"I trucchetti che uso? Penso alle persone a casa, mica tutti sono chef". Intervista a Benedetta Parodi, influencer ante litteram

29 Feb 2024, 13:46 | a cura di
Benedetta Parodi si racconta senza filtri: ha un pubblico vario, ma è popolarissima soprattutto "tra le giovani coppie". Ama mangiare da Contraste a Milano e non demonizza i surgelati. "Mio marito? Bravissimo a cucinare"

L’avremmo potuta definire l’influencer della porta accanto, ma la verità è che Benedetta Parodi ha saputo “influenzare” ben prima dell’avvento dei social. Il suo format girato nella cucina di casa è stata una rivoluzione in TV, i libri ne hanno sancito il successo: oggi condivide ricette su Instagram e conduce Bake Off, ma nel cuore ha sempre il suo programma su LA7. La musa ispiratrice? Laura Ravaioli.

Benedetta Parodi, dalla TV ai social

«Non sono una nostalgica, non si stava meglio prima. Con i social ci conviviamo e lavoriamo: edulcorare il passato non ha senso, meglio andare avanti. Sono profondamente convinta che ci sia spazio per tutti». Ha le idee chiare, la star dei programmi tv, autrice di best-seller (il suo libro del 2009 fu un caso editoriale, con quasi due milioni di copie vendute) e paladina della cucina casalinga. È stata lei a sdoganare per prima l’uso di prodotti surgelati o della pasta sfoglia già pronta, a creare il format dei menu da realizzare in 10 minuti, immedesimandosi nelle persone con poco tempo a disposizione per cucinare.

Foto di Ivano De Pinto

Il giornalismo non l’ha mai rimpianto, «il mio amore per la cucina supera ogni cosa», e oggi si diverte anche sui social, dove pubblica ricette semplici e infallibili, con il suo modo di fare che ha conquistato dapprima i telespettatori e poi i followers.

È stata un’influencer ante litteram: tutti volevano replicare le ricette di Benedetta.

È vero. Creavo dei trend con Cotto e Mangiato, puntate di un minuto e mezzo registrate nella cucina di casa e andate in onda su Studio Aperto. Era un appuntamento quotidiano.

Quando si è accorta del potere che aveva sui consumatori?

Un giorno sono andata al supermercato vicino casa e l’addetto al banco salumi mi chiese se avessi fatto una ricetta con la ricotta salata. In effetti era così, pare fosse finita in pochissimo tempo. Mi disse: «Avvisami prima la prossima volta, ché altrimenti non rimane più nulla».

Lo avrebbe mai detto?

È successo in maniera spontanea. Quando il direttore mi propose di fare una rubrica di cucina non mi sembrava vero: forse anche incoscientemente, lasciai il Tg e decisi di lanciarmi. Per me era un sogno svegliarmi e fare la spesa, anziché guardare l’Ansa in cerca di notizie: per la prima volta, facevo qualcosa che amavo davvero.

Era il 2008. Che programmi di cucina guardava?

Al tempo c’era praticamente solo il Gambero Rosso. Laura Ravaioli era la mia musa, ho imparato quasi tutto da lei.

Il tuo format, però, fu completamente diverso.

Prima la tv era appannaggio degli chef. Anche a La prova del cuoco era così: usavano un linguaggio meno formale, facevano ricette semplici ma erano dei professionisti. Io sono una persona che ama cucinare e conosce le esigenze di chi deve destreggiarsi tra lavoro, impegni familiari e fornelli.

Foto di Ivano De Pinto

Per questo non ha mai nascosto di ricorrere a dei “trucchetti”.

Non me ne sono mai vergognata. Pasta sfoglia pronta, cubetti di spinaci surgelati, besciamella già fatta… molti gridarono allo scandalo ma per me era fondamentale ottimizzare i tempi: registravo 8/10 ricette al giorno, e soprattutto volevo mettermi nei panni della maggior parte delle persone, che sono spesso a corto di tempo.

Vogliamo sdoganare, una volta per tutte, l’uso dei surgelati?

