Sono state 21 in tutto le aziende dolciarie a unire le forze per creare il Consorzio per la tutela dei Cantuccini toscani Igp. Produttrici autorizzate Igp che hanno deliberato per atto pubblico lo scioglimento dell’Associazione Assocantuccini e subito dopo la costituzione del Consorzio di tutela, “che porta lo stesso nome e logo, ormai apprezzato e conosciuto ovunque”.
Daniele Scapigliati è il presidente dei consorziati, mentre a Giovanni Belli spetta il compito di vicepresidente: “Si tratta di un progresso considerevole” ha commentato Scapigliati, “una buona notizia per tutta la Toscana. Finalmente potremo ricevere finanziamenti pubblici per la promozione del prodotto in Italia e all’estero”. Ora che l’associazione si è sciolta per dare vita al Consorzio, aumentano per i produttori anche i “poteri di interdizione nei confronti delle contraffazioni e delle imitazioni sleali”. Naturalmente, la strada è tutta da spianare e il lavoro di comunicazione dei prossimi mesi si prevede intenso, “il primo passo sarà quello della richiesta di riconoscimento al ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”. Una realtà appena nata ma già molto solida, con una rappresentatività dell’associazione superiore al 90%.
Un bel traguardo per il dolce più iconico della gastronomia toscana, il biscotto ideale a fine pasto, da inzuppare nel vin santo, e perfetto a qualsiasi ora, profondamente legato al suo territorio. Dolcetto dalla doppia dizione: cantuccini toscani e cantucci toscani, nomi entrambi protetti dalla Igp, con tanto di disciplinare di produzione preciso che prevede, per esempio, l’uso di mandorle intere nella ricetta in una misura non inferiore al 20%. E poi burro, miele e uova tra gli ingredienti principali. Un biscotto rustico, dal sapore inconfondibile (per i fan, ecco la classifica dei migliori in commercio), nonostante i tanti tentativi di imitazione: per tutti i prodotti che non rientrano nel marchio Igp, si deve infatti parlare di “biscotti alle mandorle”, che solitamente si differenziano per una quantità di frutta secca inferiore e anche per l’assenza di burro, fondamentale nella ricetta originale per conferire la giusta friabilità al dolce.
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