Enel Green Power lancia la sua rivoluzione verde. «Sostenibilità e cultura dell’ambiente»

28 Lug 2021, 16:58 | a cura di
La “rivoluzione verde” sta cambiando molte cose, non solo l’immaginario collettivo ma anche il business stesso delle aziende: un esempio ne è Enel, ed Enel Green Power,

Enel ed Enel Green Power (la divisione del Gruppo dedicata alle energie rinnovabili) hanno fatto della sostenibilità e della tutela dell’ambiente una priorità strategica. «La creazione di valore condiviso con la comunità che ci ospita è la nostra priorità nel disegnare ogni nuovo impianto da realizzare, ma anche un metodo sistematico di approccio per la riqualificazione degli impianti già esistenti», spiega Carlo Ferrara, responsabile CSV and Sustainability project di Enel Green Power, economista con vasta esperienza nel campo dell’energia, delle rinnovabili, della sostenibilità e della gestione ambientale.

Enel Green Power. Il valore condiviso

Cosa significa valore condiviso per Enel Green Power? Significa che sia l’azienda - una multinazionale con sede principale in Italia - che le comunità dei territori dove essa opera traggono benefici tangibili dalla presenza degli impianti di energia rinnovabile. Si tratta spesso di piccole comunità rurali, che si trovano la maggior parte delle volte in situazioni decentrate e a forte vocazione ambientale. «Il nostro approccio - spiega Carlo Ferrara - punta a valutare quali possano essere i vantaggi a medio e lungo termine per la comunità che risiede sul territorio dove Enel Green Power è presente con un suo impianto. Per esempio, essendo spesso interessate zone dal grande valore ambientale, cerchiamo spesso di mettere in atto strategie per incentivare un turismo sostenibile di qualità, che possa creare occupazione - soprattutto dei più giovani - e valore anche in termini culturali per la comunità».

Un soffi one: il vapore è alla base dell’energia geotermica

L’esempio della Patagonia

Un esempio? «Certo - sorride Ferrara - la centrale idroelettrica in Argentina, El Chocon,  ai confini con la Patagonia e al centro delle rotte da cui passano i trekking di chi appunto vuole visitare questa splendida parte del mondo. L’impianto ha delle zone limitrofe al suo bacino non accessibili per motivi di sicurezza, a causa dell’alta e repentina variabilità del livello delle acque. Eppure, nonostante divieti e recinzioni, molti andavano a fare picnic in quest’area. Così abbiamo iniziato a pensare cosa occorresse fare per rendere quell’impianto una opportunità anziché un rischio. Abbiamo deciso di avviare un tavolo di lavoro partecipativo con la comunità, il Municipio e il Ministero del Turismo regionale (lavorare in partnership è un altro principio che vedremo spesso applicato da Enel) per individuare nuovi sentieri, tracciarli, e a segnalarli con degli indicatori e una cartellonistica in grado di offrire informazioni storiche sulla località e sull’integrazione dell’impianto nella stessa. Tutti i materiali informativi sono stati realizzati da un’azienda locale con plastica riciclata, recuperata da EGP nelle acque della centrale idroelettrica. Sono stati disegnati una serie di percorsi da fare in totale sicurezza e da cui sia possibile ammirare tutto l’invaso e la struttura, ma senza rischi. Ora questa comunità, nata nei pressi della centrale proprio in seguito alla sua costruzione, è diventata un centro di interesse turistico per chi si reca in Patagonia e un punto di riferimento per l’economia dell’area, con grande soddisfazione sia della comunità che nostra».

Interno della torre di raffreddamento in una centrale geotermica

Un nuovo approccio

Carlo Ferrara è stato a lungo manager per innovazione e sostenibilità in Argentina. «L’esperienza argentina - spiega - è solo una delle tante che abbiamo realizzato nel mondo di Enel Green Power, spesso gli impianti - in particolare idroelettrici - sono immersi in paradisi naturali. Pertanto, in varie parti del mondo in cui Enel è presente, attiviamo in accordo con istituti di ricerca studi su flora e fauna locale, monitoraggi dell’impatto dei cambiamenti climatici e programmi di formazione per figure professionali come guardaparco e guida naturalistica, orientate al futuro sviluppo del turismo sostenibile.

Per questo è nata l’esigenza di elaborare un modello standard e valido in tutto il mondo di valutazione dei possibili approcci per integrare progettualità di turismo sostenibile nella realizzazione di nuovi impianti o nella riqualificazione di quelli già esistenti. Lo scopo è appunto che le comunità coinvolte possano condividere con noi questa metodologia e trarne vantaggio: un atteggiamento non paternalistico o assistenzialistico, ma che invece punta a sviluppare le qualità della popolazione del posto e le potenzialità dell’ambiente nella creazione di valore aggiunto».

