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Molto alla Galleria Borghese di Roma. Ancora un ristorante in un museo

Ancora un ristorante in uno spazio museale di Roma: รจ Molto alla Galleria Borghese.

  • 11 Aprile, 2022


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C’รจ voluto un po’, ma finalmente anche in Italia mangiare (bene) negli spazi espositivi โ€“ siano essi musei pubblici o gallerie private – pare possibile, anzi normale. Non piรน un’eccezione da osservare con ammirata curiositร , ma il frutto di una strategia che guarda all’imprenditoria culturale con gli stessi occhi di un qualsiasi altro tipo di impresa, dove profitto e qualitร  non sono per niente nemiche, ma al contrario, convergono a tenere in equilibrio conti e ambizioni; vista l’esigenza โ€“ sempre piรน pressante โ€“ non tanto di differenziare il business, quanto di far vivere questi luoghi in modo meno unidirezionale, affiancando alle normale attivitร  espositiva, anche iniziative culturali, proposte e servizi che possano ampliarne la fruizione, purchรฉ si mantenga lo standard qualitativo necessario. Magari mettendo insieme due capisaldi dell’italianitร , potenti attrattori turistici: l’arte e la cucina, che ha ormai conquistato lo status di espressione culturale, nelle sue diverse realtร . Con buona pace di chi storce il naso di fronte alla presenza di chef e sommelier nei musei.

Perchรฉ mangiare in un museo

Archiviata da tempo la felice stagione del Combal.Zero al Castello di Rivoli, che ha ospitato le migliori performance di Davide Scabin all’ombra della serie di Fibonacci di Mertz, altre insegne si inseguono a tessere la trama dei ristoranti da museo, che possono cosรฌ prolungare la permanenza dei visitatori che dalle sale espositive si spostano in quelle da pranzo, e diventare essi stessi destinazioni come avviene per certe architetture, basti pensare alย Guggenheim di Bilbao, struttura che,ย a prescindere dalle pur notevoli opere esposte dentro e fuori, vale una visita per le curve vertiginose disegnate da Frank Gehry e per la presenza di Josean Alija con il suo Nerua. E ne traggono benefici tutti: i cittadini cui sono consegnati spazi che non piombano nel silenzio appena giunge il buio, i visitatori che hanno un ventaglio di servizi di grande appeal, i gestori dei punti ristoro che beneficiano di location di prestigio, gli stessi spazi espositivi cui si riconosce una quota per l’uso degli spazi e una percentuale sugli incassi. Insomma il classico esempio di win-win.

Luce Fondazione Prada

Luce Fondazione Prada

Mangiare nei musei. Una panoramica

Anche in Italia, dicevamo, mangiare in museo non รจ piรน tabรน, prova ne siano le molte voci di una lista che si fa sempre piรน lunga: mentre si attende l’apertura del nuovo locale di Andrea Aprea al Museo Etrusco, ci sono Stefano Cerveni alla Terrazza Triennale con la sua Osteria con vista, l’asso pigliatutto di Enrico Bartolini che macina consensi e riconoscimenti nei suoi molti locali, tra i quali quello al terzo piano del Mudec di Milano (ma c’รจ anche il bistrot al piano terra), senza dimenticare il bar Luce della Fondazione Prada firmato dal regista Wes Anderson, con l’inconfondibile impronta che mescola pop a suggestioni retrรฒ, mentre il ristorante Giacomo Arengario con le sue sale Art Decรฒ rappresenta l’anima gastronomica del Museo Del Novecento. A Torino ci si muove tra arte contemporanea con la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo – che ha affidato ad Alessandro Mecca il ristorante Spazio7ย  – e spazi storici come la Reggia di Venaria dove chef Alfredo Russo รจ saldamente al comando del Dolce Stil Novo.

Caffรจ Doria

Caffรจ Doria

Senza considerare le sinergie di Massimo Bottura & Co con Gucci, che a Firenze (primo di una serie di locali simili) ha aperto Gucci Osteria, ora anche cocktail bar, al Gucci Garden con ย Karime Lopez alla guida oggi affiancata da Kondo Takahiko; sempre a Firenze il Museo Novecento ospita Cortese Cafรจ 900, la pasticceria crudista di Vito Cortese, mentre alย Pecci di Prato c’รจ Angiolo Barni che gestiste le due anime di Myo: ristorante e bistrot, e sempre in Toscana Cristiano Tomei, dopo anni al Lucca Center of Contemporary Art, nel 2018 si รจ spostato a Palazzo Pfanner, che in molti conoscono perchรฉ รจ stato anche il set del marchese del Grillo. A Roma, c’รจ anche il Caffรจ Doria, all’interno di Palazzo Doria Pamphilj, rinnovato negli spazi e nell’offerta che affianca caffรจ e bistrot e in cui non mancano anche eventi e cene speciali.

