Viticoltura ed enologia ancora protagoniste al Quirinale, che ha riconosciuto 25 nuovi cavalieri del Lavoro, tra cui due rappresentanti del mondo vitivinicolo: Vittorio Moretti e Piero Mastroberardino. Il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha firmato i decreti di nomina il 30 maggio scorso, su proposta del ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, di concerto con il ministro dell’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Francesco Lollobrigida. La cerimonia ufficiale si terrà in autunno.
In precedenza, nel settore vino, altre nomine erano arrivate per Matteo Lunelli (2024), Piernicola Leone De Castris (2023) fino a Marilisa Allegrini nel 2020.
Vittorio Moretti
Ma veniamo ai due nuovi Cavalieri del panorama vitivinicolo nazionale. Il primo è Vittorio Moretti, fondatore di Holding Terra Moretti, che ha ricevuto il titolo per il contributo dato all’innovazione agricola, all’accoglienza e alla cultura d’impresa. Moretti, classe 1941, imprenditore bresciano partito dall’edilizia e approdato anche al vino, con la creazione a metà anni Settanta della cantina Bellavista a Erbusco, patria del Franciacorta Docg. Oggi, il ramo vitivinicolo della holding comprende sei cantine, in Toscana (tra cui Petra, a Suvereto), Sardegna (con Sella&Mosca) e Lombardia, con una produzione imbottigliata di circa 10 milioni di pezzi, a cui si aggiungono due resort (L’Albereta, in Franciacorta, e L’Andana, in Maremma).
Piero Mastroberardino
Piero Mastroberardino è il secondo protagonista del vino italiano che ha ottenuto il riconoscimento dal presidente Mattarella in questo 2025. Enologo campano, classe 1966, Mastroberardino è vice presidente di Federvini, presidente di Istituto grandi marchi, docente di Economia e gestione delle imprese all’Università di Foggia che, dal 1997, guida l’omonima azienda di famiglia ad Atripalda, in Irpinia, e il Radici Resort di Mirabella Eclano, al centro dell’areale di produzione del Taurasi Docg.
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