Aggredito per aver liberato il bagnasciuga da cartelli che impedivano ai cittadini di attraversare liberamente la spiaggia. È quanto accaduto al presidente di +Europa e Radicali Matteo Hallissey, e allo streamer Ivan Grieco sul litorale di Lavinio, alle porte di Roma. I due, accompagnati dal loro cameraman, avevano appena compiuto un’azione simbolica rimuovendo la paletta di legno con la scritta “spiaggia privata” da uno stabilimento che, a detta di Hallissey, «aveva la concessione scaduta». Immediata la reazione di alcuni dei bagnini e dei soci del lido, che hanno opposto resistenza spaccando a metà l’ombrellone arancione simbolo della battaglia dell’attivista bolognese per l’accesso libero alle spiagge italiane.
L’accaduto è stato documentato e pubblicato sui social, dove Hallissey ha denunciato «la mentalità dominante della lobby dei balneari che continua a gestire le spiagge italiane in modo privato, limitando di fatto il libero accesso ai cittadini». «Cartelloni “spiaggia privata” posti per impedire il passaggio attraverso gli stabilimenti e rivendicare proprietà su spazi pubblici erano la normalità a Lavinio, finché siamo intervenuti per segnalare questa follia», dice nel video caricato sul suo profilo Instagram. «Di fronte alla nostra azione – racconta – i bagnini e alcuni soci dello stabilimento ci hanno aggredito e spinto, spaccando in due l’ombrellone che avevamo posizionato in modo pacifico sul lido».
«Non possiamo tollerare che i balneari continuino a spadroneggiare in questo modo», denuncia il presidente di +Europa, sottolineando l’urgenza di indire nuove gare pubbliche per le concessioni e liberare la spiaggia da logiche monopolistiche. Anche Filippo Blengino, segretario di Radicali Italiani, ha espresso solidarietà a Hallissey e Grieco, ribadendo che «nessuna intimidazione fermerà la marea della legalità che vuole restituire le spiagge al loro vero e unico proprietario, la collettività».
Non è la prima volta che Hallissey denuncia il persistere di barriere illegittime che trasformano zone pubbliche di fatto in proprietà privata. Da tempo, lui e Grieco si recano negli stabilimenti balneari di tutta Italia per denunciare provocatoriamente la questione delle concessioni. Un tema su cui +Europa e Radicali hanno avviato una campagna nazionale per contrastare la privatizzazione delle spiagge italiane a sostegno del diritto di accesso libero al mare sancito dalla legge.
Non va dimenticato, infatti, che le spiagge sono beni demaniali appartenenti allo Stato e quindi di proprietà pubblica. I titolari delle concessioni possiedono diritti specifici riguardo all’area occupata dallo stabilimento balneare, ma questo non trasforma la spiaggia in una vera e propria “spiaggia privata”. A chiunque, dunque, è consentito transitare in queste zone per passeggiare, fare il bagno o giocare sulla battigia, attività che i gestori non possono vietare.
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