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La Commissione Ue boicotta la viticoltura: “Non è essenziale”. L’ira delle associazioni europee

La riduzione dei fitofarmaci provocherà una riduzione dal 18% al 28% della produzione vitivinicola europea, ma per la Commissione Ue non ha importanza. Mondo produttivo sul piede di guerra

  • 10 Luglio, 2023

La produzione di uva non è una coltura essenziale”. La frase, contenuta in uno studio sulla sostenibilità della Commissione Ue fa infuriare il mondo vitivinicolo che risponde facendo fronte comune. Nello specifico il report mostra l’impatto del regolamento Sur (Sustainable use of pesticide regulation), prevedendo un calo della produzione di uva dovuto agli effetti della riduzione dei fitosanitari, stimato al 18% in Spagna, al 20% in Italia e al 28% in Francia. Poco male, secondo la Commissione Ue, considerato che “la produzione di uva non è una coltura essenziale per la sicurezza alimentare europea e che una diminuzione della produzione di vino in Europa sarebbe irrilevante”.

Le associazioni europee: “La viticoltura è essenziale”

Non ci stanno le associazioni di settore italiane, francesi e spagnole che, già devono fare i conti con una produzione in calo nei prossimi anni per gli effetti dei cambiamenti climatici . Così 23 sigle di settore dei tre principali Paesi produttori (Italia, Francia e Spagna) in una nota congiunta, rivendicano il ruolo della produzione di uva per l’economia comunitaria: “Sì, la viticoltura è essenziale in Europa” scrivono “L’Unione Europea è il primo produttore di vino al mondo, con il 45% della superficie viticola mondiale. Questo settore ad alto valore aggiunto è vitale per molte regioni rurali europee, genera milioni di posti di lavoro e contribuisce in modo significativo alla bilancia commerciale dell’Ue”.

Riduzione del 50% dei fitofarmaci entro il 2030

Poi l’invito agli Stati membri e agli eurodeputati, affinché prendano una posizione chiara su questo tema. “Il nostro settore chiede di essere sostenuto per continuare le azioni di transizione ecologica con regolamenti realistici e un calendario operativo, che permetta l’implementazione delle soluzioni alternative efficaci esistenti e in arrivo”, conclude la nota. Il regolamento, proposto lo scorso anno dalla Commissione Ue all’interno della strategia “Dal produttore al consumatore”, obbligherebbe gli agricoltori a ridurre del 50% l’uso dei fitofarmaci entro il 2030.

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