Giulia Vicini ha vent’anni e, insieme alla socia Giulia Zanni, gestisce con visione e competenza la pizzeria Giuly Pizza di Castelli Calepio (Quintano, via della Conciliazione, 48) nella bergamasca. È figlia d’arte: suo padre Marco ha avviato l’insegna nel 2012, sempre lui, negli anni, ha insegnato il mestiere alla figlia e a Giulia Zanni. Studi di chimica, insieme alla professione di pizzaiola, approfondisce il discorso agricolo da vicino, lavorando in prima persona in aziende bio.
La sua è una vittoria conquistata con tenacia: nell’edizione 2023 si era già piazzata al terzo posto nella categoria Pizza Classica e si era aggiudicata il Premio “Pizza del Cambiamento per la Sostenibilità” (in collaborazione con 5 Stagioni di Agugiaro & Figna), introdotto per la prima volta proprio nel 2023, con la pizza Terra-Terra, ideata insieme alla socia, con la quale condivide la filosofia di ricerca, prima di tutto etica: ingredienti interamente di filiera bio, dalla farina alle verdure utilizzate (agretti e asparagi), fonduta con latte locale, come locale è il Bagoss, olio extravergine autoprodotto, mandorle e miele. Quest’anno la sfida era ancora più importante, avendo alle spalle il podio dell’anno precedente: eppure, oltre al bis nel premio speciale – con una Spontanea, una pizza vegana a base di vegetali dell’orto di proprietà e prodotti bergamaschi, come il mais rosso della Val Seriana – è arrivato anche il primo posto nella disciplina più in vista del Campionato, insieme a quella della pizza napoletana STG.
Più di mille le gare disputate nella storica sede del Palaverdi di Parma, oltre 700 i pizzaioli arrivati da 53 nazioni del mondo: il XXXI Campionato Mondiale della Pizza si è concluso ieri con l’annuncio delle classifiche ufficiali per le varie categorie coinvolte nella competizione (sono 12, dalla pizza senza glutine al freestyle). Per la pizza classica è, come dicevamo, Giulia Vicini a guadagnare il primo posto, davanti a Nicolas Ribera e a Nicola Staropoli. Per la pizza napoletana STG, sul podio finiscono Lorenzo Carletti, David Ortigoza Ezequiel e Adriano Aurelio Ricciardi; per la pizza in teglia Domenico Sancamillo, Antonio Saviana e Chiara Petrucci. Nella categoria Pizza in Pala, il podio va a Salvatore La Porta, Luigi Timoncini e Antonino Militi.
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La più autorevole guida del settore dell’enologia italiana giunge quest’anno alla sua 37sima edizione. Vini d’Italia è il risultato del lavoro di uno straordinario gruppo di degustatori, oltre sessanta, che hanno percorso il Paese in lungo e in largo per selezionare solo i migliori: oltre 25.000 vini recensiti prodotti da 2647 cantine. Indirizzi e contatti, ma anche dimensioni aziendali (ettari vitati e bottiglie prodotte), tipo di viticoltura (convenzionale, biologica, e biodinamica o naturale), informazioni per visitare e acquistare direttamente in azienda, sono solo alcune delle indicazioni che s’intrecciano con le storie dei territori, dei vini, degli stili e dei vignaioli. Ogni etichetta è corredata dall’indicazione del prezzo medio in enoteca, delle fasce di prezzo, e da un giudizio qualitativo che si basa sull’ormai famoso sistema iconografico del Gambero Rosso: da uno fino agli ambiti Tre Bicchieri, simbolo di eccellenza della produzione enologica. che quest’anno sono 498.
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