Case di ringhiera, fiori, profumi di spezie orientali. La Fondazione Arnaldo Pomodoro, nella zona dei Navigli, s’inserisce in una Milano meno vista e conosciuta. L’occasione della visita รจ la ricorrenza di uno dei progetti piรน visionari e folli del vino italiano: il Carapace realizzato nel 2005 da Pomodoro per le Tenute Lunelli a Montefalco. Un’opera d’arte che รจ giร un classico, un punto di riferimento per un territorio che vive di vino. โHo pensato al Carapace come a un elemento che potesse emergere dalla terra, come una grande cupola che richiama la forza e la potenza della natura. Un luogo dove il vino nasce dentro la sculturaโ, aveva affermato il Maestro. “Si tratta di un’opera scultorea che diventa architettura, un’esperienza del tutto nuova ed entusiasmanteยป, proseguiva.
Tutto inizia nei primi anni Duemila, quando la famiglia Lunelli decide d’investire nel Sagrantino e acquisisce alcuni vigneti a Montefalco e Bevagna. E affida la realizzazione della cantina a Pomodoro, che concepisce subito lโidea dellโopera, capace di integrarsi con la natura e celebrare lโarcaicitร dei luoghi.
Nel 2006 iniziano i lavori, in collaborazione con lo studio di architetti Pedrotti, che si concludono nel 2012. La forma richiama il carapace di una tartaruga: animale simbolo di longevitร , elemento che accomuna lโopera al Montefalco Sagrantino, il rosso che non invecchia mai. Le crepe che attraversano la superficie della cupola rameica richiamano i solchi del terreno umbro, a simboleggiare il tempo e la sua azione sul vino. Un elemento scultoreo a forma di dardo, di color rosso acceso, si conficca nel terreno aggiungendo quello che si configura come un punto esclamativo nel paesaggio. Il risultato รจ spiazzante, unโopera surreale, inserita tra le 50 piรน belle cantine al mondo per il World’s best Vineyards 2024. ยซNon รจ un’architettura, ma รจ una scultura che ospita una cantina. La tartaruga รจ animale arcaico, lento e longevo, le pecularitร del Sagrantinoยป, commenta Camilla Lunelli durante la presentazione.
ยซSiamo venuti in Umbria perchรฉ siamo rimasti stregati dal carattere del Sagrantino, la sua sua struttura, potenza, tannicitร . Lo trovo solo lรฌ. La prima annata รจ stata la 2003, la prima commercializzata la 2005. All’inizio รจ stato molto difficile, รจ un vitigno complicato e ostico, รจ stato un lungo percorso di crescitaยป, racconta Alessandro Lunelli, che si occupa della tenuta. Si รจ partiti da una selezione massale di sagrantino, i vigneti sono esposti quasi esclusivamente a nord. Cambi nel percorso? Tanti. A partire dall’abbandono dell’uso esclusivo della barrique, cosรฌ come i tempi di macerazione. ยซSiamo partiti con vinificazioni solo in accaio e accorciavamo i giorni di estrazione tannica. Con l’arrivo dell’enologo Luca d’Attoma nel 2015 abbiamo iniziato a dosare vinificazioni diverse tra tini di legno da 1000 litri, anfore e accaio. E siamo tornati a macerazioni lunghe e piรน morbideยป, continua Alessandro. Piรน che ammorbidire il carattere del Sagrantino – come fa notare – nel tempo รจ stato messo a fuoco, maggiormente definito, il suo potenziale di contrasto tannico. Il telaio รจ profondo e d’impatto, come la struttura che ospita la cantina.
Lasciamo da parte lo Ziggurat, uno dei migliori Rosso di Montefalco, ci concentriamo su un tris di Sagrantino all’interno del laboratorio creativo della fondazione. Il Carapace 2020 si offre fresco e intenso di menta, liquirizia e ribes. La bocca รจ inizialmente agile, per poi calare una tessitura tannica importante che asciuga leggermente il palato ma non secca. Finale lungo di mandorla amaro, scalpita a dir poco. Ed ecco l’ultimo nato, il Lunga Attesa. Si tratta di una selezione di sagrantino in purezza da un unico vigneto di 30 anni, tirato in meno di 4.000 bottiglie. La 2017 รจ stata un’annata tragica per il vino italiano, ed europeo, per via di un clima caldo e a dir poco siccitoso. Il vino spiazza per un naso gentile, profumi di tรจ nero, pepe appena macinato e nocciola.. In bocca ha una pressione tannica cui non siamo piรน abituati e che non scordi: stratificato, corroborante e profondo. Ha un tono di voce caldo e solenne, poco frutto e tanti richiami. Un infuso di Sagrantino. ร il punto di approdo del percorso. Chiudiamo con la prima annata in commercio, il Sagrantino 2005. Profumi di pomodori al sole, peperone e scorza d’arancia, il profilo slilistico รจ diverso. La bocca ha altra concentrazione e una freschezza acida ancora soprendemente vivida, anche se il vino รจ meno rifinito. La struttura ha mantenuto energia ma รจ rimasta un po’ rigida e statica. Dalla sua ha almeno altri 10-15 anni di guizzi.
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