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Vendite vino: gli scambi mondiali ripiombano ai livelli 2015. Chi ha fatto meglio tra Italia, Francia e Spagna?

Il giro dโ€™affari allโ€™export scende da 32 a 28,5 miliardi di euro nel 2020 e dopo 10 anni i volumi movimentati tornano sotto i 100 milioni di ettolitri. La pandemia cambia i rapporti di forza tra le tipologie, ma il nostro Paese non ne esce affatto con le ossa rotte e diventa primo esportatore per quantitร . Unโ€™analisi di France Agrimer

  • 12 Aprile, 2021

Come un rullo compressore, la crisi economica ha riportato il commercio globale di vino ai valori del 2015. Giro dโ€™affari, volumi, prezzi medi, tipologie: tutto stravolto. I grandi Paesi esportatori sono stati risucchiati da questo tornado che si รจ abbattuto inesorabilmente sui mercati, spostando gli equilibri come mai era avvenuto. Solo il 2008-2009, cuore della crisi finanziaria dei subprime, si avvicina ai numeri restituiti agli analisti dal 2020.

Lโ€™anno del Covid โ€“ augurandoci che il 2021 sia ricordato come quello della campagna vaccinale e della sospirata immunitร  di gregge โ€“ sta emergendo gradualmente anche nelle dure cifre e nei segni meno che ha appena messo a bilancio la gran parte delle imprese vitivinicole (piรน le medio-piccole che le grandi). Ma per i principali produttori come Italia, Francia e Spagna, che da sempre si marcano strettissimi sul fronte internazionale, tirare le somme significa anche fare i conti con chi ha fatto meglio e chi non รจ riuscito a mantenere le posizioni acquisite nelle piazze strategiche. E, dal confronto, lโ€™Italia non ne รจ uscita affatto con le ossa rotte, anzi.

Perso lโ€™11% del business globale. Si torna ai dati del 2015

Lockdown generalizzati e chiusure del comparto ristorazione (-50% per lโ€™Horeca mondiale), uniti allโ€™effetto dazi per una parte dei fornitori Ue nel primo mercato del vino al mondo, gli Stati Uniti, hanno spinto al ribasso il giro dโ€™affari complessivo del vino, passato da 32 miliardi di euro del 2019 a 28,5 miliardi di euro, con una perdita pari allโ€™11% rispetto a un anno prima, e con valori che sono tornati allo stesso livello del 2015. Si รจ fermata, in poche parole, la corsa ininterrotta iniziata nel 2009 dopo una progressione che era partita ventโ€™anni fa, nel 2000.

Unโ€™importante battuta dโ€™arresto che si รจ sentita anche nei volumi, diminuiti di quasi il 6% e tornati per la prima volta sotto quota 100 milioni di ettolitri dal 2010. A subire gli effetti della congiuntura negativa sono stati i vini con maggior valore.

La Francia, in particolare, come primo esportatore a livello mondiale per giro dโ€™affari, รจ quello che ha sentito piรน degli altri lโ€™effetto pandemia. Dai conti del commercio estero transalpino se nโ€™รจ andato nel 2020 oltre un miliardo di euro rispetto a unโ€™Italia e a una Spagna che hanno sicuramente sofferto ma hanno limitato le perdite, rispettivamente con -146 milioni di euro e -63 milioni di euro in 12 mesi, secondo i dati parziali elaborati da Oiv e Trade data monitor, riportati da France Agrimer.

La flessione nel giro dโ€™affari รจ imputabile anche al colpo subito dalla categoria dei vini effervescenti, in particolare Champagne e Prosecco. Ma se per lo Champagne i numeri parlano di un -20% a valore e di un -18% a volume (dati Comitรฉ Champagne), per il comparto del Prosecco รจ andata meglio, considerando un +3% nei volumi e un -3% in valore. Dal lato dei consumatori, si รจ affermata una tendenza a privilegiare i vini meno adatti alle ricorrenze, piรน adatti al consumo quotidiano e a prezzi piรน bassi del passato.