Ma certo! Ci sono alcuni prodotti che, se cucinati a dovere, risultano comunque molto buoni. Vale anche per i confezionati: se aggiungi della besciamella pronta in un flan non se ne accorgerà nessuno e avrai risparmiato qualche passaggio.

Ha cucinato spesso con grandi chef. L'hanno mai giudicata per questo?

No, sono sempre stati gentili: in fondo anche loro hanno avuto una mamma, sanno come vanno le cose in casa. Le critiche arrivavano perlopiù da persone non addette ai lavori o cuochi molto meno famosi.

Foto di Ivano De Pinto

Nel 2011 è arrivato I Menù di Benedetta: lì di chef e ospiti speciali ne ha avuti diversi.

Sì, che ricordi!

Le manca?

Moltissimo, lo rifarei oggi stesso.

Foto di Photomovie Francesco Margutti

Un aneddoto divertente?

Una volta stavo cucinando con Catherine Spaak e ricevetti una chiamata: mia figlia Matilde era caduta a una festa. Dopo un po’ me l’hanno portata in studio sanguinante, Catherine continuava a pensare di essere su Scherzi a parte, invece era tutto vero: «No, Catherine, è solo la mia vita» le dissi.

Parte del successo, però, è arrivato anche dai libri.

Gran parte, a dire il vero. L’editoria ha avuto un peso enorme: il primo libro, Cotto e Mangiato, vendette quasi 2 milioni di copie, mi sembra assurdo ancora oggi. È stato allora che ho capito che avevo raggiunto un traguardo.

Scriverà ancora?

Solo se avrò qualcosa di diverso da dire.

Ora, invece, ci sono i social. Chi segue?

Mi piace molto Chiara Maci, e poi Max Mariola, che trovo bravissimo nella comunicazione.

Anche lei lavora parecchio su Instagram.

Fosse per me, pubblicherei in continuazione. L’idea di svegliarmi, provare una ricetta nuova e condividerla al momento mi fa impazzire. Il programma TV prima o poi finisce, questo mondo virtuale è potenzialmente infinito. E poi ho il canale su YouTube: due camere e un bravissimo montatore, per ricette semplici raccontate in 4/5 minuti. È la mia alternativa a Cotto e Mangiato.

Come lo immagina il futuro della comunicazione?

Difficile a dirsi, dieci anni fa non avrei mai pensato di lavorare sui social. Credo che ci sarà una selezione naturale: oggi tutti seguiamo tutti, col tempo i gusti si affineranno di più e rimarranno attivi solo i profili più curati, sicuri.

Lei da chi è seguita?

Ho un pubblico vario, che va dai ragazzi di 18 anni fino ai 45. Vado forte con le giovani coppie.

Foto di Photomovie Francesco Margutti

A Bake Off invece conduce. Com’è stato il cambio di ruolo?

Il lavoro è faticoso ma umanamente mi dà grande soddisfazione, il dialogo con i concorrenti è costante. Tra l’altro, siamo alla ricerca di nuovi aspiranti pasticceri per la prossima stagione!

Ma la paladina della cucina casalinga al ristorante ci va?

Adoro girare per ristoranti. La cucina indiana è una delle mie preferite, ma mi concedo anche qualche esperienza di fine dining.

Ristoranti del cuore?

Da Cracco in Galleria sono stata più volte, si sta benissimo. Impazzisco, poi, per la cucina di Perdomo al Contraste.

E suo marito Fabio Caressa cucina?

È bravissimo. Alcune ricette in casa le fa solo lui, come gli involtini alla siciliana. Sull’amatriciana, invece, ce la battiamo.

Domanda scontata ma irrinunciabile: piatto e dolce preferito?

Gli gnocchi sono la mia madeleine, li faceva sempre mia nonna. Alla bava, come si usa in Piemonte, con la fontina filante… come dolce, invece, nulla batte una classica torta di mele.

Sogno nel cassetto?

Speriamo che Gambero Rosso mi porti fortuna: vorrei tanto ricominciare I Menù di Benedetta.

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