Dark kitchen, ghost restaurant, o โ per dirlo all’italiana โ ristorante digitale. Chiamatelo come volete, il concetto non cambia: il fenomeno delle cucine senza ristorante รจ figlio dei tempi che corrono, parallelo all’ascesa inarrestabile dei servizi di food delivery, ormai piรน che utilizzati da un pubblico trasversale, e per questo orientati a proporre un’offerta qualitativamente adeguata a un consumo piรน esigente. E la dark kitchen non รจ nient’altro che la settorializzazione estrema di un business indirizzato a evadere esclusivamente gli ordini a domicilio, con l’ausilio di piattaforme online che dialogano direttamente con il cliente. In questa direzione si รจ orientato anche l’investimento di due giovani imprenditori fiorentini, โemigratiโ in Germania per portare i piatti tipici della cucina italiana. Ancora dieci anni fa, l’idea si sarebbe concretizzata con l’apertura di una trattoria o di un ristorante tricolore in terra straniera. Oggi, invece, la startup Bella&Bona nasce con l’obiettivo di lavorare esclusivamente a domicilio, e rintracciando un target potenzialmente sicuro come quello della pausa pranzo in ufficio.
Di fatto, a partire dall’estate 2018, Niccolรฒ Lapini e Matteo Cricco, 26 anni ciascuno, hanno iniziato a servire gli uffici di Monaco di Baviera sprovvisti di mensa aziendale, con una proposta di cibo a domicilio b2b modulata a partire dalle ricette della tradizione italiana e mediterranea. Pasti caldi preparati ogni giorno nel quartier generale di Bella&Bona โ la dark kitchen di cui sopra โ e consegnati all’ora di pranzo ai clienti che ne fanno richiesta online. Il servizio soddisfa realtร aziendali di piccole e medie dimensioni, che contano tra i 100 e i 1000 dipendenti; alle 13, i rider di Bella&Bona distribuiscono le pietanze ordinate presso un punto di ritiro pattuito con l’azienda. Sostituendosi alla mensa che non c’รจ, all’insegna dell’efficienza e della rapiditร , per ottimizzare il tempo a disposizione dei dipendenti, che possono ordinare da un menu settimanale di cinque proposte, ideate dai cuochi della startup. Venduti a un prezzo che oscilla dai 5 agli 8 euro (3 euro in piรน per la porzione supersize, 30% in piรน rispetto alla grammatura che oscilla tra i 350 e i 450 grammi per piatto), i piatti spaziano dalle zuppe alle insalate, passando per la pasta fresca, la carne e le alternative vegetariane. Tutti caratterizzati da un’ispirazione tricolore, realizzati con prodotti selezionati e serviti in packaging compostabile in bambรน.
L’idea, pur nella sua semplicitร , si รจ rivelata vincente. L’allestimento di una dark kitchen, dopo l’investimento iniziale, abbatte i costi di gestione rispetto a una tradizionale impresa di ristorazione; e il passaparola favorisce la rapida espansione del business. Cosรฌ, nel giro di poco piรน di un anno, i ragazzi sono arrivati a servire decine di aziende presenti sul territorio, e oggi impiegano una ventina di persone. Dietro al successo dell’idea, perรฒ, ci sono anche gli investitori italiani e stranieri che hanno creduto nel progetto, finanziandolo con 400mila euro necessari a consolidare l’attivitร . Che ora si avvia verso il 2020 con grandi ambizioni, forte di un nuovo round di investimento da 2 milioni di euro. L’obiettivo? Raggiungere anche Berlino, e conquistare, una dopo l’altra, le grandi cittร tedesche, allestendo una rete di cucine laboratorio in tutta la Germania. Poi, chissร .
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