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La Polonia rinvia il divieto all'uso di mangimi Ogm al 2030

Slitta di ben cinque anni lo stop ai mangimi geneticamente modificati approvato dal governo polacco dal lontano 2006

  • 31 Ottobre, 2024

Gli allevatori polacchi potranno utilizzare mangimi per animali con ingredienti di colture geneticamente modificate fino al 2030. A metterlo nero su bianco il Presidente Andrzej Duda che ha firmato la legge per il rinvio del divieto di mangimi ogm previsto dal 2006. La legge firmata dal Presidente Duda indica l’allineamento della Polonia alla legislazione meno restrittiva dell’Unione Europea sul questo tipo di colture e sul suo utilizzo alimentare negli allevamenti. La legge è stata votata dal Parlamento nel settembre 2024 ed entrerà in vigore dal gennaio 2025 al 2030. È stata redatta dal ministero dell’Agricoltura in risposta alle preoccupazioni dell’industria dei mangimi per la mancanza di alternative adeguate ai mangimi geneticamente modificati.

Cambia l’atteggiamento europeo

La recente decisione del governo polacco sui mangimi geneticamente modificati è un riflesso del cambiamento di posizione dell’Ue nei confronti dei prodotti geneticamente modificati. Questo tipo di atteggiamento ha inevitabilmente indebolito l’impatto della legislazione anti Ogm. Oltre a questo sono state decisive le pressioni di industriali e allevatori che hanno spinto per il rinvio, tanto che molti addetti al settore sono dell’idea il ministero dell’Agricoltura, che ha redatto il disegno di legge, abbia ceduto ai timori dell’industria dei mangimi che un divieto avrebbe fatto aumentare i prezzi agricoli polacchi. Secondo la rivista di settore All About Feed, i lobbisti hanno sostenuto che la Polonia non ha un’alternativa adeguata ai mangimi ogm, spingendo così per la firma della legge.

I numeri dei mangimi e della filiera avicola polacca

La Polonia, uno dei maggiori produttori agricoli dell’Unione europea e primo esportatore di pollame, è il quarto importatore di mangimi contenenti soia geneticamente modificata, con la maggior parte delle forniture provenienti da Brasile, Argentina e Ucraina. La Polonia importa ogni anno circa 2,5 milioni di tonnellate di farina di soia, per un valore di circa 1,5 miliardi di euro e gran parte di questa farina viene utilizzata dall’industria avicola. «I prodotti nazionali hanno prezzi più bassi rispetto agli altri Paesi dell’Ue, il che consente alla Polonia di mantenere una forte posizione di mercato», ha dichiarato il ministero dell’Agricoltura a All About Feed.

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