Quaranta aziende si uniscono contro lo spostamento a Nord del Barolo. Vietti: "Quorum quasi raggiunto"

14 Apr 2024, 06:52 | a cura di
Per il produttore, che ha appena avviato un nuovo progetto nelle Langhe, la proposta del Consorzio è ingannevole e va fermata: "Assurdo spostare gli impianti"

Insieme ad un gruppo di produttori, oltre una quarantina, sta portando avanti la causa di dissenso contro le modifiche al disciplinare proposte dal Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani per eliminare il tradizionale divieto di impiantare vigneti di Nebbiolo atti a Barolo o Barbaresco nei versanti collinari esposti al nord. Luca Currado Vietti, figura di riferimento delle Langhe  che ha contribuito in maniera importante alla crescita della denominazione nel mondo, con ben 35 vendemmie sulle spalle, non usa giri di parole. Esponente attivo e di spicco del Barolo si preoccupa per il futuro, anche in vista della nuova avventura che lo vede protagonista con la moglie Elena Penna e i figli Giulia e Michele: Cascina Penna- Currado.

Un "referendum" ingannevole

«Abbiamo quasi raggiunto il quorum – spiega Currado – (ovvero la raccolta firme necessaria per abrogare la proposta, pare che il sì, sia sotto il 20%). Il nord è solo più fresco, è assurdo piantare là perché mancano ore di sole fondamentali per la maturazione delle uve.  Il clima è cambiato ma non il sole nel suo percorso, ad ottobre le vigne a nord lo vedono un’ora, al massimo due. Semmai sarebbe più intelligente cercare zone più fresche limitrofe al terroir del Barolo. Si tratta di un’azione che sa di speculazione e che vedrebbe un proliferare di ettari in più in zone non consone, dalla sera alla mattina. L'impressione è che sia passato tutto un po’ sullo stile dei referendum di una volta: c’è un  quesito intelligente e sotto altre cose che paiono sottotono ma in realtà modifiche importanti che vanno fermate».

Dalla vendita agli americani al progetto familiare

Per Currado Vietti, il cui  legame con le Langhe è sempre stato profondo, il 2023 è stato l'anno della separazione dall'azienda Vietti (venduta alla holding americana Krause) e l'avvio di un nuovo progetto insieme alla moglie Elena. «Abbiamo iniziato con un vigneto in affitto con contratti lunghissimi e poi abbiamo individuato un appezzamento magnifico a Monforte in località San Sebastiano, un vigneto che guarda le Alpi. Dopo 35 anni abbiamo tirato la freccetta sicuri di fare centro: sapevamo bene dove e come». Sono circa 20 gli ettari totali ma molto meno quelli vitati, la produzione stima di raggiungere al massimo le 70mila bottiglie. Si produrrà Dolcetto, Nebbiolo d’Alba, Langhe Nebbiolo e Barbera. Poi 5 ettari dedicati a Barolo. E in più il Timorasso Derthona, l’unico bianco che proverrà da una vigna di 2,5 ettari in affitto.

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