Nel nuovo mensile di dicembre: il Cirò. Vino-specchio del carattere della Calabria

10 Dic 2021, 10:51 | a cura di
Carattere aspro e sguardo all’orizzonte, tra lo Jonio e la Sila. Siamo intorno a Crotone, nell’areale del Cirò, una delle più votate zone vinicole di Calabria.

I vini da anni sono dei campioni del Sud, decisi e importanti, minerali, da uve difficili da domare. Ci sono i rossi col Gaglioppo a fare da dominus, certo, ma anche i rosati e i bianchi. E ci sono viticoltori appassionati e lungimiranti. C’è la Calabria, col suo carattere migliore. Nel mensile di dicembre del Gambero Rosso siamo andati alla scoperta del Cirò, vino che esprime il carattere della Calabria

Il territorio del Cirò

Se guardi avanti vedi il mare, lo Jonio, con le sue placide cadenze. Se guardi indietro trovi il massiccio della Sila, col suo profilo maestoso e rassicurante. Ma sai che oltre troveresti mare nuovamente, stavolta il Tirreno, e che nel mezzo il paesaggio s’impenna e si addolcisce, orchestra fiumi, laghi, boschi, si fa duro di roccia e carezzevole di prati, dialoga col sole e col vento in uno degli scorci più belli della Calabria e dell’Italia intera. A nord la colonia di Sibari, a sud Capo Colonna, a ricordarci che questa è la Crotone della magna Grecia: nell’VIII secolo a.C., i coloni che approdarono a Punta Alice fondarono Krimisa, l’odierna Cirò, probabilmente mutuando il nome dalla colonia Cremissa, dove già sorgeva un tempio dedicato a Bacco. E questa zona mite, fertile, ospitale, divenne prontamente Enotria, la “terra dove si coltiva la vite alta da terra”, quando un appezzamento vitato valeva sei volte un campo di cereali. Sembra che il vino Krimisa, l’antenato dell’attuale Cirò, fosse lo sponsor ufficiale dell'Olimpiade, mentre il Gaglioppo, la varietà principe tra quelle a bacca nera, sia la lontana madre di diversi blasonati vitigni europei.

Cirò paese si divide tra il borgo antico, in collina, a 350 metri d’altitudine, e la Marina, con le sue lunghe spiagge dorate; adesso due comuni a sé stanti, intorno ai quali si plasmano le sottozone incluse nella Doc ottenuta nel 1969, a cui partecipano anche frazioni di Crucoli e Melissa. Parliamo perlopiù di vini rossi strutturati, profumati di ciliegia e di more, di mare, con note speziate e suadenti, colore e tannini che sono la sfida di ogni vignaiolo; e parliamo altresì della zona a più ampia densità viticola della Calabria, quella con la storia più antica e prestigiosa, e col più alto numero di aziende vocate all’eccellenza, tra l’altro in crescita negli ultimi anni.

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parole di Emiliano Gucci – infografiche di Alessandro Naldi

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