Un giudice rischia di far cadere il divieto di produzione di carne coltivata in Florida, una legge tanto cara al partito repubblicano e allo stesso Donald Trump. Il mese prossimo un magistrato federale ascolterà le argomentazioni sulla possibilità di bloccare la nuova legge, voluta dal governatore trumpiano Ron DeSantis, che vieta la produzione e la vendita di carne coltivata nello Stato. La richiesta di ingiunzione preliminare fa riferimento alla cosiddetta clausola di supremazia della Costituzione degli Stati Uniti, che generalmente fa sì che le leggi federali prevalgano sulle leggi statali contrastanti. Uno scenario non proprio roseo per i repubblicani che, a due mesi dalle elezioni statunitensi, vedrebbero vacillare il tanto auspicato divieto con tutte le inevitabili ricadute che questo avrebbe su una campagna elettorale che nel dibattito tv del 10 settembre ha toccato vette non proprio altissime, con un Trump spesso protagonista di reazioni impacciate e scomposte alle argomentazioni della competitor Kamala Harris. Proprio una di queste reazioni ha messo in evidenza un Trump palesemente in difficoltà.
Si era capito che l’immigrazione, oltre ai temi economici, sarebbe stata al centro del dibattito presidenziale di martedì sera. Più sorprendente è stato il fatto che la conversazione sia sfociata in bizzarre falsità sul fatto che gli immigrati mangiano cani e gatti domestici in Ohio. «Stanno mangiando gli animali domestici delle persone che vivono lì, e questo è ciò che sta accadendo nel nostro Paese, ed è una vergogna», ha dichiarato Trump durante la diretta. Pur essendo strane, queste accuse non sono certo inedite e c’è una lunga storia di accuse di questo tipo riferite agli immigrati. L’ultima riguarda il candidato alla vicepresidenza JD Vance che negli ultimi giorni ha ripreso una voce secondo cui gli immigrati haitiani a Springfield, in Ohio, avrebbero mangiato gli animali domestici di alcuni residenti. Supposizioni che hanno creato tensioni e alimentato voci infondate sull’attività delle bande, sulle pratiche voodoo e sul consumo di gatti, cani e anatre del parco. La polizia di Springfield e il sindaco stesso hanno smentito.
Il tema del cibo sta diventando un vero e proprio tormento per Trump. L’ultima novità, come detto, riguarda la Florida, storico avamposto dei repubblicani, dove il divieto di produzione e vendita della carne coltivata sembrava ormai cosa fatta grazie alla legge firmata dal governatore Ron DeSantis il 1° maggio scorso. A ribaltare la situazione ci ha pensato un ricorso dell’azienda Upside Food nel quale si contesta la costituzionalità della legge e si fa richiesta di un’ingiunzione preliminare. Proprio per questo motivo il prossimo 7 ottobre un giudice federale ascolterà le argomentazioni sulla possibilità di bloccare la nuova legge della Florida che vieta la produzione e la vendita di carne coltivata nello Stato. A tal proposito il commissario statale per l’agricoltura Wilton Simpson ha definito la causa ridicola e ha affermato che «la carne coltivata in laboratorio non ha dimostrato di essere abbastanza sicura per i consumatori». Lo scorso anno, però, la Food and Drug Administration e il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti hanno autorizzato proprio Upside Food a produrre e vendere i suoi prodotti giudicandoli sicuri.
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