
Siamo un gruppo di fornai convinti che debba cambiare l’approccio culturale al pane, e per questo abbiamo deciso di lavorare insieme fondando un’associazione che abbiamo chiamato Panificatori Agricoli Urbani. Riconosciamo al Gambero Rosso una spinta a rafforzare il nostro impegno, anche grazie alla guida “Pane e panettieri d’Italia” a cui riconosciamo il merito di aver aperto una breccia nel far capire agli italiani che “il pane non esiste”, perché esistono in realtà tanti modi di intendere il pane e questo nostro mestiere.
Ci ha stupito, per questo, la scelta di riprendere sul vostro portale dieci giorni dopo la sua diffusione un comunicato stampa di Coldiretti che attacca il settore della panificazione i cui prezzi medi sarebbero troppo alti rispetto a quelli riconosciuti a chi coltiva il cereale.
Siamo artigiani che trasformano cereali coltivati all’interno di accordi di filiera con aziende agricole che coltivano in regime di agricoltura biologica, in molti casi in territori considerati fuori mercato, in Appennino, sulle Alpi: crediamo che un’organizzazione che rappresenta gli interessi di chi coltiva la terra dovrebbe “studiare” questi modelli, che riconoscono un prezzo medio del cereale almeno 5 volte superiore a quello indicato nell’articolo, staccato da ogni fluttuazione sui mercati nazionali e internazionali che – lo sappiamo – stanno impoverendo i contadini e gli agricoltori.
C’è bisogno di un cambio di paradigma, per comprendere appieno la piccola rivoluzione necessaria a costruire economie sostenibili in grado di garantire la sopravvivenza alle aziende agricole e ai forni, a investire per migliorarsi sempre, facendo ricerca nei laboratori, garantendo salubrità al cliente finale.
Questo cambio di paradigma non ha bisogno di titolo shock e inopportuni sul presunto rapporto tra costo della farina e prezzo del pane. Come scriviamo nel nostro Manifesto, le pareti dei nostri laboratori sono trasparenti: siamo pronti ad accogliere il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e anche il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida per spiegare loro come lavoriamo, com’è possibile uscire dalla schiavitù della finanziarizzazione dei cereali e creare occupazione.
Una doverosa precisazione: noi del Gambero da sempre ci facciamo portavoce del giusto prezzo (come nel caso del pane o del caffè) ma è giusto dar voce a tutti, anche a Coldiretti.
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