Il termine vocazione ha un significato polisemico e definisce una particolare attitudine verso una professione o un’espressione artistica. Prende origine dal latino vocatio, chiamata (vocazione alla musica, alla vita religiosa, al teatro, etc), ma nel caso di un territorio agricolo rappresenta l’idoneità di un luogo delimitato, per una produzione dalle caratteristiche peculiari.
Da un punto di vista concettuale, la vocazione di un vigneto può essere interpretata come un processo di socializzazione della natura che si articola in una fase costituiva e in una ontologica. La dimensione costitutiva è identificata dalla fase storica, dal territorio, dalle caratteristiche della collettività e dai suoi meccanismi di funzionamento. Si esprime, sul piano simbolico, attraverso l’uso di una Denominazione e, sul piano materiale, con la reificazione (attraverso la quale si rendono materiali le cose astratte), strutturando un disciplinare di produzione.
Molto più importanti, almeno sul piano concettuale, sono i contenuti ontologici che identificano le responsabilità dell’uomo nel conferire valore antropologico a un territorio. Questo aspetto esige una coscienza del luogo come oggetto in sé, deriva dal concetto essenzialista di Aristotele e di Kant. L’essenza, è l’elemento che definisce un individuo o un luogo come tale e che lo rende unico, differente da tutti gli altri. La declinazione ontologica che si pone alla ricerca della struttura gerarchica alla base del modello viticolo di una Denominazione, definisce le responsabilità del viticoltore, per le modalità con le quali abita la natura e come la trasforma in territorio.
Le moderne zonazioni viticole sono lo strumento più adatto analizzare, in un modo innovativo, i contenuti della vocazione e per rispondere in modo efficace alle esigenze di cambiamento. Sono necessarie, ad esempio, delle risposte sull’impiego di fertilizzanti o di acqua irrigua, o sulle modalità di lotta ai parassiti. Vocazione vuol dire anche questo, per fare una viticoltura dove la vite è in equilibrio con l’ambiente e dove sono meno necessari gli interventi colturali. Per fare questo, la zonazione si propone di ridare alla parola vocazione il suo significato originario identificando, all’interno di un territorio delimitato, le sottozone con un profilo sensoriale originale, punto di partenza anche per una futura strategia di riduzione, ragionata, delle superfici vitate italiane.
Gli studi dei terroir viticoli, affrontati in questi anni con approcci metodologici di crescente complessità, hanno certamente contribuito a valorizzare quegli aspetti poco noti dell’interazione tra il vitigno e l’ambiente, ma gli strumenti di cui disponiamo sono oggi molto più performanti che in passato e consentono, con un approccio multidisciplinare (report su geologia, geo morfologia, pedologia, climatologia, fisiologia della vite), di analizzare le componenti fisiche di un territorio con una scala molto più piccola e, quindi, più aderente alla grande diversità che caratterizza un territorio viticolo. La space economy, con l’analisi satellitare e le piattaforme digitali, riesce a mettere in relazione la grande mole di dati raccolti e riesce a dare indicazioni molto precise e dettagliate.
Il professor Attilio Scienza è il coordinatore scientifico del Corso di Alta formazione
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