Anni di lavoro persi e quasi tutto da ricostruire. L’Università della Tuscia, punto di riferimento per la formazione e la didattica di alto profilo del Centro Italia, evita fortunatamente danni a persone ma quelli alle cose sono molto ingenti. Un pauroso e gravissimo incendio è, infatti, divampato nella mattina di mercoledì 4 giugno, intorno alle 10, con fiamme che hanno avvolto prima la copertura dell’edificio del Polo del Riello, dove si stavano svolgendo dei lavori di ristrutturazione, e hanno coinvolto la Facoltà di Agraria, all’interno della quale si tengono anche in corsi in Viticoltura ed enologia.
Il fuoco, favorito dalla rottura del lucernaio, si è diffuso rapidamente ai laboratori sottostanti dove proprio l’etanolo e le bombole di protossido di azoto, che sono sostanze altamente infiammabili, hanno segnato le sorti di questo clamoroso incidente. Il risultato è stata l’evacuazione immediata dell’edificio, l’attivazione di una zona rossa, l’ordine di sgombero per due palazzine adiacenti, dopo che una colonna di fumo nero denso si è innalzata per centinaia di metri su Viterbo. L’intervento di decine di squadre dei Vigili del fuoco (come si vede in questa foto del Dipartimento nazionale) ha consentito di riportare la situazione sotto controllo solo intorno alle 14.30. La Procura della Repubblica locale ha aperto un fascicolo di indagine.
Solidarietà all’ateneo viterbese da parte delle associazioni di categoria, dalla Cia-Agricoltori italiani alla Copagri fino all’Assoenologi e al Consorzio vini Orvieto Doc: «Un colpo durissimo – scrive l’ente di tutela – per una delle istituzioni più qualificate nel panorama della formazione agraria ed enologica in Italia. La Facoltà di Agraria della Tuscia è da anni un presidio insostituibile per la preparazione dei giovani professionisti del settore. Non mancherà il supporto per la ripresa dell’attività scientifica e didattica».
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