Luci e ombre nell’export di vino italiano nei primi due mesi 2025. Il mese di febbraio si chiude con un aumento del 3,67% nel giro d’affari (a 1,19 miliardi di euro) ma con quantitativi in calo dell’1,7% a quota 316 milioni di litri. Dopo il record del 2024 e il buon esordio a gennaio, i volumi spediti fuori confine nel bimestre segnano il passo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Prezzo medio al litro che si mantiene alto, intorno a 3,75 euro, secondo l’analisi del settimanale Tre Bicchieri del Gambero Rosso su dati Istat relativi al commercio estero.
Il vino in bottiglia (confezione sotto i 2 litri) perde il 3,3% in quantità ma guadagna il 3,67% in valore, sfiorando quota 800 milioni di euro a febbraio 2025. I vini in confezione sopra i 2 litri crescono in valore (+2,6% a 51 mln di euro) ma perdono il 2,4% dei volumi (58,7 mln di litri) rispetto a un anno fa. La spumantistica sembra non sentire la crisi dei consumi e tocca 322 milioni di euro in valore, incrementa sull’anno del 4,57% e vede una crescita dei quantitativi: +3,3% a 74,6 milioni di litri, di cui 56,5 mln di Prosecco Dop (+7,3%) per un fatturato di quasi 250 milioni di euro (+7,5 per cento). Con il segno meno l’Asti spumante Dop (-8,5% in valore e -5,4% a volume) mentre per le altre Dop spumantistiche italiane (il gruppo che comprende, tra gli altri, Trento Doc, Alta Langa, Franciacorta) i valori crescono del 1,5 per cento ma si registra anche un marcato ribasso dei volumi (-17 per cento). Segno negativo in doppia cifra in quantità per gli spumanti a Igp (-33%) ma con fatturati stabili a 2,3 milioni di euro.
Stati Uniti che proseguono ad acquistare vino italiano anche nel primo bimestre 2025, secondo una tendenza già rilevata lo scorso anno, accentuata anche da un effetto scorte per via dei dazi all’import, annunciati in autunno (al 25% con la minaccia del 200%) e poi applicati dalla primavera dal presidente Donald Trump (10% aggiuntivo). L’Italia ha spedito in due mesi 57,8 milioni di litri di vino, per un incremento dell’8,2% rispetto a un anno fa, mentre i valori hanno registrato un deciso balzo: da 278 a 335 milioni di euro, con un +20 per cento. Circa 237 mln riguardano il prodotto imbottigliato in confezioni sotto due litri. Il prezzo medio all’export del vino italiano negli Stati Uniti è di 5,8 euro al litro. Il solo Prosecco Dop porta a casa un +40% a valore e +37% a volume.
Ma il vino tricolore è molto più caro anche in Canada, dove a fronte di volumi in aumento dell’1,5%, i valori incrementano di 15 punti percentuali, a quota 62,3 milioni di euro.
L’andamento delle spedizioni di vino dall’Italia verso i mercati del Vecchio Continente è in calo per i due più importanti clienti del made in Italy: Germania (-2%) e Regno Unito (-1 per cento), ma anche per Svezia (-2%) e Austria (-2%). Mentre è in crescita, nei primi due mesi 2025, per Svizzera (+2,9%), Belgio (+2,8%), Polonia (+8%) ed è stabile per Francia e Paesi Bassi. Il quadro generale appare migliore se si guarda ai valori: Germania +2,3% ma Regno Unito sempre in negativo con -1,45% nel primo bimestre, a 107 milioni di euro di vino. Positivi gli incassi dell’export verso Francia e Paesi Bassi +1%, Belgio e Svezia +2%, Svizzera +1,5%, Polonia +10%. Male il conto dell’Austria (-6,6 per cento).
L’analisi dei dati Istat dice anche che il mercato russo ha subito un deciso stop a febbraio 2025. L’export di vino italiano verso il mercato ex sovietico, che nel 2024 aveva fatto registrare le performance migliori tra i clienti del vino made in Italy, ammonta, infatti, a 20 milioni di euro, contro i 47 mln del primo bimestre 2024. Il calo è del 57 per cento. Prosegue, quindi, il trend rilevato a gennaio scorso. Nei quantitativi, dai quasi 16 milioni di litri di vino di un anno fa, le spedizioni ammontano a 5,1 milioni di litri, con un crollo del 68 per cento.
Tra gli altri mercati di riferimento, in Sud America il Messico segna -40% a volume e -25% a valore, il Brasile cresce del 33% a volume e del 30% a valore. In Oriente, il fatturato del vino italiano non brilla: verso la Cina perde il 26% è in lieve calo in Corea del sud (-1%) la e performance è in terreno negativo per il Giappone, con un -7 per cento nel cumulato dei primi due mesi 2025.
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