anche in Veneto la candidatura della cucina italiana patrimonio immateriale dell’Unesco”. Così il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, intervenendo alla premiazione della 3a edizione del Marina Militare Nastro Rosa Tour a Venezia. “La nostra cucina – ha sottolineato – non è solo la realizzazione di un piatto ma quello che il piatto racconta: la ricerca, la trasformazione, la contaminazione di secoli di storia, la capacità di produrre tenendo conto la sostenibilità ambientale e sociale“. “Non credo” ha continuato il ministro Lollobrigida “ci sia il bisogno di spiegare perché la cucina italiana merita al pari di quella francese, giapponese, coreana, messicana, di essere considerata patrimonio immateriale Unesco da proteggere. Vogliamo raccontare le nostre potenzialità e metterle a disposizione dei nostri ambasciatori, ossia i nostri cuochi e ristoratori in Italia e all’estero”. “Intorno alla cucina italiana” ha concluso Lollobrigida “ci sono ambiente, turismo, economia, produzione. Tutto questo è anche un modo per far crescere le nostre imprese, ma ancor di più per garantire un processo che assicuri all’umanità in futuro quel benessere che la nostra Nazione in tanti occasioni ha saputo donare”.
Da oltre 10 anni Zanin è di casa nella Grande Mela con il suo Bianco Latte, pasticceria di stampo italiano, dove si impegna a rappresentare un pezzo della cucina e dell’eccellenza gastronomica nostrane, ma la sua è una formazione d’impronta internazionale grazie alla frequentazione di note maison francesi e a corsi di formazione con chef italiani e internazionali. A completamento di un percorso virtuoso entra in giovane età nell’associazione Relais Desserts International e a 40 anni viene nominato “Migliore Pasticcere dell’anno”.
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