Vapore dalle viscere delle terra nel Geoparco delle Colline Metallifere

Enel Green Power in Italia

Il mondo delle energie rinnovabili in Italia non è molto noto ai più; gli impianti però ci sono e rappresentano un tesoro che dovrebbe essere messo a conoscenza di tutti. È così che sul fronte italiano scende in campo Filippo Rodriguez, Responsabile Sostenibilità di Enel Italia: «Le nostre centrali idroelettriche sono generalmente situate in contesti naturalistici incantevoli. L’energia idroelettrica è a oggi una delle fonti primarie di produzione di energia rinnovabile, con la quale puntiamo a raggiungere, grazie anche allo sviluppo di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, gli obiettivi fissati dal Piano Energia e Clima del nostro Paese».

Le centrali idroelettriche, oltre a essere delle meravigliose opere di ingegneria idraulica, sono spesso molto interessanti anche dal punto di vista architettonico. «Un esempio - racconta Rodriguez - può essere la centrale “Luigi Einaudi” di Entracque, in provincia di Cuneo. Si tratta di una centrale interamente costruita all’interno della montagna. Vi si accede percorrendo un tunnel lungo 700 metri che a un certo punto presenta una curvatura. Questa sua caratteristica peculiare è una delle conseguenze dell’essere stata costruita in piena guerra fredda: per il timore che un missile sovietico potesse colpire l’impianto, venne realizzato un gomito che, in caso di attacco, avrebbe fermato la corsa esplosiva. Insomma, un pezzo di storia!». Ma di centrali ce ne sono anche di più antiche e suggestive. «Quelle che preferisco sono le Centrali idroelettriche di Piero Portaluppi in Valdossola (in provincia di Verbania), risalenti ai primi decenni del ‘900: Crevola Toce, Verampio, Crego, Cadarese. Si tratta di veri e propri gioielli architettonici e di design, che combinano sapientemente riferimenti art déco e razionalisti, tipici dello stile del celeberrimo architetto milanese».

La centrale geotermica di Monteverdi Marittimo

La perla di Crego, firmata Portaluppi

La centrale di Crego è un vero gioiello. «Certo, non tutti gli impianti sono sempre accessibili al pubblico in quanto veri e propri siti industriali attivi e, quindi, non pensati per accogliere visitatori. - specifica Filippo Rodriguez - Eppure, anche qui si può costruire valore condiviso con le comunità in cui risiedono gli impianti».

In che modo? «Beh, se non può esser visitata all’interno, si può comunque ammirare dall’esterno! Così, abbiamo pensato a un sistema di illuminazione che valorizzi la condotta che porta l’acqua dalla vasca di carico soprastante sino alle turbine situate nella sala macchine. Inoltre, sono stati illuminati ad arte gli ambienti, che durante le ore di buio creano una scenografia originale. Grazie a questi interventi la centrale di Crego, che si trova al centro di una zona ricca di paesaggi naturali e a una manciata di chilometri dal Parco Naturale Alpe Veglia e Alpe Devero, diventerà a breve un importante luogo di attrazione per il territorio. Il tutto utilizzando sinergicamente le tecnologie di illuminazioni progettate da una delle società del Gruppo. Ovviamente con tutte le dovute precauzioni studiate perché la luce non disturbi gli animali notturni e non rechi danni alla viabilità stradale».

Museo della Geotermia al Larderello

Una strategia ad hoc per ogni realtà

«Le centrali nascono come luoghi di produzione di energia elettrica, - afferma Rodriguez - e se dovessimo pensare solo al nostro business dovremmo fermarci lì. Ma quando, anche grazie alle richieste di visite avanzate dai Comuni, dalle scuole e dalle università, siamo diventati consapevoli che possiamo essere abilitatori di sviluppo del turismo locale, abbiamo cercato di trovare il sistema per esserlo davvero, stando sempre in stretto contatto con la comunità, ovvero con le amministrazioni locali e con le realtà e le associazioni presenti attivamente sul territorio. Ad esempio, a Entracque, una delle centrali di pompaggio più grandi in Italia e in Europa, abbiamo affidato la gestione delle visite in centrale all’Ente di Gestione Parco Naturale Alpi Marittime, che si occupa della gestione di due Parchi naturali (il Parco naturale delle Alpi Marittime e il Parco naturale del Marguareis) e di otto Riserve naturali».

Per Enel è dunque importante conservare l’integrità e l’identità dei luoghi. «Per questo crediamo nel turismo sostenibile, perché riteniamo possibile un modo diverso, più rispettoso, inclusivo e condiviso di fare turismo, valorizzando i territori con le loro vocazioni e contestualmente i nostri asset. La pandemia, poi, ci ha spinti a rilanciare un turismo di prossimità così da invogliare le persone a visitare luoghi magari vicini, bellissimi, ma ancora sconosciuti», conclude Rodriguez.

