Primo Vinitaly a 16 anni per accompagnare lo zio Giusto Occhipinti (uno dei tre fondatori dell’azienda agricola Cos). Studi di enologia a Milano, ma insofferente allโapproccio enologico convenzionale, con una passione per i vini artigianali e naturali. Esplorazioni nella viticoltura francese e spagnola. Un attaccamento feroce al territorio ibleo: ยซEssere viticultori vuol dire mettere radiciยป. Innamorata del frappato, vitigno principe della zona di Vittoria, ยซcaratteristiche simili al Nebbiolo e al Pinot Neroยป. Giovanissima e determinata mette in piedi quasi dal nulla la sua cantina negli anni โ10 del Duemila. Votata alla biodiversitร : ยซPosso contare su 40 ettari di vigneto ma anche su 40 ettari di biodiversitร con bosco, grano e uliveti. La biodiversitร รจ il valore aggiunto per il vino e, allo stesso tempo, non ci sarebbe cura della biodiversitร senza il traino del vinoยป. Consapevole delle enormi potenzialitร delle contrade iblee e piena di progetti per il futuro. Carattere puntiglioso, audace e indomabile, con un grande sorriso. Tutto questo e molto altro รจ Arianna Occhipinti, iconica produttrice di vini naturali nellโarea del Cerasuolo di Vittoria. Che questโanno partecipa per la prima volta al Vinitaly.
Torna al Vinitaly. Che cosa รจ successo per farti cambiare idea?
In passato ero stata al Vivit (Vigne, Vignaioli, Terroir), il salone dedicato ai vini naturali da uve biologiche e biodinamiche allโinterno della fiera principale e poi ho fatto sempre i saloni off. Adesso รจ necessario fare un grande cambiamento. Nessuno deve avere paura di confrontarsi e stare in mezzo agli altri. Ormai ho unโidentitร consolidata che mi permette di stare qui. Possiamo parlare con professionisti che sanno cosa sono i cru, fondamentali per apprezzare i miei vini di contrada. E poi il vino buono รจ trasversale.
Ma perchรฉ prima questo non si poteva fare?
Vent’anni fa cโera bisogno di fare dei cambiamenti. Il mondo del vino era afflitto dallโappiattimento: tutti bevevano le stesse cose. E molte aziende maltrattavano le vigne. Quindi cโรจ stata una rivoluzione.
E tu sei stata la paladina di questa rivoluzioneโฆ
Sรฌ. Questi 20 anni sono stati utili per tutti.
Ma cโรจ qualcosa che non funzione piรน nel circuito delle manifestazioni off?
Negli ultimi due anni sono stata a Summa: lโidentitร di questo evento mi piace tantissimo. Perรฒ credo che oggi ci sia troppa dispersione con le diverse fiere del vino artigianale.
In che senso?
In passato abbiamo avuto saloni pieni di gente che non ne poteva piรน dei vini standardizzati. Oggi a volte, in questi eventi, capita di trovare produttori straordinari con brand rinomati, ma ai loro banchetti non viene nessuno. Troppa poca affluenza, non cโรจ massa critica. Non dobbiamo frammentare il nostro pubblico.
E invece al Vinitaly?
Qui possiamo sfruttare al massimo il momento di trade. Ho avuto visite interessanti da parte di ristoratori di qualitร come Sarah Cicolini di Santo Palato a Roma o La Branca di Genova. Anche altri produttori del mondo artigianale mi hanno confessato: โSono orgoglioso della tua scelta. Sei la prima a cambiareโ.
Quindi Vinitaly รจ diventato un posto accogliente?
Vinitaly ha capito cosa fare per non morire. Per esempio, ha aperto una finestra importante sui Raw Wine. Lโabilitร del magement รจ anche questa: capire dove andare prima di decadere. Una cosa che il Prowein, per esempio, non รจ stato in grado di fare. Vinitaly invece resta un punto di riferimento internazionale grazie anche alla sua capacitร di aprire alle innovazioni del mondo del vino.
Questโanno perรฒ il Vinitaly รจ stato segnato dalla crisi dei dazi imposta da Trump. Come affronti questa fase?
Per me il mercato americano รจ cruciale. Arriva al 35-40% delle mie vendite. Il mio perรฒ รจ un brand importante (non entro in America come Sicilia) e per fortuna chi รจ affezionato non rinuncia ad acquistare. Chi giร paga 40 dollari per una mia bottiglia, รจ disposto anche a pagarne 60. Certo, in questo modo sale il posizionamento e la fascia dei giovani puรฒ restare esclusa. Il problema dei dazi รจ che ora saranno bloccati per 90 giorni finchรฉ non si capisce bene che cosa succede. Molti importatori chiederanno di fare accordi per dividere i costi. Altri ribalteranno tutto sui consumatori. Per adesso la prenotazione del nostro importatore รจ la stessa dellโanno scorso.
Il ritorno al Vinitaly รจ anche lโoccasione per coronare i 20 anni del tuo frappato.
Io dico sempre che con il frappato ci siamo presi per mano. Avevo bisogno di unโuva bella ed elegante, capace di un grande potenziale enologico. Il frappato doveva essere solo elevato un poโ: รจ unโuva che fa grandi vini.
Insomma, vi siete rafforzati a vicendaโฆ
Adesso posso entrare in ogni ambiente del vino avendo delle spalle larghe. Anche nelle etichette non ho piรน bisogno di mettere in evidenza il vitigno, ma punto sulle contrade. Per esempio, il frappato della contrada Pettineo, caratterizzato da sabbie rosse ricche di ferro, รจ fine e floreale. Quello di Fossa di Lupo, con terreno pietroso e piรน calacareo, รจ carico di energia.
Quali erano i tuoi riferimenti quando hai iniziato?
Allโinizio, in Italia, erano Giovanna Morganti ed Elisabetta Foradori. Facevano grandi vini naturali, puliti ed eleganti. Attenzione perรฒ: il mio modo di fare il vino non รจ il fine. Il fine รจ fare un grande vino di territorio.
ร un messaggio ai colleghi del vino naturale?
Uscire da un ghetto culturale รจ ciรฒ che mi ha sempre distinto. Molti di questi colleghi sembrano in conflitto con i produttori di vino convenzionale ma, in fondo, sono in guerra con se stessi. Io per esempio sono ormai da anni socia di Assovini, con soddisfazione reciproca. Faccio parte del board e ho collaborato alla scrittura del disciplinare del progetto Sostain. La mia identitร non si confonde per il fatto di collaborare con questi altri produttori.
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