Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare: i consigli per una routine sostenibile

5 Feb 2023, 10:58 | a cura di
Arrivata alla sua decima edizione, la Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare sensibilizza sul tema e promuove comportamenti che aiutino a centrare gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda delle Nazioni Unite. Per farlo si avvale di strumenti come l’Osservatorio Waste Watcher e l’innovativa app Sprecometro.

Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare

Si celebra domenica 5 febbraio la decima edizione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, iniziativa che si focalizza sulla lotta del fenomeno su diversi livelli: quello domestico, che incide per oltre il 50%, quello in campo e quello nei passaggi che precedono l’acquisto. L’ottica generale è quella di promuovere conoscenza e comportamenti che aiutino a centrare gli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Agenda delle Nazioni Unite. Sono destinatari dell’iniziativa tutti gli strati della società, a partire dai cittadini, fino alle scuole e alle aziende, passando per le istituzioni: il tema è quello di inserire nella propria routine delle azioni e dei comportamenti concreti legati alle abitudini di fruizione e gestione del cibo che servano a contrastare lo spreco. Alla direzione scientifica della manifestazione c’è l’agroeconomista Andrea Segrè, fondatore del movimento Spreco Zero.

La quantità di cibo che viene prodotta e non consumata in Italia è enorme. Nel 2022 sono stati buttati circa 27 chili di cibo per ogni persona, per un valore di oltre 6 miliardi di euro (solamente per quanto riguarda l’uso domestico). Lo spreco non riguarda solo i consumatori: secondo l’Istat più di 7 milioni e 500 mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli sono stati scartati in fase di raccolta e non sono mai entrati nella grande distribuzione. Questi sprechi contribuiscono a creare preoccupazioni etiche e sociali e minacciano l’ambiente: circa l’8% delle emissioni totali di gas serra sono prodotte dallo spreco alimentare.

Ortaggi freschi nelle mani di un contadino

L’Osservatorio Waste Watcher

L’Osservatorio Waste Watcher sullo spreco alimentare domestico e sulle abitudini di acquisto, gestione e fruizione del cibo è stato ideato da Andrea Segrè e ha avviato con l'istituto di rilevazioni SWG nel 2013 le sue prime rilevazioni, che procedono con monitoraggi annuali. Tra gli obiettivi dell’Osservatorio c’è quello di fornire alla collettività strumenti di comprensione delle dinamiche sociali, comportamentali e degli stili di vita che generano e determinano lo spreco delle famiglie, per creare conoscenza comune e condivisa e orientare le politiche e le azioni di prevenzione. Negli ultimi anni la ricerca – che è realizzata con metodo scientifico ed è basata su opinioni e autopercezioni – ha iniziato a trattare i temi collegati allo spreco alimentare domestico in un’ottica di economia circolare e sviluppo sostenibile, diventando un punto di riferimento nazionale ed europeo sul tema, ed è uno degli strumenti principali della Campagna Spreco Zero. Nel 2022 è stato registrato un calo del 12% rispetto al 2021; una delle motivazioni di questa riduzione è l’inflazione che ha portato alla prevenzione degli sprechi, in modo simile a quanto avvenuto con le bollette dell’energia elettrica e del gas.

Un bidone pieno di rifiuti alimentari

Sprecometro

Sprecometro è una app ideata e sviluppata dall’Osservatorio Waste Watcher International su cibo e sostenibilità in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell’Università di Bologna e Last Minute Market. Si tratta di uno strumento che aiuta a sviluppare consapevolezza e conoscenze utili per indirizzare le scelte individuali e collettive verso la riduzione dello spreco alimentare, l’adozione di diete sane e l’uso sostenibile di tre risorse naturali come il suolo, l’acqua e l’energia. Il funzionamento è piuttosto semplice: l’app misura in grammi lo spreco alimentare di singoli e gruppi, valutando la perdita economica in euro, l’impronta carbonica e l’impronta idrica. Una volta effettuate le rilevazioni e in base ai risultati ottenuti, l’app propone contenuti educativi come video, schede e quiz che aiutano l’utente a ridurre quantitativamente e qualitativamente lo spreco.

Sprecometro contiene anche un diario dello spreco in base al quale l’utente può valutare i progressi avvenuti nel corso del tempo e fissare degli obiettivi di riduzione, magari puntando a seguire le linee guida dettate dall’Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile, che prevedono il dimezzamento dello spreco alimentare entro il 2030. L’app attribuisce anche dei punteggi per ogni variazione dello spreco individuale nel tempo e per ogni contenuto visionato e consente l’attivazione di gruppi, per esempio tra amici o familiari, ma anche all’interno di classi scolastiche o ambienti aziendali.

Frutta e verdura sprecate

Le altre app contro lo spreco alimentare

Negli ultimi anni sono nati diversi progetti per combattere lo spreco alimentare, sia a livello di distribuzione e produzione, sia a livello di riutilizzo degli scarti. Tra le più famose c’è Too Good To Go – fondata in Danimarca nel 2015 e cresciuta fino a diventare un player del panorama mondiale – che consente a supermercati, bar, ristoranti e forni di vendere online il cibo rimasto invenduto utilizzando diverse formule per delle box che vanno dai 3 ai 10 euro e vengono poi ritirate in negozio dai consumatori a un orario prestabilito; il servizio è attivo in 15 paesi e finora ha consentito di salvare 91 milioni di pasti. Un progetto simile è quello di Last Minute Sotto Casa, la più grande community digitale italiana antispreco, che mette in contatto negozianti e consumatori: il negoziante comunica di avere alimenti freschi prossimi alla scadenza o cibo in eccedenza e invia offerte scontate, il consumatore risparmia e contribuisce a evitare gli sprechi con un acquisto ecologico.

Uno dei settori in cui si registrano gli sprechi più ingenti è quello ortofrutticolo, che ha visto la nascita di alcune realtà interessanti come Bella Dentro, un progetto fondato sul recupero di frutta e verdura destinata a rimanere fuori dal mercato perché brutta. Si tratta di prodotti buoni ma imperfetti, per esempio per ammaccature del tutto inevitabili e naturali nella vita di una pianta, che comportano uno scarto fisso di circa il 20% della produzione totale. Anche Babaco e Cortilia contribuiscono a evitare gli sprechi connettendo consumatori consapevoli e produttori sostenibili attraverso un servizio efficiente in un sistema rispettoso nei confronti delle persone e del pianeta. Food for Good, invece, non è una vera e propria startup ma un’iniziativa a sfondo sociale nata da Federcongressi&eventi: un progetto che punta al recupero delle eccedenze alimentari degli eventi per donarlo a enti caritatevoli come mense per i poveri, case-famiglia e centri per i rifugiati. Un’altra idea innovativa è quella di Svuotafrigo, app che ti consente di trovare ricette sul web tramite i maggiori siti di cucina inserendo quello che c’è nel frigo o in dispensa.

a cura di Maurizio Gaddi

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