Perdite nel canale Horeca nel mondo a -50%. Ripresa a fine 2022

Se il mercato interno nel 2020 ha perso il 25% del proprio valore, gli ordini dellโ€™Horeca internazionale hanno perso oltre il 50%. Lo evidenzia lโ€™Osservatorio Uiv, secondo cui il mercato mondiale del vino potrร  tornare ai livelli pre-Covid non prima della fine del 2022, dopo aver subito un danno di oltre 100 miliardi di dollari dovuto alla contrazione del Horeca. In Italia, la flessione a valore dei fatturati del vino ha segnato un -24%, con un volume di invenduto pari a 3 milioni di ettolitri. Lโ€™anno del Covid, secondo Uiv, ha evidenziato una fortissima disparitร  nelle performance delle diverse realtร  aziendali, e storici cambiamenti allโ€™interno dei canali di vendita: per la prima volta i volumi degli acquisti in Gdo hanno superato quelli dellโ€™Horeca, tradizionalmente il canale a maggior valore aggiunto. In Italia, il calo a valore degli ordini della ristorazione (-38%), delle enoteche (-23%) e della vendita diretta (-19%) รจ stato solo parzialmente compensato dalla Gdo (+12%), per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro.

Nuovi rapporti di forza. Crescono nuovi mercati

Se si considerano le variazioni delle quote di mercato a volume di vino sul totale degli scambi internazionali, nel 2020 si nota un incremento dal 28% al 31% della presenza dei cosiddetto Nuovo Mondo (Sudafrica, Argentina, Australia, Cile, Stati Uniti e Nuova Zelanda), soprattutto grazie al contributo di Argentina e Nuova Zelanda, con la Francia stabile al 14% e il resto dei principali Paesi produttori europei (Italia, Germania, Spagna e Portogallo) che passano dal 47% al 48% di quote, grazie allโ€™aumento della presenza dellโ€™Italia e del Portogallo, con la Spagna stabile. Per questi tre produttori รจ, secondo France Agrimer, il segno della capacitร  di resistere meglio agli effetti della crisi sanitaria.

bag in box

Lโ€™andamento per categorie: nuovi equilibri

Il crollo dellโ€™export mondiale di vino nel 2020 ha modificato in parte i pesi percentuali tra le categorie rispetto al totale. Il vino sfuso mantiene, infatti, il 34% dei volumi di mercato, altrettanto fa il bag in box col 4%, in lieve calo il vino imbottigliato col 53%, mentre perdono un punto, dal 9% allโ€™8%, i vini spumanti, che negli ultimi anni sono stati i veri protagonisti della crescita. Considerando i valori, il 70% dei 28,5 miliardi di euro del 2020 รจ costituito dai vini in bottiglia, il 19% dai vini spumanti, il 9% dal vino sfuso e il 2% dal formato bag in box. Per avere unโ€™idea di come siano cambiate queste percentuali nel lungo periodo, si consideri che la media quinquennale 2000/2004 vedeva un imbottigliato al 74%, gli spumanti al 16% e lo sfuso allโ€™8% (il dato sul bag in box รจ disponibile dal 2017 in poi).

Champagne, Prosecco e Cava i piรน colpiti

La crisi sanitaria, come detto, ha pesato sul consumo e sulle vendite di bollicine. Considerando la categoria degli spumanti in bottiglia, il 2020 ha segnato un calo dello 0,3% delle quote di mercato a volume e quasi il 2% di flessione nei valori. In particolare, lo scorso anno, il Cava (con un prezzo medio litro di 2,68 euro) e il Prosecco (3,66 euro/l.) ha ridotto lโ€™export complessivo rispettivamente del 7% e del 3% nei valori, a fronte di uno Champagne (26,08 euro/l.) che ha perso il 20%. Le quantitร  esportate sono scese del 4% sia per Cava sia per Prosecco e di quasi il 18% per lo Champagne.

Primato italiano in volume

Con 20,8 milioni di ettolitri di vino, lโ€™effetto Covid-19 ha significato per lโ€™Italia il sorpasso sulla Spagna (20,6 mln/hl) nella classifica 2020 dei Paesi esportatori, con la Francia (13,6 mln/hl) che resta al terzo posto. I tre Paesi, assieme, rappresentano il 55% del commercio mondiale di vino. Lโ€™export francese, come fa notare France Agrimer, รจ rimasto stabile in volume dagli anni 2000, a esclusione del crollo nel 2008 e 2009 per la crisi economico-finanziaria. In quellโ€™occasione, anche lโ€™export spagnolo subรฌ un forte ribasso, mentre su quello italiano lโ€™effetto fu contenuto. La crisi del 2008, considerando i valori, non incise in modo pesante su Spagna e Italia, mentre per la Francia il colpo fu piรน duro. Lโ€™attuale crisi economica per la pandemia da Covid-19 ha, invece, fatto scendere quantitร  e giro dโ€™affari di tutti e tre i Paesi, ma mentre Spagna e Francia hanno perso circa il 5% nei volumi, lโ€™Italia ha perso poco piรน del 2%.

