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Più che strapazzate: le uova si prendono la rivincita sull’avocado toast

Dalle versioni iperproteiche per chi fa palestra alle eleganti œufs brouillés alla francese, le uova strapazzate tornano protagoniste della tavola mattutina. Più leggere, versatili e golose, raccontano un nuovo modo di fare colazione — con stile e sostanza

  • 13 Giugno, 2025

Le uova stanno vivendo un nuovo rinascimento gastronomico: archiviate le paure novecentesche sul colesterolo, oggi sono l’alimento feticcio di sportivi, chef e food influencer. Il loro impiego è sempre più consapevole: dalla pastorizzazione casalinga al riuso intelligente degli albumi, passando per la valorizzazione del prodotto di filiera — biologico, certificato e da allevamento a terra.
Ne risulta che, sulle tavole del mattino ma anche nei brunch e perfino nei pranzi leggeri, le uova strapazzate sono diventate il nuovo alimento capace di conciliare gusto, benessere e un tocco internazionale. Forse l’avocado toast può iniziare a tremare.

Ritorno di fiamma: le uova strapazzate sono il nuovo avocado toast

Un tempo era il piatto che tutti sapevano fare, ma che nessuno prendeva troppo sul serio. Due uova sbattute e versate in padella con un po’ di burro o olio, qualche secondo di calore e via, sulla fetta di pane tostato: le uova strapazzate erano il sinonimo stesso di cucina veloce, quasi di ripiego. Poi qualcosa è cambiato.
Oggi le scrambled eggs sono uscite dalla comfort zone della cucina casalinga per entrare nei menu dei caffè di ricerca, delle bakery d’impronta scandinava, persino nei brunch di lusso. A Milano, Roma, Napoli e oltre, le uova strapazzate sono diventate la risposta moderna all’ormai datato avocado toast. Piacciono perché sono leggere, sazianti, versatili e gustose. Ma soprattutto perché permettono di misurare la tecnica di chi le prepara.

uova strapazzate e salmone

Uova strapazzate all’americana o alla francese? Le due scuole di pensiero

Nel nuovo corso della colazione italiana ci sono le versioni iperproteiche, fatte solo di albumi montati e cotti con attenzione, amate da chi frequenta palestre e social. Ci sono le interpretazioni nordiche affiancate al salmone affumicato, le varianti mediterranee con labneh e bottarga, il fluffy egg sando giapponese, persino divagazioni che prediligono i fermentati, come il kimchi.
La base, però, resta la cottura: precisa, calibrata, rispettosa della materia prima. Dietro il successo odierno ci sono due scuole di pensiero.
Quella statunitense, dove le uova sbattute sono cotte a fiamma medio-alta, con una componente di latte o panna, sale e spezie — talvolta anche formaggio. La cottura è più rapida, il risultato più asciutto e compatto, con una cagliata grossolana. Ideali per accompagnare pancetta croccante e toast imburrati.
E poi c’è la scuola francese, con le œufs brouillés, esercizio di stile più sofisticato. Si cuociono a bagnomaria o a fiamma dolcissima, mescolando continuamente con una spatola (o addirittura una frusta), impiegando tanta pazienza e nessuna aggiunta di liquidi — al massimo una noce di burro chiarificato. Il risultato è una crema liscia e vellutata, quasi da cucchiaio.
Due mondi opposti, entrambi oggi di gran voga nei locali che scelgono di dichiarare in carta la provenienza delle uova, il metodo di allevamento e lo stile di cottura adottato.

Le uova strapazzate sono passate dall’essere una ricetta elementare a cartina di tornasole di un nuovo modo di intendere la prima colazione (o il brunch). Un piatto che, dietro la sua apparente semplicità, racconta precisione, consapevolezza e quella voglia di comfort contemporaneo che oggi domina la scena.

scrambled eggs e bacon

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