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Il quartiere di Firenze preda del turismo gastronomico. Il lento declino di San Lorenzo

Tra "walking steak" e dehors di plexiglass in cui assaporare la cucina fiorentina, i ristoranti stravolgono il volto del rione dei Medici

  • 24 Febbraio, 2025

Da quartiere simbolo dei capolavori del rinascimento a distretto culinario turistico. Da qualche tempo c’è aria di cambiamento nel rione San Lorenzo di Firenze. Tra il trasferimento dei banchi dei prodotti tipici e delle botteghe artigiane e il rifacimento degli stalli del carico scarico, il quartiere è diventato un ristorante a cielo aperto. Qui, i prefabbricati hanno preso il sopravvento su ogni angolo della piazza e la riqualificazione non ha avuto gli esiti sperati.

Il progetto di riqualificazione 

A raccontarlo è il Corriere fiorentino. Prima il recupero dei giardini, poi quello della pensilina ottocentesca. Negli ultimi dodici anni sono stati molti, forse troppi, gli interventi realizzati nella zona. Un restyling che, più che migliorare il quartiere, ha dato il là all’invasione dei dehors. Non è un caso che su 3.400 metri quadrati di piazza siano stati installati ben 13 dehors. Di questi, 11 sono vere e proprie strutture prefabbricate, chiuse su tutti i lati, in violazione delle regole di Palazzo Vecchio per garantire almeno un lato aperto verso la strada. Eppure, il metodo di piazza Repubblica – con i suoi dehors imponenti e soffocanti – ha fatto scuola. San Lorenzo ha seguito lo stesso percorso, con locali che sembrano più acquari da turisti che ristoranti dove fermarsi a gustare un piatto.

il dehors di Song

L’invasione del “mangificio”

Le strade di San Lorenzo sono diventate un percorso a ostacoli. L’afflusso continuo di turisti, con le lunghe code davanti ai ristoranti e i marciapiedi ostruiti da tavoli, stufe fungo e sedie, ha reso il passaggio quotidiano un’impresa.  Una metamorfosi accettabile se la qualità del cibo fosse all’altezza delle aspettative, ma la realtà racconta un’altra storia. Accanto a ristoranti eccellenti da 5 stelle nelle recensioni online, fioriscono locali che vendono pizze surgelate, bistecche da passeggio e altre specialità lontane dalla tradizione fiorentina.

La concorrenza dei locali ha creato un sistema basato sui numeri, con i ristoranti che si espandono senza misura, posizionando cavalletti, vasi e addirittura scrivanie all’esterno per occupare ogni angolo disponibile. E mentre i turisti sembrano accontentarsi del panorama un po’ grottesco, i residenti vivono il degrado sotto gli occhi, tra auto parcheggiate sui marciapiedi e cartelli pubblicitari per promuovere la “the walking steak” a 15 euro.

I banchi del mercato abbandonati

I residenti non sono però gli unici abbandonati. A soffrire sono anche i banchi del mercato, trasferiti in Piazza del Mercato Centrale nel 2013 con la promessa di nuove strutture più piccole e armoniose. Un impegno mai mantenuto, visto che gli ambulanti continuano a coprire la merce con teli di plastica logori e ingialliti, mentre le infrastrutture si deteriorano. «Lavoriamo in condizioni assurde. E quando piove, siamo costretti ad arrangiarci con mezzi di fortuna», denuncia Roberto Ballerini, storico cappellaio del mercato. Così, il volto del quartiere è ormai irriconoscibile. Dove un tempo si respirava la storia e l’artigianato fiorentino, oggi domina l’economia turistica sembra essere riuscita a soffocare l’autenticità di San Lorenzo. E mentre i turisti chiusi nei dehors di plexiglass sembrano soddisfatti della loro esperienza gastronomica, Firenze rischia di perdere un altro pezzo della sua anima.

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