Notizie / Attualità / Giorgia Meloni spiega il “no” all’esenzione Irpef in agricoltura: “Favoriva poche grandi aziende”

stop alla proroga

Giorgia Meloni spiega il "no" all'esenzione Irpef in agricoltura: “Favoriva poche grandi aziende"

La misura dell'esenzione Irpef sui redditi dominicali e agrari, attiva dal 2017, non è stata rinnovata dal governo. La premier Giorgia Meloni ha spiegato alla Camera i motivi: "Favoriva poche grandi aziende e non andava a beneficio delle imprese coi redditi più bassi"

  • 24 Gennaio, 2024

Vantaggi per le aziende proprietarie di grandi terreni e nessuna agevolazione, di fatto, per quelle più piccole. Queste le motivazioni che hanno spinto il governo Meloni a non rinnovare la misura dell’esenzione Irpef sui redditi dominicali e agrari nella legge di Bilancio 2024. A spiegarlo è stata la stessa presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rispondendo a una specifica interrogazione durante il question time alla Camera, mercoledì 24 gennaio.

Le agevolazioni Irpef

Istituita in via temporanea nel 2016 con il governo Renzi, poi rinnovata in quelli successivi, la misura non è stata prorogata per quest’anno: «Abbiamo constatato che andava a beneficio di chi ne aveva meno bisogno. Infatti – ha sottolineato – ne hanno beneficiato in questi anni soprattutto le aziende con grandi estensioni di terreno mentre quelle con piccole estensioni e reddito basso non ne hanno beneficiato, per effetto del meccanismo delle deduzioni e delle detrazioni di imposta».

Secondo la Meloni, il settore primario non deve vivere di sussidi e l’esenzione dell’Irpef in agricoltura, in pratica, «rischiava di diventare un privilegio per pochi e non un aiuto diffuso. Quindi – ha sottolineato nel suo intervento a Montecitorio – abbiamo preferito destinarle a misure di sostegno dei produttori che abbiamo ritenuto più utili».

La premier e leader di Fratelli d’Italia ha ricordato, a tal proposito, alcuni interventi del proprio governo: il fondo emergenze da 300 milioni di euro, gli 800 mln per il rinnovo del parco attrezzature, la modifica del Pnrr agricolo che passa da 5 a 8 miliardi di euro, i 650 milioni di euro investiti sulla ‘Carta dedicata a te’ e, infine, il lavoro in Europa per affermare il concetto di sovranità alimentare come la presa di posizione italiana in materia di carne coltivata: «L’Italia – ha concluso Meloni – è stata la prima a vietare il cibo sintetico e la nostra posizione ora è appoggiata da altri Stati europei che dicono che la carne coltivata può essere una minaccia».

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