Cosa fare nel post-emergenza? Quattro italiani su dieci scelgono la cena al ristorante

18 Apr 2020, 14:58 | a cura di
L'Osservatorio lockdown di Nomisma svela le nuove tendenze a tavola e traccia l'identikit di un consumatore più attento alla provenienza degli alimenti e agli aspetti salutistici, che acquista non solo in Gdo ma anche nei negozi di vicinato e privilegia i prodotti biologici.

Dopo l'incontro coi propri cari, la cena fuori casa rappresenta uno dei desideri più sentiti dagli italiani al momento dell'uscita dal periodo di isolamento domiciliare per il Covid-19. A rilevarlo è il neonato Osservatorio lockdown di Nomisma che ha attivato per almeno 12 settimane un attento monitoraggio su quattro macro ambiti della nostra vita sociale: opinioni, preoccupazioni e tematiche prioritarie; comportamenti d'acquisto; abitudini quotidiane e tempo libero; previsioni per il post-lockdown. I ricercatori sono convinti che comprendere le trasformazioni del mercato e della domanda sia fondamentale per aziende ed istituzioni che stanno programmando il "post-Coronavirus" che e si vedono costrette a modificare, in corso d'opera, piani marketing, strategie di comunicazione e offerta di prodotti e servizi. E dall'analisi dei primi dati emerge un italiano che ha voglia di riprendere abitudini consolidate come la cena al ristorante e che si dimostra molto più attento agli aspetti salutistici nel momento della scelta dei cibi.

Come sarà la ripresa

Tra le prime rilevazioni effettuate quella relativa al giudizio degli italiani su come sarà la ripresa nei prossimi mesi. Tra i desideri più forti c’è, innanzitutto, quello di riabbracciare i propri cari (49% delle famiglie). Ma nella lista di cose da fare c’è anche fare una cena fuori (43%) e organizzare un viaggio (per un italiano su tre) che nel 70% dei casi avrebbe come destinazione una località di relax e svago in Italia. I nostri concittadini che guardano al futuro sono preoccupati por l'andamento dell’economia (85%) e della sanità pubblica, che secondo il 70% dei cittadini interpellati è da ripensare.

I cambiamenti a tavola

Il lockdown ha modificato le modalità di acquisto, cambiando anche il paniere dei prodotti. La percentuale di chi ha fatto la spesa online è aumentata del 10%, con tre italiani su quattro che hanno ordinato cibo da asporto. Oltre sei italiani su dieci (64%) hanno preferito pasti pronti con consegna a domicilio. E le priorità di acquisto sono cambiate anche nei negozi fisici, con un consumatore che ha riempito il carrello della spesa facendo più attenzione alla provenienza delle materie prime: il 22% dei consumatori ha sottolineato di aver scelto Made in Italy e le filiere corte. Quattro italiani su dieci (41%) che hanno fatto la spesa hanno dichiarato di fare attenzione alla data di scadenza dei prodotti.

Stile di vita salutare

Nel periodo dell'emergenza, è in aumento l’attenzione a cibi che garantiscono benessere e uno stile di vita salutare. Una tendenza che, secondo quanto emerge dai primi dati dell’Osservatorio lockdown di Nomisma, nel periodo di quarantena tocca quota 49%. C’è, poi, un 20% di italiani che basa la scelta sulla sostenibilità del prodotto, mentre il 12% sceglie in funzione di un packaging sostenibile. Il biologico ha attirato l’attenzione del 30% della clientela che non lo acquistava.

Negozi di vicinato

Importante la crescita di chi ha scelto per fare acquisti i negozi di vicinato. La percentuale è passata dal 40% al 54%. Un cambiamento che, secondo i ricercatori, è dovuto alla paura di spostarsi e creare assembramenti. Il lockdown ha determinato, come prevedibile, un calo della consumer base degli ipermercati (da 67% a 48%), ma questo trend dovrebbe attenuarsi nella fase del post-Coronavirus, considerando che gli italiani si dicono intenzionati a frequentare gli stessi negozi abituali.

Il nuovo carrello della spesa

Tra prodotti e ingredienti, gli italiani hanno incrementato gli acquisti di tre categorie particolari: farine e lieviti (40%), alimenti a lunga conservazione (il 31% ha dichiarato di aver fatto scorte) e prodotti surgelati (27%). Per quanto riguarda farine e lieviti, gli italiani hanno ammesso che nel 36% ridurranno gli acquisti al termine del periodo di quarantena; anche il 24% di chi ha acquistato alimenti a lunga conservazione tornerà alle vecchie abitudini. Diverso il discorso per le confezioni multiple: se il 64% le acquistava nel pre-quarantena, oggi lo fa il 79% e tale percentuale, secondo il sondaggio dell'Osservatorio Nomisma, è destinata a restare valida anche nel periodo della ripresa.

Smart working e più cucina

Il 77% delle famiglie italiane sta trascorrendo la quarantena in una casa di proprietà con apparecchiature tecnologiche che facilitano il lavoro in smart working. La percentuale di occupati che nelle ultime settimane ha lavorato almeno qualche giorno da casa è del 43%. E nel tempo libero, in generale, 9 su 10 dispongono di un device con wi-fi e il 62% ha una smart Tv. Fondamentale, per gli italiani, l’intrattenimento on-demand: il 12% dei consumatori ha sottoscritto un abbonamento a una o più piattaforme streaming ed è in aumento (per il 46% delle famiglie) il tempo dedicato a informazione e comunicazione. Infine, tra le altre attività diminuiscono sport e allenamento (per il 28% dei consumatori), e aumenta quello dedicato alle pulizie (36%) e alla cucina (35%).

 

a cura di Gianluca Atzeni

 

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