Centrale di Trezzo sull’Adda: le turbine

Le centrali interattive

La centrale idroelettrica “Taccani” di Trezzo sull’Adda, su una sponda del fiume Adda nel territorio metropolitano di Milano, e quella di Acquoria, vicina a Tivoli, sono due pezzi di storia della produzione elettrica italiana e sono anche due splendidi esempi di architettura industriale tra la fine dell’800 e l’inizio del ’900. L’acqua di Acquoria addirittura, nel 1892, produsse per la prima volta l’energia elettrica alternata che accese le notti di Roma. «Sì, sono belle e sono vicine a due importanti città - racconta Eleonora Piolo, responsabile Branding and Advertising, comunicazione di Enel Green Power - Qui abbiamo creato delle installazioni multimediali permanenti che hanno lo scopo di far capire ai visitatori e, in particolare, a ragazzi e bambini cosa sia l’energia, come si produce, cosa siano le energie pulite e le rinnovabili.  In collaborazione con la società specializzata Dotdotdot, abbiamo pensato a dei percorsi particolari, che catturano l’attenzione e portano a incamerare concetti e nozioni (ma le chiamerei più esperienze che nozioni) attraverso il gioco e l’interattività». Una terza centrale interattiva è in fase di realizzazione in provincia di Caserta, tra i parchi naturali di Roccamonfina-Foce Garigliano e quello del Matese, precisamente presso la centrale idroelettrica di Presenzano.

I pannelli interattivi di Acquoria, realizzati da Dotdotdot

Ma cosa si fa in concreto all’interno di queste installazioni nelle centrali? «Il percorso - spiega Piolo - inizia mostrando l’energia che c’è in ognuno di noi grazie a una telecamera con sensori di profondità che rileva il movimento dei visitatori e lo trasforma in Watt per quantificare l’energia prodotta dal corpo. È un effetto molto suggestivo, che ci insegna come anche noi siamo fatti di energia. Poi abbiamo dato ampio spazio agli aspetti storici e alle scoperte tecnologiche, riviste in chiave interattiva per facilitare l’apprendimento. La visita culmina in un ambiente circolare e immersivo, con una proiezione a 360° che racconta, tramite video e animazioni grafiche, il funzionamento delle cinque fonti di energia. Alla fine c’è un gioco in cui i ragazzi devono progettare l’energia per una città, decidendo quali tipi di energia e quanti impianti sono necessari per soddisfare il fabbisogno energetico. Ovviamente non basta calcolare la potenza necessaria, ma per “superare” l’esame, che comunque rimane un gioco, bisogna raggiungere il fabbisogno energetico rispettando anche criteri di sostenibilità».

Quindi, in sintesi, cosa dovrebbe restare a questi ragazzi dopo l’esperienza in una di queste centrali interattive? «Al di là alle conoscenze tecniche, la cosa che ci sta più a cuore è la consapevolezza che i più giovani devono acquisire in merito ai temi della sostenibilità, delle future scelte energetiche che ci aspettano, del rispetto per il nostro Pianeta», commenta Eleonora Piola.

Interattività e comunicazione

«L’allestimento per le Centrali Interattive ci ha posto davanti alla grande sfida di veicolare contenuti immateriali come l’energia e di renderli tangibili ed esperibili, trasferendo, attraverso l’Interaction Design, argomenti complessi come la produzione dell’energia o la sua relazione con la geografia del mondo. - spiega Laura Dellamotta, co-fondatore e general manager Dotdotdot - L’esperienza ci ha consentito di mettere in atto molta sperimentazione tecnologica e nell’exhibit design. Il progetto per la Centrale dell’Acquoria segue quello nella Centrale Taccani di Trezzo sull’Adda: un allestimento scalabile e replicabile in altre centrali di Enel Green Power».

Italia all’Aria Aperta. La guida e la sezione web

Gambero Rosso ha realizzato con Enel Green Power la guida Italia all’Aria Aperta alla quale è dedicata anche un’intera sezione www.gamberorosso.it/italia-all-aria-aperta/ dove potete navigare tra i Parchi Nazionali con le mappe interattive e scoprire tutti gli indirizzi consigliati da Gambero Rosso per mangiare e dormire, oltre a una serie di approfondimenti per visitare le principali centrali idroelettriche.

Enel Green Power è la società del Gruppo Enel che opera nel settore delle rinnovabili. Leader mondiale nel settore dell’energia pulita, con una capacità gestita di oltre 49 GW e un mix di generazione che include l’eolico, il solare, la geotermia e l’energia idroelettrica, Enel Green Power è all’avanguardia nell’integrazione di tecnologie innovative in impianti rinnovabili. La diversificazione tecnologica è accompagnata da quella geografica. EGP è presente oggi in 29 Paesi in 5 continenti (quasi il doppio rispetto a 10 anni fa) con più di 1200 impianti: dalle economie pienamente sviluppate come Italia, Spagna e Stati Uniti ai grandi Paesi emergenti come Brasile, Messico, Sudafrica e India, fino a realtà più piccole ma dalle grandi potenzialità come Grecia e Panama. E l’espansione continua, come dimostrano i recenti ingressi in nuovi mercati, fra cui Germania, Russia, Australia ed Etiopia.

 

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