Roland Spazio Field

Cosรฌ, di cittร  in cittร , di museo in galleria, si moltiplicano proposte e progetti: solo nell’ultimo mese e mezzo sono ben tre i ristoranti aperti all’interno di altrettanti luoghi d’arte. Luoghi diversi, come lo Spazio Field dentro Palazzo Brancaccio di Roma con il ristorante Roland (e il cocktail bar annesso) guidato daย Carlo Alberto D’Audino, il neonato ristorante Vite dentro il polo artistico Tad di Trevisoย con il giovane e talentuoso Simone Selva e, ultimo nato,ย Molto alla Galleria Borghese, che proprio in queste ore apre i battenti. A gestirlo, i fratelli Bassetti, che 17 anni fa hanno dato vita a Molto a viale Parioli. Sono loro a essersi aggiudicati il bando di gara per la gestione dei servizi di ristorazione e di caffetteria del museo. โ€œLa gara รจ stata istruita ad agostoโ€ racconta Lorenzo Bassetti, โ€œsu quella abbiamo scritto il progetto e presentato la nostra l’offera economicaโ€. Avendo a che fare con i Beni Culturali, ci sono diversi vincoli, e non solo di tipo logistico: โ€œil caffรจ, per esempio, deve costare al massimo un euro, motivo per cui almeno per ora non avremo specialtyโ€ continua. Oggi, dopo un lungo lavoro di ristrutturazione delle aree destinate ai servizi al pubblico, si parte.

galleria borghese

Galleria Borghese

Molto alla Galleria Borghese

Doppia anima: bistrot e caffetteria (con classici del genere, tra croissant, torte e club sandwich) aperti anche a chi non visita il museo. L’offerta รจ semplice, ma diretta, golosa, che fila dritto, secondo lo stile di casa Molto, che nel corso degli ultimi anni si รจ ampliata abbracciando anche altre espressioni della ristorazione, primi tra tutti catering e un delivery gestito internamente che lavora con privati e uffici, ma anche un’area dedicata al design e al lifestyle,ย e un sito che offre contenuti editoriali. Ora perรฒ Molto si sposta da viale Parioli, per aprire un secondo spazio โ€œcon uno stile in linea con il nostro approccio e i nostri valoriโ€. Quali? โ€œitalianitร , qualitร  delle materie primeโ€.

Molto alla Galleria Borghese

Molto alla Galleria Borghese

Cosa si mangia da Molto alla Galleria Borghese

La caprese di pollo โ€œuno dei nostri piatti fortiโ€ ci sarร : il pollo non puรฒ mancare,ย da sempre marchio di fabbrica di Molto, con quel girarrosto Molteni a dominare la scena nel primo locale. Per il resto ci si muove tra piatti rodati e nuove proposte, a comporre un menu di tutto gusto, fresco e moderno, con materie prime italiane – tra le altreย pomodoro Gerardo di Nola, bottarga dei Fratelli Spanu – eย la maggior parte delle verdure dellโ€™orto diย proprietร . Si spazia tra fregola sarda, plin di carciofi cacio e pepe, riso al salto allo zafferano, uovo a 65ยฐcarbonara e asparagi o ancora la lasagnetta di vitel tonnรฉ. La box take away invita a pic nic nel parco di Villa Borghese, mentre in questi primi giorni di apertura, in prossimitร  della Pasqua, saranno anche in vendita le colombe della pasticceria Giotto del carcere di Padova e la cioccolata Gobino, oltre che altri prodotti a marchio Molto, che da sempre sono a corredo del progetto del primo locale: olio nocellara del Belice di Geraci, i vini Molto rosso (da pinot nero) e Molto bianco (da verdicchio dei Castelli di Jesi) la pasta realizzata da Verrigni.

Aperto dalle 10 alle 19 – ma forse da maggio ci saranno anche aperture serali – non ha nessuno spazio esterno, anche se ve ne sono diversi (anche affittabili per eventi, online si trova il tariffario), tra questi anche quell’uccelliera tornata al Comune dopo che la concessione (ma non la manutenzione…) data alla Galleria รจ scaduta e non piรน rinnovata.

 

Molto alla Galleria Borghese – Roma – piazzale Scipione Borghese, 5 – 0696006005 – [email protected]

 

a cura di Antonella De Santis

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