È stato bravo il direttore del parco archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ad attaccare il comunicato stampa del ritrovamento della pizza arcaica copiando la Margherita con pummarola e mozzarella. Ma, appunto, era una battuta. Ed è stato bravissimo Gino Sorbillo a rifare in studio quel piccolo cammeo dedicato alla pizza napoletana: senza pomodoro, ovviamente che sarebbe arrivato a Pompei solo 1500 anni dopo (circa) e che ne avrebbe dovuto aspettare altri 300 per finire sulla pizza e niente mozzarella che sarebbe anch’essa arrivata molti molti secoli dopo.
Nell’edizione di Tg1 Mattino Estate, sotto la gioia di Giorgia Cardinaletti, il pizzaiolo napoletano ha realizzato il suo disco con un impasto ovviamente moderno e di altissimo livello, ma seguendo alla lettera gli ingredienti riscontrabili nell’affresco di 2000 anni fa ritrovato a Pompei. “Melograno, spinaci, alici, colatura di alici, noci e olive – spiega Gino mentre sta realizzando il video con la sua nuova pizza – Con questi ingredienti nasce una nuova pizza che sarà da subito nella carta delle mie pizzerie, dedicata alla prima pizza della storia“.
Certo, è una notizia vera poter avere il “ritratto” di una pizza di 2000 anni fa. Che le pizze – le loro antenate – erano in giro per il mondo o quantomeno per il Mediterraneo fin dai tempi dei Greci e dei Romani, era noto. Del resto, la stessa piadina romagnola – per citarne una – è una filiazione di quei pani-pizze-focacce realizzate dai legionari impastando un po’ di farina e cuocendola sulle pietre roventi. Ora l’affresco pompeiano ci apre un mondo, ci dà il companatico per nuovi sogni e per nuovi approfondimenti. In realtà, non sarà stata una Margherita (che non è neppure stata fatta per la regina Margherita: il fake lo ha svelato Luca Cesari sul mensile Gambero Rosso di giugno scorso n. 377, ma sicuramente a una Marinara può essere avvicinata, anche se in bianco!
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