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Negli Stati Uniti è Prosecco mania, nonostante i dazi di Trump. E il merito è delle donne

Il 60% dei consumi delle bollicine del Triveneto è in quota rosa. Ma per il futuro bisogna puntare sempre più su acquirenti multietnici

  • 07 Maggio, 2025

Cosa, anzi chi, c’è dietro alla Prosecco-mania negli Stati Uniti? A rivelarlo è l’analisi dell’Osservatorio Uiv sui dati Iwsr, secondo cui il 60% dei consumi delle bollicine del Triveneto è in quota rosa. Sono, quindi, le donne a sostenere Oltreoceano le vendite del re degli sparkling made in Italy. Non solo. Le consumatrici sono anche più informate sull’offerta enologica rispetto agli uomini: con un tasso di awareness al 76% contro il 69% dei maschi. Le bollicine trivenete, in particolare, raggiungono un livello di notorietà del 48% tra le donne, mentre si fermano al 31% tra i maschi.

I Prosecco lovers hanno redditi più alti

Ma – rileva l’Osservatorio – dietro il “fenomeno Prosecco” negli Usa, che tra gennaio e febbraio hanno registrato una corsa alle scorte pre-dazi (+42% il valore dell’export nel primo bimestre), non c’è solo la variabile di genere. Se si guarda al portafoglio, a stappare bollicine made in Italy sono nel 65% dei casi i consumatori che guadagnano oltre 80mila dollari l’anno, e più di un quarto dei Prosecco-lovers (27%) dichiara redditi per più di 150mila dollari.
Ma quanto costa bere bollicine italiane negli States? Nel fuori casa 7 consumatori americani su 10 spendono più di 20 dollari al litro per il Prosecco, mentre si ribalta la proporzione nell’off-premise, dove il 61% dei consumatori sceglie a scaffale prodotti sotto i 20 dollari al litro.

 

La scommessa multietnica

Sotto il profilo geografico, la Prosecco-mania incrocia la costa Atlantica ma anche quella Pacifica: oltre la media figurano i consumatori del New England, del South e Middle Atlantic fino al Pacific.
«Negli Stati Uniti il Prosecco è simbolo di eleganza, moderazione e stile di vita italiano – spiega il responsabile dell’Osservatorio Uiv, Carlo Flamini – non è un caso se è apprezzato in tutte le fasce di età, con picchi tra le over 55. Ma la vera scommessa, oggi, è quella multietnica».
In un momento in cui la società americana sta cambiando profondamente, a sopravvivere saranno quei prodotti capaci di parlare a gusti e nazionalità differenti. «Il Prosecco sino ad oggi è presidio dei consumatori bianchi, che rappresentano quasi l’80% del mercato – continua Flamini – mentre fatica a raggiungere gli ispanici, i neri e gli asiatici. È proprio in queste coorti, sempre più rilevanti anche da un punto di vista demografico, che dobbiamo recuperare per attirare nuovi appassionati. Si tratta di attivare leve comunicative efficaci e promuovere la dimostrata versatilità dello sparkling made in Italy».

Il Prosecco è il vino italiano più acquistato in Usa

Oggi l’Osservatorio Uiv rileva come il Prosecco sia di gran lunga il prodotto enologico italiano più acquistato negli Usa con una quota del 33% sul totale delle vendite made in Italy. Il re degli spumanti rappresenta ormai un terzo dei volumi complessivi di sparkling consumati oltreoceano, grazie a una progressiva erosione di quote ai danni delle bollicine statunitensi e di quelle francesi.
In termini di export, conclude l’Osservatorio, il 2024 si è chiuso con spedizioni di Prosecco verso gli Stati Uniti in crescita a valore del 15%, pari a 491 milioni di euro, complice l’accelerazione impressa da importatori e distributori per anticipare il più possibile lo spauracchio dei dazi e garantire – per quanto possibile – continuità nello speciale rapporto con i consumatori.
Riuscirà la sete di Prosecco a superare i capricci di Trump?

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