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Parma

La bakery dell’anno è nata in una gelateria ed è "figlia" di una giovane coppia

Chiara Masino e Giuseppe Mazzocca della microbakery Coce, Bakery dell’anno secondo la nuova edizione della guida Pane e Panettieri d'Italia del Gambero Rosso, raccontano come è nata la loro attività

  • 23 Giugno, 2025

È la piccolissima realtà di Coce, nel centro storico di Parma, ad aggiudicarsi il premio Bakery dell’anno nella guida Pane e Panettieri d’Italia 2026 del Gambero Rosso. Pani realizzati con vecchi grani, pizze e focacce farcite con ingredienti del territorio, caffè specialty e una viennoiserie curata nei minimi dettagli, si sono dimostrati vincenti per una coppia di giovani artigiani che hanno trasformato uno spazio di appena 20 mq in un tempio dei lievitati. Abbiamo intervistato Giovanni Mazzocca, il panettiere, e Chiara Masino, la pasticciera.

viennoiserie di Coce a Parma

Raccontateci la vostra storia

Chiara: Sono nata a Parma ma sono cresciuta a Lecce, poi sono tornata a Parma per l’università. Nel frattempo mi sono appassionata al settore del food, alla pasticceria e in particolare al gelato, quindi, per similarità di pensiero, ho voluto lavorare a tutti i costi con Stefano Guizzetti (della gelateria Ciacco, Tre Coni nella nostra guida Gelaterie d’Italia, ndr). Giuseppe: Sono nato a Roma e ho trascorso più di 10 anni nei ristoranti stellati come chef, per poi approdare all’Alchimia di Milano come pastry chef. Dopo questa esperienza ho deciso di dedicarmi al laboratorio, arrivando anche io da Stefano Guizzetti come lievitista. Lì ci siamo conosciuti, ci siamo trovati, ed è nato Coce.

Pane della microbakery Coce a Parma

Si può dire che in Coce ci sia lo zampino di Stefano Guizzetti. Come selezionate le materie prime?

C’è molto studio dietro. Abbiamo iniziato a selezionare i primi fornitori molto tempo prima di aprire la bakery, con l’obiettivo di esaltare le materie del territorio. Spesso ci sono molti prodotti di grande qualità nei propri dintorni ma si va a cercare la novità proveniente da fuori, mentre noi volevamo contrastare questa tendenza. Tra l’altro, scegliere produttori di zona ci consente di avere un contatto diretto con loro: prima di iniziare una collaborazione andiamo in azienda, la esploriamo, vediamo come lavorano.

Perché microbakery? È economicamente più sostenibile?

Il nostro percorso doveva iniziare con Giuseppe alla guida della bakery, mentre io avrei dovuto continuare a lavorare da Ciacco, dunque uno spazio di 20 mq sarebbe stato più che sufficiente. Poi Coce ha riscosso così tanto successo che siamo partiti subito con una grandissima richiesta e quindi, dopo circa 2 settimane dall’inaugurazione, sono entrata anche io a pieno regime. Senza dubbio, il fattore economico ha influito: noi abbiamo costruito la bakery da soli e quindi non potevamo partire con un super laboratorio.

È solo una questione economica?

No. In ballo ci sono anche il controllo sulla qualità, l’artigianalità e il contatto con il cliente; ci teniamo a fidelizzare il cliente, a conoscerlo, a parlargli. La maggior parte della nostra clientela la chiamiamo per nome.

Sfogliato di Coce a Parma

Breakfast Club. Cos’è?

Il breakfast club rappresenta una serie di incontri con chef, pastry chef, gelatieri, che hanno una visione in comune con noi. Vogliamo rivalutare il concetto di colazione, portarlo ad altri livelli e vederlo sotto una luce diversa, magari studiando la viennoiserie, i lievitati e le focacce nell’ottica degli stellati, come faremo a fine giugno nell’incontro con Davide Puleio. Vogliamo creare una sorta di comunità, un lavoro studiato insieme a questi chef, perché notiamo che nel nostro settore si punta molto a voler scavalcare gli altri, mentre la nostra filosofia è quella di farsi forza a vicenda e vogliamo iniziare un lavoro in questo senso.

Avete appena festeggiato 1 anno dall’apertura. Quali sono gli obiettivi futuri?

Stiamo valutando alcune strade. Non vorremmo allargarci perché andrebbe in contraddizione con il concetto di cui parlavamo prima, ma al tempo stesso uno spazio così piccolo non ci consente di soddisfare la richiesta altissima che attualmente abbiamo. Per me, che sono la pasticciera (parla Chiara, ndr), un laboratorio come quello attuale significa iniziare la mattina e dovermi fermare a lavoro anche il pomeriggio, quindi stiamo valutando di prenderne un altro. Per un futuro più lontano, invece, ci piacerebbe espandere il progetto al di fuori della bakery, magari ritornando a lavorare sul gelato.

Coce – Parma – Borgo Angelo Mazza, 9B – cell. 392 9850751

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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.

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