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Feste d'estate

Midsommar: la festa in cui la Svezia si ferma, canta (stonando) e brinda alla luce

Una festa nordica che trasforma il solstizio d’estate in un banchetto rituale, tra tavole imbandite e brindisi all’aperto

  • 21 Giugno, 2025

C’è un giorno in cui la Svezia sembra dimenticare tutto: orari, efficienza, uffici chiusi, negozi deserti. Tutti vanno “in campagna” – che sia un villaggio reale o una semplice casa col prato – per celebrare Midsommar, la festa più amata dagli svedesi. Si intrecciano corone di fiori, si alza il midsommarstång (un palo a croce decorato con foglie e fiori, simbolo ancestrale di fertilità) e si balla attorno cantando Små grodorna, la canzoncina assurda sulle rane senza coda né orecchie. Una coreografia collettiva e liberatoria, tra adulti e bambini, in cui il ridicolo è parte integrante del rito.
Nonostante l’estetica bucolica e Instagram-friendly, Midsommar è tutto fuorché una festa di facciata. Come scrive Brontë Aurell nel suo libro Scandikitchen – Midsommar, “ogni anno, il primo assaggio di fragole raccolte in giardino verso fine giugno è il segno che l’estate è davvero iniziata”. Dietro i canti e le danze, c’è il bisogno profondo di celebrare la luce, la natura, la fine dell’inverno interiore. Un giorno lungo, lunghissimo, in cui il sole quasi non tramonta e si sta all’aperto anche con il vento, la pioggia o le zanzare: perché Midsommar si fa, punto.

Cosa si mangia durante il Midsommar: aringhe, patate e fragole

Midsommar: la tavola

La tavola di Midsommar è un rituale tanto quanto il palo danzante. Protagoniste assolute sono le aringhe marinate, preparate in mille varianti: con senape dolce, cipolla rossa, aneto, barbabietola, o addirittura curry. Ogni famiglia ha la sua ricetta segreta, spesso conservata in barattoli di vetro portati da casa. Accanto alle aringhe, ci sono le patate novelle lesse, condite con burro fuso, panna acida e aneto fresco. Non mancano uova sode, salmone affumicato, pane di segale croccante e, ovviamente, bicchierini di snaps, l’acquavite locale, accompagnata da canti tradizionali e brindisi chiassosi.

Il dolce simbolico è uno solo: fragole con panna montata. È il gesto che annuncia l’estate, il sapore che tutti aspettano. “Ogni anno”, scrive Aurell, “la prima fragola raccolta nel giardino di mia nonna è un ritorno a casa, un segno che possiamo finalmente smettere di sopravvivere e cominciare a vivere”.

Senapssill, le aringhe marinate alla senape e aneto

Tra tutte le preparazioni, le senapssill — aringhe marinate alla senape e aneto — sono forse le più iconiche e diffuse sulla tavola di Midsommar. Ecco come prepararle, secondo una versione tipica svedese riportata nel libro di Brontë Aurell:

Ingredienti
6 filetti di aringa sott’aceto (già pronti)
1 cucchiaio di senape dolce svedese
1 cucchiaio di senape di Digione
2 cucchiai di zucchero
1 cucchiaio di aceto bianco
1 cucchiaino di semi di senape
2 cucchiai di olio neutro (tipo di colza o girasole)
un mazzetto di aneto fresco tritato

Procedimento
Mescolare in una ciotola le due senapi, lo zucchero, l’aceto e i semi di senape. Aggiungere lentamente l’olio fino a ottenere una salsa cremosa, poi incorporare l’aneto. Tagliare le aringhe in pezzi di circa 2–3 cm, unirle alla salsa e mescolare bene. Lasciar riposare in frigorifero almeno 24 ore prima di servire.
Accompagnare con patate novelle, panna acida e pane nero.

Simboli

Midsommar è una festa fatta di piccoli gesti carichi di significato, tramandati tra generazioni. Una delle usanze più diffuse, soprattutto tra i più giovani, è quella di raccogliere sette tipi diversi di fiori durante la giornata per poi infilarli sotto il cuscino prima di andare a dormire: secondo la leggenda, durante la notte si sognerà il volto della persona che si sposerà. È un rituale romantico, giocoso, spesso praticato tra sorrisi e bicchieri di troppo, ma che resta un simbolo forte del legame tra natura e destino.
Anche il midsommarstång, il palo decorato che domina ogni campo di festa, ha origini pagane. La sua forma richiama simboli di fertilità e rinnovamento, e i cerchi che pendono ai lati rappresentano l’unione ciclica della natura. Tutt’intorno si balla e si canta, e non solo con Små grodorna, il famoso canto delle rane: esistono altre canzoni mimiche tradizionali, come quella dei porcellini o delle api, pensate per coinvolgere i bambini ma ormai patrimonio di ogni età.
Se il folklore resta la colonna vertebrale della festa, negli ultimi anni la musica ha abbracciato anche il pop. Non è raro che, dopo i canti tradizionali, partano le playlist con ABBA, Roxette, Avicii o revival anni ’90. Così come la rappresentazione cinematografica data dal film Midsommar di Ari Aster ha contribuito a esportare l’immaginario, anche se in una chiave horror e deformata. “La versione reale è molto meno terrificante”, ironizza Aurell nel suo libro. “Al massimo, lo è la mattina dopo”.

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