Quando si pensa al Delta del Po viene in mente un ambiente umido disegnato dalle diramazioni del grande fiume: canali, stagni, lagune, golene, paludi, valli da pesca, e tante zanzare. Invece, ecco la sorpresa: in questo territorio quasi sott’acqua si produce il grano, ettari di spighe di frumento che biondeggiano al sole. E non da un giorno. Una delle aziende che lo coltiva da generazioni è quella della famiglia Fregnan, nella campagna fertile di Porto Viro, in quell’angolo del Delta compreso tra il ramo principale del Po di Venezia, il Po di Maistra e il Mar Adriatico, proprio al centro del versante veneto del Parco regionale del Delta del Po, oggi protagonista di un progetto di valorizzazione e ricerca promosso dal Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione (BCA) dell’Università di Padova, in collaborazione con il Parco Naturale Regionale Veneto del Delta del Po e Fondazione Goletta L.A.B.
Quella della famiglia Fregnan è una realtà agricola di tradizione ma proiettata verso il futuro, che una decina d’anni fa ha deciso di rinnovarsi e di dare una svolta sostenibile all’attività, di passare al biologico e di chiudere la filiera. Così nasce Agrifree, un nome che suona anglosassone ma che vuole essere la sintesi di ager (il campo dei latini), friend e free (amico e libero nella lingua inglese).
«Nel 2015 abbiamo avviato la conversione – racconta Giorgia, 29 anni, terza generazione Fregnan, attualmente alla guida dell’azienda di famiglia creata dal nonno Renzo e cresciuta con il padre Marco, che ha sposato di buon grado il progetto della figlia – nel 2019 abbiamo fatto il primo raccolto di grano tenero e di grano duro e cominciato a trasformarlo, prima in farine e semole macinate a pietra, poi in pasta integrale».
Giorgia Fregnan, titolare di Agrifree, con il padre Marco
Oggi alla macinazione a pietra Agrifree affianca quella a cilindri, per produrre pasta di semola semintegrale e farina da utilizzare nei prodotti da forno: biscotti, grissini, panbiscotto, gallette, piadina e i Ricci del Delta, una specie di chips salata ottenuta dall’estrusione del grano duro e insaporita con pomodoro, origano e cipolla, uno snack esclusivo inventato da Giorgia grazie al quale nel 2022 ha ricevuto la menzione speciale agli Oscar Green di Coldiretti Regione Veneto nella categoria Campagna Amica, premio dedicato all’innovazione in agricoltura.
La materia prima, il grano duro e tenero, «proviene interamente dai 30 ettari aziendali, situati intorno alla fattoria o nel raggio di al massimo 10 chilometri», terreni alle foci del grande fiume, naturalmente fertili per la loro natura alluvionale. La coltivazione è interamente in biologico, con rotazione delle colture, come prevede il disciplinare e la buona pratica agricola: «frumento, poi girasole, sorgo, soia, pisello proteico». L’energia è autoprodotta grazie a un impianto fotovoltaico. Homemade anche il concime per fertilizzare i campi, la pollina stagionata sei mesi, proveniente «dal nostro allevamento di polli».
Per alcune fasi della trasformazione Agrifree si appoggia ad aziende esterne: un mulino artigianale romagnolo appena oltre il Po e al confine con il Veneto per la produzione di farine e semole, un piccolo pastificio veronese (Mozzo di Villa Fontana) per spaghetti, paccheri e fusilli essiccati intorno ai 50 C° per almeno 40 ore. In vendita online, nello spaccio aziendale e in alcuni negozi del Delta, del Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, in degustazione in locali della zona e regionali.
Agrifree – Porto Viro (RO) – loc. Ca’ Pesara, 12 – 3383447466 – agrifree.it
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