Italia Francia Spagna - Export volume 2000-2020

Vendite vino: Francia piรน colpita, meglio Italia e Spagna

In questo contesto, il colpo piรน duro nelle vendite vino lo hanno subito le casse francesi, che hanno visto crollare i valori dellโ€™export dellโ€™11% in un anno (determinato anche dal -23% negli Usa, prima destinazione con 1,44 mld di euro). รˆ andata meglio a Italia e Spagna con circa il -2%. Nel 2020, come nel 2008, i dati dicono che a perdere maggiormente in caso di forti crisi sono proprio i vini a maggior valore.

I prezzi medi di Francia Italia e Spagna nelle vendite vino

I prezzi medi dei prodotti dei tre grandi player del mercato mondiale fissati per il 2020 sono i seguenti: 1,3 euro/litro per la Spagna; 3,02 euro/litro per lโ€™Italia (in lieve incremento); 6,43 euro/litro per la Francia. Visto da un altro angolo dโ€™osservazione, questo scenario รจ la prova, secondo gli analisti francesi, della grande differenza della struttura dellโ€™export che vede il vino sfuso (segmento meno valorizzato) pesare nel caso della Spagna per il 54% dei volumi venduti allโ€™estero, nel caso dellโ€™Italia per il 21% e nel caso della Francia di soli 16 punti percentuali.

Francesi ancora primi per valore e giro d’affari nelle vendite vino

Lโ€™effetto Covid non ha spodestato il vino francese dal gradino piรน alto, alla voce giro dโ€™affari. รˆ infatti di 8,7 miliardi di euro il valore del vino commercializzato sui mercati internazionali nel 2020. A pagare un conto salato alla pandemia non รจ stato soltanto lo Champagne, di cui si รจ parlato, ma anche il vino fermo in bottiglia a denominazione: il valore medio a litro รจ, infatti, sceso rispetto al 2019 del 7% a 8,46 euro/litro.

Italia Francia Spagna - Export valore 2000-2020 (mld โ‚ฌ)

Lโ€™Italia, per contro, con un export vicino ai 6,3 miliardi di euro, ha mostrato una migliore capacitร  di resistenza, sui vini fermi in bottiglia e anche sugli spumanti ma, soprattutto, ha retto grazie alla performance dei formati piรน grandi, tra 2 e 10 litri (bag in box), con un +21% medio verso Regno Unito, Norvegia e Canada. La Spagna ha ridotto il giro dโ€™affari dellโ€™export di vino segnando il secondo calo consecutivo dal 2018, a circa 2,6 miliardi di euro. Lieve aumento per il prezzo medio a litro del vino del Paese iberico, con particolare attenzione allo sfuso in contenitori superiori a 10 litri, ma anche per i fermi imbottigliati. Ha sicuramente pesato lโ€™effetto dazi negli Usa, ma ci sono anche stati segni positivi, come gli incrementi a valore verso il mercato Uk e verso i Paesi Bassi.

Outlook Ue: prospettive positive per export vino nel 2021

Il consumo di vino allโ€™interno dellโ€™Ue รจ in aumento del 2% (distillazione compresa) e le prospettive legate allโ€™export stanno migliorando, con spedizioni stimate in aumento del 3% tra 2020 e 2021, trainate dalla ripresa di un mercato Usa senza dazi. Lo scrive la Commissione europea nel rapporto sulla congiuntura a breve termine dei mercati agricoli, in cui si evidenzia una generale tenuta dellโ€™agricoltura europea durante la pandemia, con un resto del 2021 che offre alle imprese prospettive migliorative, in vista della riapertura dei canali ospitalitร  e ristorazione. Gli stock, grazie a export ed effetto distillazione (-7 mln/hl), sono previsti in calo del 3%, soprattutto per i vini dโ€™alta gamma. La produzione รจ attesa stabile nel 2020/21 a 157 milioni di ettolitri, al di sotto dellโ€™1% sulla media quinquennale. Lโ€™import รจ stimato in aumento del 5%, trainato dagli acquisti da Cile e Argentina di vini a buon mercato. Stabile il consumo procapite a 24,8 litri.

A lungo termine, entro il 2030, lโ€™export di vini europei รจ atteso in crescita a 31 milioni di ettolitri, con tasso del +0,3% annuo. Allo stesso tempo, resterร  forte la domanda per vini entry level che lโ€™Europa potrebbe intercettare incrementando lโ€™export di sfuso. Previsto anche un calo (-0,3% per anno) del consumo procapite entro il 2030, a circa 25 litri, ma minore di quanto registrato tra 2009 e 2019 (-1,1% per anno).

a cura di Gianluca Atzeni

Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri uscito il 1 aprile

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