Per la pasta: 300 g di farina; 150 ml di acqua; 1 pizzico di sale. Per condire: 200 g di bieta; 1 cipolla dorata; 50 g di Parmigiano Reggiano; ½ peperoncino; 10 semi di finocchio; sale grosso; olio extravergine di oliva
Con la bieta coloratissima delle colline modenesi prepariamo un piatto altrettanto colorato e divertente, una cosa un sacco yeah. Prendiamo della bieta con i gambi gialli e dell’altra con i gambi rossi, la puliamo eliminando le estremità vicine alla radice, la laviamo e la strapazziamo tagliandola grossolanamente. Mettiamo subito del sale grosso e la lasciamo in pace un attimino.
Prepariamo un fondo in padella con una dose generosa di olio; affettiamo una cipolla e la facciamo andare con del peperoncino, quel tanto che basta per rendere il condimento un po’ piccantino e che ci aiuterà a contrastare il sapore ferroso ? e terroso – della bieta e un nonnulla di semi di finocchio. Sfumiamo con un goccetto di vino per far ammalvire la cipolla e appena sentiamo che la parte alcolica è evaporata aggiungiamo la bieta. Abbassiamo la fiamma e copriamo.
Intanto che stufa un po’, mettiamo a bollire l’acqua per la pasta e prepariamo l’impasto per le losanghette; non dimentichiamoci, ogni tanto, di dare una mescolata alla bieta e, se necessario, aggiungere qualche mestolo di acqua di cottura per non farla asciugare troppo.
Disponiamo la farina a fontana su una spianatoia e al centro versiamo poca acqua alla volta, facendola assorbire fino a ottenere un impasto morbido e non appiccicoso che lavoreremo con le mani. Lo stendiamo non troppo sottile (un paio di millimetri) con il mattarello, infariniamo bene, lo arrotoliamo su se stesso e tagliamo delle strisce larghe circa un centimetro e mezzo.
Quando l’acqua bolle aggiungiamo il sale e buttiamo la pasta. Appena viene su la scoliamo, la tuffiamo in padella, alziamo la fiamma e mantechiamo in allegria con la bieta. Impiattiamo. Spolverata di Parmigiano Reggiano e necessariamente faremo un test. Mmm?Buon appetito!
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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