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La mappa

Il professore universitario che ha provato più di 250 ristoranti stranieri a Roma (e ha creato pure una mappa)

La sua mappa è stata visualizzata più di 10mila volte ed è in continuo aggiornamento. Unica regola per consultarla? Essere amanti delle cucine dal mondo

  • 16 Maggio, 2025

Di giorno professore di procedura penale all’UniversitĆ  di Teramo e di Roma Tre, nel tempo libero ricercatore accanito di locali con cucina internazionale. Marco Pittiruti da dieci anni prende appunti su un quadernetto di tutti i locali con cucine dal mondo sul territorio romano: cinese, filippina, bengalese, greca, giapponese, francese, statunitense, indiana. Non manca nulla. Ā«L’idea nasce prima di tutto da una mia passione per la cucina dal mondo, dopodichĆ© dalla mia curiositĆ  di visitare tanti postiĀ», spiega Pittiruti che al di lĆ  della passione ha lanciato anche una sfida personale: Ā«Da che ho memoria notavo che chiudevamo molti posti di cucina estera, e i gestori mi confidavano che non avevano abbastanza clientela e si sentiva vittima di un preconcetto: per molti ā€œetnicoā€ vuol dire maltenuto. A quel punto ho pensato di cominciare a fare pubblicitĆ  disinteressata per far conoscere dei posti meritevoli, secondo il mio gusto personaleĀ».

Col tempo la tecnologia ha preso il sopravvento, e dagli appunti presi a mano alla mappa Google il passo ĆØ stato breve. Dopo un periodo in cui aggiornava settimanalmente un semplice file Word, ha iniziato a compilare mappa digitale pubblica diventata col tempo una piccola miniera di segnalazioni (ā€œEtnici autentici a Romaā€). Al momento i locali inseriti sono 256, ognuno ĆØ corredato da una piccola didascalia che descrivere l’atmosfera e quello che si mangia, ma il lavoro di inserimento non ĆØ finito, e la lista di quelli da provare altrettanto lunga. Sta di fatto che, da gennaio 2024 a oggi, oltre 10mila persone hanno visionato la mappa e, chissĆ , hanno seguito i consigli di Marco Pittiruti.

Una mappa interattiva di locali con cucina dal mondo

Il primo criterio di scelta ĆØ l’autenticitĆ : Ā«Segnalo posti piccoli, non arcinoti. Ho sempre cercato un posto particolare, quello che faceva cucina casalinga più fedele possibile alla cucina di riferimento e che non seguisse le mode, quindi no fusion, no mode, cucina vera e localeĀ», racconta. La mappa ĆØ una classica cartina geografica di Google Maps con dei segnaposto a forma di bandierina inseriti nell’indirizzo del locale. Sulla sinistra della mappa compare una suddivisione per aeree geografica – Medio Oriente, America Centrale e del Sud e Caraibi, Subcontinente indiano – con la lista di tutti i locali inseriti. Cliccando sulla bandierina di riferimento si apre, sulla sinistra, una scheda con il nome del locale, una breve recensione e l’indirizzo con i contatti.

Laing (piatto filippino) di Tali N Tiago

Le visite dei ristoranti

I posti vengono visitati un paio di volte prima di essere inseriti nella mappa. La metodica di ricerca dei locali è certosina: «Monitoro i social, su Google Maps vado a vedere per le vie nelle zone che so essere pescose, dove possono esserci nuove aperture, e su piattaforme di food delivery se ci sono novità», spiega Pittiruti che lo definisce «quasi un lavoro: quando ho tempo, la sera mi metto a cercare, magari parto anche dai nomi dei piatti e li inserisco su Google e viene fuori una lista di locali che fanno proprio quel piatto».

Va in solitaria, molto spesso quando si tratta di fare una visita a pranzo ed è lì che «vado in posti più modesti come i fast food», se si tratta di ristoranti veri e propri, allora organizza la cena con amici. Quanti posti visita? Due/tre a settimana. Entra, si siede, mangia, scambia due chiacchiere con il ristoratore per capire la storia del locale, e uno dei riti è ordinare la specialità del posto, il piatto imperdibile del cuoco.

Le cucine più sottovalutate

Le cucine più sottovalutate, secondo Pittiruti sono quella filippina e bengalese. Fra le sue preferite, quella etiope ed eritrea. Dove provarle? Al ā€œMrgdaā€, due sedi, una su via Prenestina, l’altra al Pigneto. Grande successo della cucina coreana, da provare al ā€œGainnā€ e al ā€œMidamā€. Ā«Sta prendendo sempre più piede il fast food indiano ā€œSaravanaa Bhavanā€, una catena presente in tutto il mondo, che consiglio di provareĀ». Per i più curiosi: Ā«Famosi i khinkali georgiani, grossi ravioli che si mangiano con le mani, prima si morde il ripieno e poi si succhia il brodo. Sta diventando noto e richiesto un piatto cinese, il Malatang dello Sichuan, una zuppa da comporre dove gli ingredienti li sceglie il commensale e non il cuocoĀ». Altri ristoranti cinesi? ā€œOne Restaurantā€ nella formula del bistrot cinese e ā€œHao Hao Chiā€.

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