
L’Irlanda fa un primo dietrofront sugli alert nelle etichette di vino che sarebbe dovute entrare in vigore da maggio 2026. A riaprire la questione, è il ministro degli Affari esteri Simon Harris: «Tempistica in fase di valutazione», ha detto, dando seguito alle parole del ministro delle Finanze Paschal Donohoe che, qualche settimana fa, aveva affermato che l’introduzione delle health warning sarebbe stata «riesaminata attentamente».
Il motivo? Non i richiami al mercato unico europeo o le rimostranze di alcuni paesi Ue (tra cui l’Italia), ma la preoccupazione legata ai dazi statunitensi.
Simone Harris – Di © European Union, 1998 – 2025, Attribution
In pratica, le avvertenze sanitarie sugli alcolici potrebbero danneggiare le importazioni in Irlanda del whisky americano e di conseguenza aizzare Trump contro i prodotti irlandesi (e di riflesso europei). Prova ne è il rapporto annuale sulle barriere al commercio estero presentato dal Rappresentante Usa per il Trade, dove nero su bianco si definisce il piano irlandese sugli health warning «un motivo di preoccupazione» e dove si citano i timori dei produttori statunitensi: «I requisiti irlandesi in materia di etichettatura degli alcolici ostacoleranno le esportazioni Usa verso il mercato Ue».
Da qui la dichiarazione al Daìl del ministro Harris (che è anche stato capo del Governo e ministro della Salute): «Ci troviamo in un contesto commerciale completamente nuovo e diciamo sempre che dobbiamo cercare di controllare ciò che possiamo controllare. Non sono in grado di dire oggi quale decisione esatta prenderà il Governo, ma posso dire che le tempistiche per l’attuazione sono certamente in fase di valutazione».
Come a dire, quando c’è di mezzo un rischio commerciale, allora anche le questioni di salute (tanto sbandierate dal Governo irlandese in questi anni) possono attendere. E, in questo caso, ci voleva Trump – non sono bastati i bilaterali con i Paesi europei – a rimettere tutto in discussione.
Qualunque sia il motivo del dietrofront di Dublino, le cantine italiane possono tirare un sospiro di sollievo: la rivalutazione della tempistica potrebbe tramutarsi – ma è tutto da vedere – in una sospensione del regolamento (dentro al Public Health Alcohol Act del 2018) che ha tanto fatto penare la viticoltura europea.
Una volta entrata in vigore, la legge prevede che tutte le bottiglie (lattine e bag in box) riportino un’etichetta posteriore che indichi che il consumo di alcol provoca malattie epatiche e che esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali. Il tutto aggiunto al simbolo di avvertimento per il consumo di alcol in gravidanza e al sito web www.askaboutalcohol.ie.
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