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Chi conosce Alessandra Marino sa che รจ una non si รจ mai accontentata. Non le bastava aver aperto oltre 20 anni faย ‘Gusto, un localeย che ha fatto โ letteralmente โ la storia della ristorazione capitolina moderna, primo concept restaurant all’ombra del Colosseo. No, ha voluto rilanciare, ampliandolo di anno in anno con nuovi spazi. Non le bastava aver animato via della Frezza con i suoi ristoranti, risanandola con alberi, vasi, panchine, recuperando marciapiedi e sanpietrini, ripulendola dall’abbandono che l’affogava. No, ha immaginato (e in parte realizzato) Fรฒndaco, un concept street shop che espandeva l’idea del concept store fino a colonizzare un’intera strada, con negozi di ogni genere lungo tutta la via, uniti dallo stessa altissima qualitร , nel design come nella selezione dei prodotti, con marchi importantissimi. Prendendo negozi uno dopo l’altro, ristrutturandoli, dandogli la sua identitร e poi affidandoli a chi potesse portarli avanti secondo i canoni del concept.ย Un progetto visionario, ardito, difficilissimo, soprattutto se di mezzo ci si mette una pandemia che ferma tutto.
Ora, con lo stesso spirito visionario, riprende in mano un suo vecchio sogno, che porta in uno spazio privato un’attivitร rivolta al pubblico, in quella stessa via della Frezza. Di piรน: nella sua vecchia casa di via della Frezza, vissuta, abitata, amata per tanto tempo, persa e poi ripresa. Proprio di fronte al vecchio ‘Gusto dove ora c’รจย ilย Bulgari Hotel.ย โQuando l’ho comprata era praticamente una grottaโ fa Alessandra Marino, che continua โabbiamo fatto saltare solai, riaperto lucernari altissimiโ oggi elemento caratterizzante di questo locale, non l’unico: da certe prospettive pare quasi una serra per quel dialogo con l’esterno cosรฌ intenso, da altre un caffรจ parigino dei primi del ‘900, altrove un salotto privato. Uno spazio enorme e articolato, strano, impegnativo, pieno di bellezza e design. Ci ha vissuto in quegli 850 metri quadrati, ne ha accorpato alcuni spazi in Fรฒndaco, l’ha affittato e ripreso, poi trasformato in una attivitร di ristorazione. Era giร tutto predisposto: โSapevo che non ci sarei rimasta a vivere per sempreโ. Ma nel frattempo l’ha abitato. E molto del suo passato รจ ancora tangibile. โNinรน rimane quella che era: una casaโ.
Insieme ad Alessandra c’รจ un amico e collaboratore di sempre: Marco Gallotta. Lavorava per lei da ‘Gusto prima di prendere la sua strada con Primo al Pigneto, oggi รจ un consulente di rango. โAbbiamo impostato insieme i contenuti della cucinaโ. Quella cucina visibile da via della Frezza (dove c’รจ anche Frezza di Claudio Amendola, che ha ristrutturato lei). Pesce in gran parte, ma non mancano classici ragรน, pomodoro e basilico, saltimbocca, filetto. Cose semplici, golose, fatte bene, con uno stile riconoscibilissimo che รจ quello di Gallotta. โIl cibo รจ buonissimoโ dice โnon รจ una cucina troppo strana, manipoliamo il meno possibile, piccolissime rivisitazioni. Insomma: รจ la mano di Marco, molto sobriaโ.
Cannellone Baccalร Fritto
Cose come catalana, spaghetti alle vongole, crudi in vari modi โ tartare, carpacci, ceviche come quella di spigola bagnata allโacqua di pomodoro e mescal – o il giร famoso cannellone di baccalร . Un’infilata di sapori rassicuranti ma non certo noiosi: paccheri al polpo con datterini gialli arrostiti al timo limonato, gnocchi di ricotta di bufala con gamberi e salicornia, coda di rospo alla cacciatora, patate saltate con alghe e sale. E poi il pescato del giorno in vari modi. Parte dalla materia prima โlui รจ pazzoโ dice โanzi no, รจ giusto: mi fa comprare il cibo piรน buono del mondo, l’olio piรน buono del mondo, ogni cosa. ร attentissimoโ.
Simone Ianiro Alessandra Marino Marco Gallotta
In cucina, stabile, c’รจ un pupillo di Gallotta, Simone Ianiro. Insieme hanno studiato una carta diretta e molto democratica, ancora in fieri, โpreferiamo fare bene quel che riusciamo e crescere man manoโ. Cosรฌ anche nei vini: โinutile avere 5mila etichette che poi non sappiamo vendereโ.
Tutto รจ partito lentamente, con la pazienza figlia della cura, per non avere battute d’arresto ma continuare con una accelerazione costante. Ninรน รจ ristorante, cocktail bar, caffetteria, stanze, c’รจ persino un spazio dedicato alle ostriche in cui trovare anche oggetti per la cucina. Qualcosa รจ giร attivo, qualcosa aprirร a breve.
Intanto c’รจ il cocktail bar con i grandi classici – โsono una purista: si deve cominciare da quelliโ – e poi delle proposte disponibili all day long, alcuni piatti dal menu del ristorante – un paio di paste, la frittura di paranza, il cannellone di baccalร – affiancati da proposte veloci comeย baguette di mare, avocado toast, insalate, pane con burro e alici o il classico prosciutto e bufala.
La caffetteria ha il servizio al tavolo – โil bancone l’ho voluto in mezzo alle persone, non c’รจ retrobanco, affaccia da una parte sulla sala dall’altra sul dehors, da noi non รจ naturale il servizio al banco ma mi piace che le persone stabiliscano un contatto vero con chi รจ ospiteโ – per un bit stop rilassato e goloso โvorrei mettere anche croque, nizzarda, Caesar salad. E sai perchรฉ? Perchรฉ adoro questo ciboโ. Tutto, in questo locale cosรฌ articolato, parla di Alessandra e dei suoi gusti.
C’รจ anche una cucina privata, un locale nel locale tutto vetri, per massimo 12 persone, con una grande isola di marmo centrale, per degustazioni ed eventi. Ci sono ancora i suoi oggetti sulle mensole, i suoi quadri, le foto della sua vita, i ricordi. โCi facevamo cene quasi tutte le sereโ racconta โaprivamo la nostra casa, nelle nostre piccole possibilitร cercavamo di sostenere le gallerie anche cosรฌโ.
E via a foto che testimoniano di quelle serate in cui si parlava di tutto, si chiacchierava, c’erano artisti, galleristi, appassionati โtante persone interessantiโ: da Francesco Clemente a Giancarlino a Ron Harad. Lรฌ dentro ci sono le sue cose, oggetti raccolti nel tempo, anche buffi, le opere d’arte โnon importantissime, ma importantiโ, la sua libreria โ oltre 9000 volumi dโarte a disposizione โ e poi le stanze, tre.
Sono quelle in cui ospitava i suoi amici. โLe ho rinnovate, ma l’anima di quello spazio rimane ugualeโ. Ospita oggi, come ospitava prima. Ora ci sono i camerieri, una struttura organizzata. Rimane lo stile, personalissimo, di Alessandra Marino, i pezzi d’arte e di design scelti con cura – Paola Navone, Matteo Basilรจ, Paolo Ventura, Giorgio Lupattelli – l’impronta accogliente, affettuosa di Ninรน, che anche nell’insegna rivela un’ennesima scelta di cuore.
Ninรน โ Roma – via della Frezza 43 – 06 87644813 – https://ninuroma.com
foto di Livia Mucchi
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