Per millenni siamo stati convinti che il luogo dove Gesù trasformò l’acqua in vino fosse Kafr Kanna, una città araba in Galilea che fa parte del distretto settentrionale di Israele. Una teoria recentemente messa in discussione dall’archeologo Tom McCollough che afferma di aver scoperto prove che identificano Khirbet Qana, situata a circa otto chilometri a nord dell’altra, come il vero luogo del primo miracolo di Gesù, quello della trasformazione dell’acqua in vino descritto nel Vangelo di Giovanni.
Fino a oggi la tradizione ha sempre individuato Kafr Kanna come la storica Cana di Galilea, meta di pellegrinaggio sin dal XIX secolo. Tuttavia, lo studioso Tom McCollough, che ha diretto gli scavi sul sito, Khirbet Qana – un villaggio ebraico attivo fra il 323 a.C. e il 324 d.C. – presenta prove archeologiche più coerenti con il racconto evangelico. Durante gli scavi, infatti, è emerso un complesso sotterraneo risalente al V–VI secolo, utilizzato fino al periodo crociato (XII secolo), con cripte decorate da croci e iscrizioni in greco che parlano di Gesù. Trovati anche un altare e una mensola recante un vaso di pietra, con spazio per altri cinque, in perfetta corrispondenza con i sei vasi di pietra citati nel Vangelo.
McCollough afferma che le fonti storiche antiche – tra cui Flavio Giuseppe, il Nuovo Testamento e testi rabbinici – collocano questa area come centro di un villaggio ebraico nei pressi del Lago di Tiberiade, corrispondente alla posizione di Khirbet Qana. L’archeologo inoltre sostiene che la designazione di Kafr Kanna come “Cana” risale solo al XVIII secolo, scelta fatta più per comodità geografica che per rigore storico. Lo studioso ritiene, dunque, che queste scoperte stimolino a rivalutare il valore storico del racconto evangelico e a considerare Khirbet Qana come una sorta di “centro operativo” di Gesù e dei suoi discepoli.
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