C’è un momento, tra maggio e giugno, in cui la montagna si prende la scena. All’Oasi Zegna i rododendri fioriscono all’improvviso, trasformando i pendii in un giardino naturale che non ha bisogno di filtri. È un buon motivo per risalire la strada panoramica, ma anche per fare una sosta nei posti giusti per mangiare. Non mancano agriturismi, locande e ristoranti con vista, dove i piatti parlano il linguaggio del territorio: polenta, toma, salumi, erbe selvatiche. Ecco dove fermarsi.
L’Oasi Zegna non è un semplice parco naturale: è il frutto di una visione pionieristica che fonde industria, paesaggio e benessere collettivo. Negli anni Trenta, Ermenegildo Zegna, imprenditore tessile e appassionato di montagna, avviò un ambizioso progetto di rimboschimento nelle Alpi Biellesi, piantando oltre 500.000 alberi attorno al lanificio di famiglia a Trivero. Nel 1938 promosse la costruzione della Strada Panoramica Zegna, un’arteria di 26 chilometri che collega Trivero alla Valle Cervo, con viste spettacolari e accesso facilitato alle comunità montane. Nel 1993 questa visione si è concretizzata nell’Oasi Zegna, un’area protetta di 100 km² gestita dalla Fondazione Zegna, che promuove la tutela ambientale, l’educazione, lo sport outdoor e lo sviluppo sostenibile. Oggi, a distanza di quasi un secolo, l’Oasi è un esempio unico di rigenerazione territoriale, un laboratorio a cielo aperto dove si intrecciano natura, cultura, turismo e comunità. Nel 2025, in occasione del 25° anniversario della Fondazione Zegna, sono state inaugurate due nuove iniziative: una mostra fotografica di Francesco Jodice dal titolo Racconti di boschi, di fabbriche e di persone, ospitata a Casa Zegna, e il “Percorso Ermenegildo”, un nuovo tracciato di trekking che attraversa i luoghi simbolo della visione originaria, unendo memoria e paesaggio.
A Castagnea, piccola frazione tra boschi e silenzi, Oro di Berta è un agriturismo vero, nato dal recupero intelligente di un vecchio opificio. Tristano e Paola lo hanno trasformato in un luogo che sembra sospeso nel tempo, con quattro camere rustiche ma curate, travi a vista e mura spesse che raccontano storie. La cucina è tutta nelle mani di Paola, aiutata da un’amica, e parla biellese senza esitazioni.
Si comincia con la “paletta” della Val Sessera, presidio Slow Food, accompagnata da salumi fatti in casa, cotechino con polenta, zucca fritta, cipolle in agrodolce. Poi arrivano i plin con crema di porcini, lo stracotto con la polentina morbida, un sontuoso piatto di formaggi con tome di diversa stagionatura e ricotta caprina. Si chiude con bonet e torta tenerissima al cioccolato. Il tutto servito senza fretta, con barbera sfuso, caffè, grappino e qualche chiacchiera con Paola, che a fine pasto si ferma a raccontare. Perché qui il tempo ha un altro ritmo, e il sapore è parte della memoria.
Frazione Castagnea, 31 Portula (BI)
Nascosta tra faggi e serre, poco sopra il Santuario del Brugherio, Cascina il Faggio è una country house immersa nel verde, che riesce a coniugare spirito agricolo e cura estetica. La struttura è cresciuta molto negli ultimi anni: solarium interno ed esterno, un grande playground con pista per macchinine a pedali, piscina panoramica e persino un cocktail bar ricavato in un vecchio minivan. In primavera e in estate il prato si riempie di lavanda e luci soffuse, mentre la sera può capitare di imbattersi in un concerto dal vivo o in un aperitivo con pizza e cocktail alla violetta.
La cucina è da agriturismo vero, con materie prime di produzione propria o di piccoli fornitori locali. Un menù dove non mancano però piatti elaborati e ben pensati: arpaccio di Fassona, taglieri con toma Maccagno, agnolotti alla crema di riso venere, pancia di maiale con purè di zucca, Gorgonzola DOP servito con passito. Buona anche la selezione di vini locali e birre artigianali.
Per le fughe romantiche, c’è anche una Sky House trasparente: una camera con vista sulle stelle, da prenotare in primavera per una notte fuori dal tempo.
Via Al Santuario di Banchette, 34 Mosso (BI)
A Bielmonte, nel cuore dell’Oasi Zegna, l’albergo Bucaneve è una storica struttura di montagna che da anni accoglie viaggiatori ed escursionisti. Il ristorante interno è guidato dallo chef Ernesto Tonetto, che porta in cucina un bagaglio di esperienze internazionali e un’attenzione rigorosa alla materia prima. Un menu che racconta il territorio: funghi, erbe spontanee, formaggi d’alpeggio, ma anche suggestioni dalla pianura padana e incursioni nei sapori dell’Appennino Ligure.
Tra i piatti più apprezzati, la polenta concia servita su pietra ollare, la tagliata di manzo, le crespelle alle erbe di campo, i dessert artigianali. L’ambiente è elegante senza essere formale, con una sala luminosa che affaccia sulle montagne e un servizio attento, da vero albergo.
Bielmonte, 1 Valdilana (BI)
Non è un ristorante, ma una piccola casa in pietra completamente ristrutturata, affittabile per una notte o per un weekend. La cucina c’è (e ben attrezzata), così come il tavolo all’aperto per cenare al tramonto con vista sulla valle. Qui si viene con la spesa già fatta, o la si fa in valle, per poi cucinare da sé: magari un piatto di pizzoccheri, una torta salata con erbette, o quello che si vuole. Ma c’è anche la possibilità di regalarsi qualcosa in più: una colazione speciale preparata sul posto, oppure una cena al tramonto cucinata da uno chef privato, solo per voi. Il vero lusso? Il silenzio.
Località Margosio – accesso dalla Strada Panoramica Zegna Trivero, Valdilana (BI)
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