Se la tua cucina fa odore, meglio chiudere le finestre. A Palma Campania, cittadina di 16mila abitanti nel napoletano con una significativa presenza di immigrati dal Bangladesh, il sindaco Aniello Donnarumma ha firmato un’ordinanza – la numero 105 – che mette al bando le “molestie olfattive”. Nel mirino finiscono cucine, ristoranti, laboratori e perfino abitazioni private «dedite alla preparazione, cottura o conservazione dei cibi». Le sanzioni potranno arrivare fino a 500 euro per ogni “emissione” considerata molesta. Il provvedimento, spiega il sindaco, è stato adottato a seguito di “numerose segnalazioni” da parte dei cittadini e punta a tutelare la salute pubblica. «C’è anche chi ha avuto malori per via degli odori», afferma Donnarumma, citando una lista degna di una diagnosi ospedaliera: «disturbi gastrici, mal di testa, disturbo del sonno, tensione, stati d’ansia».
Ma a suscitare il clamore non è solo la vaghezza del reato – chi decide cosa puzza davvero? – bensì il sospetto, nemmeno troppo velato, che l’obiettivo vero siano i piatti speziati della comunità bengalese: biryani, khichuri, kofe, kebab. Già nel 2021, una delibera dello stesso Donnarumma imponeva test di italiano agli stranieri provenienti dal Bangladesh. Oggi, lo stesso sindaco – eletto nel 2018 con Fratelli d’Italia, riconfermato nel 2023 da tre liste civiche e recentemente coinvolto in un’indagine per corruzione – si difende: «Non è razzismo, ma buon senso. La mia ordinanza tutela anche i cittadini stranieri». Tuttavia, il criterio per giudicare l’odore molesto resta affidato agli agenti di polizia municipale, con o senza strumentazioni tecniche: sarà sufficiente che certifichino il «superamento del limite di tollerabilità». Sul web intanto si moltiplicano le ironie: «Quindi la puzzaccia delle friggitorie va bene?», «Ne deduco che non si possa fare manco la genovese» e ai social si accodano anche i deputati partenopei Marco Sarracino e Arturo Scotto del PD «Che facciamo con la salsa della domenica? Bandiamo anche quella?»
Per ora, l’unica vera certezza è che a Palma Campania l’aria dovrà sapere di burocrazia.
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