In piena fase di fioritura, e in una primavera finora molto umida e piovosa, il maltempo colpisce diversi dipartimenti della Francia meridionale nelle regioni di Occitania e Provenza. Il passaggio di un’intensa perturbazione, che ha determinato tra le altre cose la chiusura delle scuole e il deragliamento di un treno alta velocità, ha provocato l’allagamento dei campi. I produttori vitivinicoli della Aoc Cotes-de-Provence, in particolare, ricorderanno sicuramente i giorni di lunedì 19 e martedì 20 maggio, per la violenza con cui il clima ha danneggiato e, in parte, distrutto ettari di coltivazioni in poco tempo, con grandine fino a 7 centimetri, tempeste di vento, piogge torrenziali, frane e inondazioni, con alcune zone che hanno registrato livelli pluviometrici di oltre 220 millimetri in poche ore.
I sindacati di categoria, tra cui il Syndicat des vins Cotes de Provence, stanno procedendo alla conta dei danni e hanno fotografato una situazione difficilissima, con vigneti che sono stati letteralmente trascinati via dalla forza dell’acqua. I dipartimenti interessati, tra Tolosa e Marsiglia, sono Alta Garonna, Aude, Gers, Herault e soprattutto Var.
La ministra dell’Agricoltura, Annie Genevard, si è recata mercoledì 21 maggio nelle zone colpite, dove ora i viticoltori hanno ora il problema dei trattamenti anti-fungini, che chiedono di poter eseguire attraverso droni o elicotteri. Esattamente come accadde in Emilia Romagna con l’alluvione del maggio 2023. Intanto, la Camera Agricoltura del dipartimento del Var ha già attivato un’unità di crisi, per gestire la situazione nei campi.
Il maltempo sta interessando il territorio francese in maniera insistente dai primi giorni di maggio. Non solo nel Sud ma anche in Champagne. Il grande distretto vitivinicolo è stato colpito, soprattutto nell’areale di Epernay, da grandinate violente sabato 3 maggio, su una superficie stimata tra 500 e mille ettari. Mentre altri areali stanno già avendo a che fare con la diffusione rapida della peronospora, favorita dal clima umido. Tutti elementi che, come già lo scorso anno in cui il raccolto era crollato, contribuiscono a fare anche della 2025 un’annata piena di incognite.
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