Il Gran Casinò dell’Ocm Promozione. Lollobrigida: “Abbiamo solo chiesto più trasparenza”

6 Ott 2023, 16:07 | a cura di
La corsa ad ostacoli delle aziende per partecipare al bando, tra l’obbligo di presentare tre preventivi e l’incertezza delle sanzioni. I consorzi: “Molte cantine hanno preferito non partecipare”.

Les jeux sont faits, rien ne va plus”. Dopo la presentazione dei bandi e le richieste di chiarimento da parte delle Regioni, non resta che aspettare la pubblicazione delle graduatorie del bando Ocm Promozione Paesi Terzi del prossimo 15 ottobre. Ma quest’anno più che mai qualcosa non è andato come sperato. In primis i tempi, che hanno costretto i produttori, in piena vendemmia, a mettersi su carte e preventivi: il bando è stato pubblicato il 21 luglio con scadenza il 13 settembre (prorogata al 18). Ma a parte le tempistiche sbagliate – a cui purtroppo le nostre cantine sono ormai abituate – sono stati la troppa burocrazia e il cambio delle regole a scoraggiare i produttori, molti dei quali hanno, infatti, preferito restare fuori dal tavolo da gioco.

La filiera attende ancora le regole sanzionatorie

A lanciare l’allarme è stato il presidente del Consorzio Doc Sicilia Antonio Rallo, che dagli Stati generali del vino di Roma ha spiegato tutte le difficoltà cui sono andati incontro consorzi e cantine. “Ci auguriamo” ha detto “che arrivino al più presto dei chiarimenti perché quest’anno è stato molto difficile capire come accedere ai fondi. Soprattutto stiamo ancora aspettando, con un po’ d’ansia, le regole finali del gioco, ovvero le regole sanzionatorie che dovrebbero essere pubblicate nel mese di novembre, quando già saranno uscite le graduatorie. Non conoscerle prima, insieme all’eccessiva burocratizzazione del sistema, ha fatto sì che aziende e consorzi ridimensionassero i budget investiti, come si vedrà nelle prossime settimane. Il tutto per paura di incorrere in errori, e quindi, sanzioni, che non conoscono ancora”.

I tre preventivi si potevano evitare

A questo si è aggiunta la richiesta di tre preventivi da parte del Masaf per ogni attività del progetto presentato. Non, quindi, una semplice preventivo relativo a chi fornisce il servizio (per esempio un importatore o un ristoratore), ma ben tre per tre soggetti diversi, in modo da poter avere un quadro più ampio del mercato e capire se il costo certificato è congruo. L’input sia chiaro veniva dall’Europa, che aveva chiesto una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi. Ma possibile che non si potesse trovare una soluzione diversa di quella dei tre preventivi? “Certo che sì” dice a Tre Bicchieri Michele Bernetti, presidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini “Sarebbe bastato fare un monitoraggio, arrivando ad una sorta di prezzario, dove ad ogni attività (tasting, cene, viaggi) venisse associato un codice e un costo medio. Invece, il Ministero ha preferito scaricare il lavoro su consorzi e aziende con un triplo lavoro di ricerca preventivi che ha riguardato qualunque voce: perfino i costi dei voli aerei da qui ad un anno per tre diverse compagnie”.

Meno mercati e meno flessibilità

Ma la corsa ad ostacoli non finisce qua. Come mette in evidenza lo stesso Bernetti, quest’anno sono anche cambiate alcune regole che hanno messo a rischio la flessibilità dei progetti. “Per esempio, è stato molto vincolante la riduzione dei mercati su cui proporre le azioni – 5 invece di 8 - e l’obbligo per tutti i soggetti di partecipare a tutte le tappecontinua il presidente Imt “A questo si aggiunge una rendicontazione molto rigida. Quest’anno, infatti, ci è stato richiesto il completamento del progetto al 90%, con pochissimi margini di modifica”. Il risultato? “Per quanto riguarda il nostro Consorzio siamo riusciti a mettere insieme il progetto regionale, ma alcune aziende hanno preferito rinunciavi: lo scorso anno erano 20 le cantine aderenti quest’anno sono 14”. Se questi numeri si riportano su scala nazionale, si capisce come il rischio sia quello di rimandare risorse preziosissime a Bruxelles. E sarebbe un peccato, visto l’importanza che hanno avuto nel far passare l’export di vino dai 5 miliardi del 2013 ai quasi 8 miliardi dello scorso anno.

Lollobrigida: “Dobbiamo garantire la trasparenze”

Sul tema è intervenuto anche lo stesso ministro Lollobrigida, provando a spiegare da dove nascono le complicazioni di quest’anno: “Qualcuno ci ha chiesto perché abbiamo modificato il bando Ocm Promozione” ha detto dagli Stati Generali del Vino “Me ne assumo la responsabilità e dico che dobbiamo mettere la trasparenza sopra tutto, a maggior ragione dopo le criticità che hanno fatto perdere risorse negli anni passati. Tuttavia” ha aggiunto difendendo l’impianto del bando “siamo anche pragmatici; quindi, se non puoi presentare tre preventivi perché in un determinato Paese tre fornitori non ci sono, ne presenterai solo uno ricevendo comunque le risorse”. Intanto, però, è proprio per quello stesso pragmatismo di cui parla Lollobrigida che quest’anno - di fronte all’eccessiva complicazione delle regole - molte aziende hanno preferito non puntare al buio. Va bene giocare, ma almeno conoscendo tutte le regole.

L'articolo completo è stato pubblicato sul Settimanale Tre Bicchieri del 5 ottobre 2023

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